All’Europa serve una difesa informatica più solida, con un sistema di risposta rapida e una più stretta cooperazione con la NATO, per combattere le nuove minacce ibride. Lo afferma una risoluzione approvata ieri con 476 voti favorevoli, 151 voti contrari e 36 astensioni, con cui il Parlamento europeo sottolinea che Russia, Cina e Corea del Nord, ma anche attori non statali, hanno già compiuto attacchi informatici dannosi alle infrastrutture critiche dell’UE. Sono stati inoltre coinvolti in attività di spionaggio informatico e sorveglianza di massa dei cittadini dell’UE, hanno condotto campagne di disinformazione ed hanno limitato l’accesso a Internet (come nei casi di Wannacry e NonPetya).

UNA COOPERAZIONE PIÙ STRETTA IN MATERIA DI CYBER-DIFESA
I deputati sottolineano che la frammentazione delle strategie e delle capacità di difesa dell’Europa l’ha resa vulnerabile agli attacchi informatici. Esortano pertanto gli Stati membri a migliorare la capacità collaborative delle loro forze armate, e a rafforzare la cooperazione informatica e livello europeo, con la NATO e altri partner.

Ciò comporterebbe un maggior numero di esercitazioni informatiche congiunte, la formazione e lo scambio di ufficiali militari, il reclutamento di esperti di informatica forense e il miglioramento delle competenze in materia di difesa informatica delle missioni e operazioni dell’UE.
I deputati sono favorevoli al lancio di due progetti informatici nell’ambito della cooperazione strutturata permanente (PESCO): una piattaforma per lo scambio di informazioni in materia di minaccia informatica e gruppi di risposta rapida a incidenti informatici. Si augurano che ciò porti alla creazione di una squadra europea di reazione rapida, che coordini, individui e contrasti le minacce informatiche collettive.

RELAZIONI UE-NATO E RISCHI DERIVANTI DALLE ATTIVITÀ DELLA RUSSIA
In un’altra risoluzione sulle relazioni UE-NATO, approvata con 411 voti favorevoli, 182 contrari e 57 astensioni, i deputati sottolineano che nessuna delle due organizzazioni dispone di tutti gli strumenti necessari per affrontare le nuove sfide in materia di sicurezza, che sono sempre meno convenzionali e sempre più ibride.

Oltre a migliorare la cooperazione in materia di difesa informatica, i deputati vogliono che i legami UE-NATO si concentrino sulla comunicazione strategica, la lotta al terrorismo, la consapevolezza della situazione, la condivisione di informazioni classificate, la lotta alla migrazione irregolare e l’eliminazione degli ostacoli alla rapida circolazione del personale e dei mezzi militari all’interno dell’UE. 
Il Parlamento europeo sottolinea quindi che l’aumento e la natura delle attività russe, come il suo comportamento militare, le manipolazioni politiche e gli attacchi informatici, sono fonte di preoccupazione, mentre permane il rischio che si indeboliscano i legami fra paesi UE e quelli transatlantici. Sottolinea la necessità di una forte cooperazione e scambio di informazioni tra UE e NATO, per rispondere a queste minacce ibride, come è avvenuto nel caso dell’attacco chimico, che si sospetta sia stato lanciato nel Regno Unito dalla Russia.
“Un attacco informatico può trasformare una centrale nucleare in una bomba nucleare o causare caos in un ospedale, mettendo a rischio le vite dei pazienti”, ha sostenuto oggi il relatore per la difesa informatica, Urmas Paet (ADLE, EE). “Per difenderci da tali minacce, dobbiamo rafforzare le capacità di difesa informatica, intensificando la cooperazione tra gli Stati membri, l’UE e la NATO”.
Secondo il relatore per le relazioni UE-NATO, Ioan Mircea Pascu (S&D, RO), “dall’annessione della Crimea nel 2014, il ritmo e la sostanza della collaborazione tra l’UE e la NATO si sono accelerati, rappresentando oggi ben 74 azioni comuni. Il controllo delle minacce ibride, la lotta contro gli attacchi informatici, il rafforzamento della resilienza, la lotta contro il terrorismo, il miglioramento della cooperazione nelle missioni e nelle operazioni e la mobilità militare rappresentano settori concreti per un’ulteriore cooperazione”.

(com.unica, 14 giugno 2018)

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