È crisi tra Occidente e Mosca, cacciati 100 diplomatici russi
Stati Uniti e Unione europea si schierano contro Putin in risposta all’attacco di Salisburry, dove l’ex spia russa Serghiei Skripal è stata avvelenata assieme alla figlia Iulia, decidendo l’espulsione di oltre cento diplomatici russi (Bbc). Sedici Paesi Ue hanno deciso di allontanare 33 rappresentati del Cremlino. Lo schieramento comprende anche Canada, Ucraina, Albania, Norvegia e Macedonia. Il presidente degli Usa Donald Trump ha ordinato l’espulsione di 60 diplomatici russi e la chiusura del consolato di Seattle. Il governo britannico esulta, ma il Ministero degli esteri russo parla in una nota di “atto ostile” e annuncia una replica (Wp).
Sono due i rappresentanti del Cremlino che lasceranno l’Italia. Secondo il Corriere, Paolo Gentiloni non sarebbe stato convinto dell’operazione ma nel fine settimana le pressioni di Londra, Washington, Berlino e in particolare Parigi si sarebbero fatte molto insistenti. Gentiloni, esprime comunque cautela: chiara la solidarietà ai britannici, ma da manifestare con misure non troppo pesanti, in linea con il posizionamento da sempre dialogante di Roma. Lega e Fratelli d’Italia criticano la scelta e in particolare Salvini si è affrettato a prendere le distanze: “Isolare e boicottare la Russia, rinnovare le sanzioni economiche ed espellerne i diplomatici non risolve i problemi, anzi li aggrava” perché “invece che riannodare i fili del dialogo il governo italiano subisce la richiesta che arriva da altri», motivo per cui lui, dice, non avrebbe fatto una scelta del genere. Non si pronunciano i Cinque stelle, pur essendo anche loro tra le forze che hanno sempre avuto un atteggiamento amichevole verso Mosca e critico verso la Ue. Il caso si è trasformato così in un test di compattezza alleata, scrive La Stampa.
(com.unica, 27 marzo 2018)