Dalla Bbc nuove rivelazioni sulle armi chimiche del criminale di guerra Assad
Mentre la guerra in Siria sembra essere avviata alla conclusione, rimangono i dubbi e i forti sospetti sulle modalità con cui il dittatore siriano Assad la sta conducendo alla vittoria. In particolare, da tempo, la diplomazia non è ancora riuscita ad arrivare ad una risposta univoca e chiara in merito al tema dell’uso di armi chimiche (in particolare, l’agente nervino Sarin) da parte dell’esercito di Assad che nega di possederne o di averne mai usate. Ancora all’inizio dell’anno Assad aveva assicurato che il suo esercito non possiede un arsenale chimico dalla ‘svolta’ nel 2013. “L’Opac, l’Organizzazione per la proibizione di armi chimiche, ha fatto indagini su questo, ed è chiaro che non abbiamo chimiche”.
Ora un’inchiesta della Bbc porta alla luce nuovi dettagli sugli attacchi chimici compiuti in Siria negli ultimi quattro anni, cioè da quando Bashar al Assad promise di distruggere tutto il suo arsenale chimico. L’inchiesta del canale televisivo inglese ha smentito in altri termini le rassicurazioni del tiranno di Damasco e ha confermato almeno 106 attacchi chimici su 164 casi sospetti; ha mostrato come la maggior parte abbia colpito il nord ovest della Siria – le province di Hama, Aleppo e Idlib – e la periferia di Damasco, tutte zone controllate dai ribelli; ha spiegato perché tutto fa pensare che il responsabile di questi attacchi sia il regime siriano; e ha aggiunto che nella stragrande maggioranza degli attacchi è stato usato il cloro. La Bbc ha concluso che l’uso di armi chimiche da parte di Assad è stato di tipo strategico e ha avuto l’obiettivo di distruggere il morale della popolazione e costringerla a lasciare le aree controllate dai ribelli.
Il caso più grave – sottolinea Lorenzo Cremonesi sul Corriere della Sera – sarebbe avvenuto il 4 aprile 2017 nel villaggio di Khan Sheikhun con oltre 80 morti in quella stessa Idlib dove oggi si concentrano le ultime forze dell’opposizione. In tutto i morti sarebbero oltre 500, i feriti circa 3.000. Dunque solo una piccola parte degli oltre 350 mila morti (c’è chi parla di mezzo milione) in sette anni di guerra. Ma gli effetti del terrore chimico sono stati devastanti. Dopo ogni attacco i civili sono fuggiti in massa, tra loro si contano tanti che hanno cercato di attraversare il confine turco alla volta dell’Europa.
Sebastiano Catte, com.unica 20 ottobre 2018