Facebook crolla in borsa dopo lo scandalo di Cambridge Analytica
Le azioni di Facebook sono crollate del 6,8%, record negativo degli ultimi quattro anni, bruciando quasi 37 milioni di dollari, a causa delle rivelazioni sulle violazioni di almeno 50 milioni di profili utente da parte della società Cambridge Analytica al servizio della campagna elettorale di Donald Trump.
Cambridge Analytica avrebbe utilizzato infatti l’applicazione thisisyourdigitallife, apparentemente innocua e scaricata da oltre 270mila persone, per accedere ai loro dati e a quelli dei loro contatti su Facebook, fino a raccogliere a strascico le informazioni di circa 50 milioni di utenti. Il problema più serio deriva proprio dal fatto che solo 270.000 persone su circa 50 milioni abbiano volontariamente installato l’app, consentendo di accedere ai propri dati. Mentre tutte le altre erano del tutto ignare del fatto che i loro dati potessero finire a terzi. L’azienda guidata da Mark Zuckerberg, che in questo modo ha violato di fatto la fondamentale policy sul consenso informato, sarebbe stata a conoscenza dell’utilizzo illegittimo dei dati dei suoi utenti dal 2015 – scrive il New York Tymes – e avrebbe richiesto la loro cancellazione un anno dopo, ma copie di questi dati sarebbero ancora disponibili.
Il crollo in borsa ha trascinato al ribasso l’intero indice Nasdaq (Bloomberg). Facebook ha annunciato di aver incaricato una compagnia specializzata in inchieste digitali per stabilire la veridicità delle accuse nei confronti di Cambridge Analytica, ma gli accertamenti sono in standby, in attesa dei risultati di un’inchiesta parallela da parte del governo britannico. Secondo Channel 4, Cambridge Analytica utilizzò anche tangenti, ricatti sessuali ed ex spie per influenzare le elezioni Usa 2016.
Il responsabile della sicurezza informatica del social network Alex Stamos, in disaccordo per la mancanza di trasparenza dell’azienda nel gestire il tema della diffusione di notizie e fake news, si prepara a lasciare Palo Alto, probabilmente dal prossimo agosto (New York Times). Stamos ha avuto un ruolo decisivo negli ultimi mesi nell’aiutare il social network a identificare i tentativi da parte della Russia di interferire nelle presidenziali statunitensi del 2016, con l’obiettivo di avvantaggiare Donald Trump.
(com.unica, 20 marzo 2018)