Ôdile, il romanzo rivelazione di Emmanuel Edson
Una storia ambientata nel Camerun post-coloniale e che si collega alla realtà odierna dell’immigrazione.
ÔDILE è un romanzo scritto al femminile. Colpisce la capacità dell’autore di fondersi nell’animo della protagonista, mettendo in luce il ruolo stesso delle donne dentro una cultura tribale.
Emmanuel Edson ci mostra, con una sapiente esposizione narrativa, come i matrimoni costruiti per accordi, misurando il valore della sposa su una fecondità generosa, spesso finiscono per diventare una condanna a morte per le donne.
La narrazione procede su due livelli: eventi privati dove il tema dell’infertilità all’interno di una coppia ci porta a mano a mano nel pubblico. Ne esce la fotografia di un mondo destrutturato dai propri codici etici, dove il potere in mano ai pochi viene costruito con l’inganno. Un mondo ibrido diviso tra valori cristiani e vecchie tradizioni animiste: ÔDILE, la protagonista del romanzo, riesce a crearsi uno spazio senza tradire la propria coscienza. Vige in lei un sentimento incorruttibile; nonostante le umiliazioni affronta con orgoglio il proprio destino.
Un secondo aspetto che fa riflettere, anche in virtù del fatto che il libro è stato scritto in italiano da un autore di madrelingua francese, è la ricchezza lessicale della scrittura. La curiosità che la storia suscita, si accompagna al piacere di uno stile elegante che arricchisce la narrazione di variegate sfumature.
La storia è ambientata nel Camerun degli anni Sessanta e ci fa comprendere gli effetti della colonizzazione, la grande mobilitazione sociale che questa ha creato all’interno del Paese dopo la sua fine. Un aspetto che si collega alla situazione odierna dell’immigrazione: questa fuga di massa di giovani africani verso l’Europa è in qualche modo il rifiuto della società africana nel modo in cui è stata costruita.
La sinossi del libro
Finito il colonialismo, si ridisegna la struttura sociale e di potere nel Paese. A Douala, capitale economica, si trasferiscono migliaia di persone dalle campagne. E chi, come Ôdile e il marito Ndoumbe, possiede degli appezzamenti di terreno da edificare diventa velocemente ricco. Ma a guastare la vita matrimoniale della coppia c’è il mancato arrivo di un figlio. L’infertilità nelle grandi famiglie tribali è una tara, un’onta, una minaccia che riverbera su tutti i suoi appartenenti. Ndoumbe sembra avviarsi a prendere una seconda moglie, ma la vicenda si evolve in modo del tutto inaspettato. La drammatica storia di Ôdile si interseca con gli intrighi di potere all’interno della potente chiesa Battista, che gradualmente sta prendendo il controllo sociale, economico e politico della città. Il sacerdote Mongole, da studente scapestrato e bohemienne, si trasforma in un rigido servitore della Chiesa, ma a poco a poco si allontana dalla sua devozione alle regole.
(Donatella Mele, 9 aprile 2018)