Il 26 luglio, a Isola Liri, si sono aperte le porte del Teatro Comunale “Costanzo Cosentini”, sulle note della canzone “Io Rinascerò” di Riccardo Cocciante, per inaugurare la mostra di pittura del maestro Luigi Centra, poliedrico artista verolano.

Cinquantuno tele esposte, per raccontare più di cinquanta anni di arte italiana nel mondo. Una mostra fortemente dedicata agli amici che per l’occasione il maestro ha riunito intorno a sé. Tra di loro molti artisti che sono stati, a sorpresa, insigniti del prestigioso Premio Internazionale “Luigi Centra”. A presentare l’artista, il Delegato del Comune di Fiuggi, Assessorato alla Cultura, Tony Loreti.

L’artista insieme a Vittorio Sgarbi

Lo stile di Luigi Centra, considerato uno degli ultimi rappresentanti della Pop Art, punta alla destrutturazione delle forme, con i colori protagonisti assoluti delle opere. Non c’è frivolezza nel mondo di Centra, ma la perdita della consistenza delle cose.

Un’alleanza tra emozioni ruggenti per costruire il regno dei pensieri più profondi, attraverso la complementarietà dei colori, i rossi e i verdi, i blu e gli aranci. Tra le pennellate palpitano la Rabbia, la Vita, l’Abbandono. La Rinuncia. La Solitudine. La Sconfitta. Le porte che si chiudono. Il Fuoco che divampa annunciando la Rinascita.

Lontano dal modo arcaico di rappresentare le passioni, anche quelle più brutali, si apre un mondo nuovo, dove la spontaneità dei tratti frenetici è statica e dinamica insieme, chiara e scura, gioiosa e triste. Coltri di colori spruzzate di luci si stendono sulle tele, alla radice di un viaggio interiore in cui tutto si dissolve.

Le donne bianche, pallide, quasi indefinite, meste e lontane, senza volto, coricate e stanche, prigioniere della sempre più scomposta passione maschile.

Le macchie di colore si affastellano per raccontare le mille e una storia di Luigi Centra. Si rincorrono dietro il linguaggio consumato delle convenzioni, diventano lettere dell’alfabeto, formule magiche che si affacciano tra le linee a dominare il succedersi del giorno e della notte, del bianco e del nero. La visione del mondo materiale polverizzata dall’immaterialità, a minare le certezze e le conquiste umane.

Cessa così di guardare il mondo attraverso il filtro della razionalità e dei canoni prestabiliti. Luigi Centra, esaltato dal vibrare delle emozioni, è anche autore di poesie, nella ricerca incessante della Bellezza e dell’Estasi. Oserei dire dell’Amore.

Negli anni i cambiamenti formali nel suo stile pittorico, raccontano di un’utopia artistica che si oppone ad un mondo in decomposizione. Il mosaico di tocchi di pennello nelle sue tele sono un vocabolario cromatico, in cui il nero fa da tappeto agli altri colori, in quel costante incontro tra luce e oscurità. Il colore quindi ha il suo ruolo centrale, con un forte valore simbolico colto dall’intelletto ma anche dall’anima. Né forma né materia, solo puro colore. La regola è decodificare l’invisibile e accedere direttamente alle emozioni dell’osservatore.

Luigi Centra, pittore, scultore, poeta… maestro di molte arti, maestro di vita.

Nadia Loreti, com.unica 28 luglio 2018

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