Le mostre d’arte a cura di Giuseppe Iannaccone, Luigi Sansone e Vittorio Sgarbi. L’omaggio a Gillo Dorfles, la presenza straordinaria di Edi Rama, primo ministro dell’Albania.

Un luogo speciale, di storia antica e rara bellezza, la cui integrità favorisce da sempre un raffinato turismo internazionale, promosso dal laborioso staff di Enrico Nicoletta. Arroccato sulla sommità del borgo, il Castello dell’Abate quest’anno funge da nobile cornice al Premio Pio Alferano. L’appuntamento al Castello è fissato per il 20 luglio, alle 20:30, dove le tre rassegne d’arte verranno inaugurate dal Presidente della Fondazione Santino Carta, da Vittorio Sgarbi e dagli artisti, dai curatori e da un ospite d’eccezione, il Primo ministro albanese Edi Rama, in doppia veste di artista e rappresentante politico della repubblica d’oltre Adriatico. Alle iniziative prenderanno parte numerosi ospiti del Premio, grandi personalità del mondo del cinema e dello spettacolo, del giornalismo, dell’imprenditoria, della politica e delle istituzioni. Il Premio Pio Alferano 2018 è realizzato grazie al sostegno della Regione Campania attraverso la SCABEC Società campana beni culturali.

Queste le esposizioni artistiche che potranno essere visitate nelle sale del Castello: 

Oltre lo sguardo. Gillo Dorfles 1910-2018, a cura di Luigi Sansone, con testi in catalogo, oltre che del curatore, anche di Vittorio Sgarbi e Giuseppe Pagano. Una selezione di opere in omaggio a Dorfles, recentemente scomparso alla veneranda età di 107 anni, personalità di eccezionale poliedricità nel panorama culturale italiano del Novecento e maestro assoluto di critica e pensiero estetico, nonché artista sperimentale tra i più innovativi. Nell’ultima fase della sua vita, Dorfles ha stabilito un rapporto speciale col Cilento e i cilentani, di carattere anche affettivo, apprezzando la natura, la storia e la cultura millenaria del luogo, ammirando le antiche reminiscenze della Magna Grecia in dialogo con la modernità. La mostra è accompagnata dalla proiezione di un cortometraggio del regista Toni Trupia.

Un’altra storia italiana, 1920-1945, a cura di Giuseppe Iannaccone. Mostra collettiva di maestri del periodo quali Arnaldo Badodi, Renato Birolli, Emanuele Cavalli, Filippo De Pisis, Renato Guttuso, Fausto Pirandello, Gianfilippo Usellini e Alberto Ziveri. Costituisce un tentativo di dar vita e risalto a un pezzo di storia dell’arte in gran parte inedita, spesso associata ad un periodo di forti contraddizioni che molti reputano fortemente danneggiato, nella riflessione artistica, dall’ingerenza del regime fascista. Questa esposizione vuole rivolgersi soprattutto alle nuove generazioni, nell’intento di offrire una visione alternativa di tal periodo. Le opere testimoniano la scelta di molti artisti dell’epoca di collocarsi al di fuori dei canoni estetici imposti dal regime, animando l’arte italiana di correnti e sottocorrenti, ispirate alle avanguardie europee, che apriranno nel dopoguerra alla grande stagione artistica italiana di metà secolo. Il curatore, Giuseppe Iannaccone, di professione avvocato e avellinese di nascita, contribuisce alla kermesse con un’importante prestito che arricchisce ulteriormente il prestigio non solo del Premio, ma anche di Castellabate, del Cilento e della Campania.

Carattere fiero, anima gentile: Edi Rama, una retrospettiva curata da Vittorio Sgarbi, con un testo di Philippe Daverio. Protagonista è Edi Rama, attuale Primo Ministro dell’Albania, artista di ampia preparazione culturale e dalla consolidata reputazione internazionale, nonché autore del padiglione nazionale albanese alla Biennale di Venezia 2017. Famoso in tutto il mondo per l’esemplare programma di rigenerazione urbana che ha promosso a Tirana durante il suo mandato da Sindaco, Rama, quando è libero dagli impegni istituzionali, si dedica all’arte; la sua pratica è affine all’automatismo di derivazione surrealista, disegnando sulla carta di uso più quotidiano – come i documenti ufficiali delle cancellerie – bozzetti di istintiva ideazione che colora e traspone in tappezzerie o sculture.

Nella stessa serata saranno presentate le sculture in ceramica, smaltate e dorate, dal titolo I figli di Leucosia, realizzate per il Premio Pio Alferano 2018 da Livio Scarpella, abilissimo artista tra i più promettenti della scena italiana. Scarpella, vicino alla figurazione italiana più recente, ha pensato che il mito greco-romano di Leucosia, la sirena “dalle membra bianche” che s’inabissò al largo di Punta Licosa generandone così il toponimo, fosse più di altri in grado di fornire un’idea caratterizzante dell’immaginario storico cilentano.

Il 21 luglio, a seguito della premiazione presentata da Nicola Porro dal suggestivo palco del Castello, la mostra sarà visitata dagli ospiti del Premio Pio Alferano Lino BanfiBianca BerlinguerClaudio BisioDaniela FerollaFranco MoscettiVincenzo Napoli, Camilla Nesbitt, Fabrizio ParrulliDon Fabio RaimondiFrancesco Scoppola, e Pietro Valsecchi.

Arte, spettacolo, cinema, politica, attualità si riuniscono il 20 e il 21 di luglio a Castellabate sotto l’unico denominatore del Premio Pio Alferano, punta di diamante delle attività culturali della Fondazione Pio Alferano e Virginia Ippolito.

Tutte le mostre saranno aperte al pubblico fino al 30 di settembre 2018. Per informazioni sulle mostre: fondazionepioalferano@gmail.com.

(com.unica, 14 luglio 2018)

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