In merito al ddl n. 840, di conversione del decreto-legge n. 113, in materia di protezione internazionale e immigrazione e sicurezza pubblica oggi in discussione al Senato, l’UNHCR ha richiamato “l’attenzione sull’impatto che i nuovi provvedimenti potrebbero avere sul sistema di accoglienza e asilo in Italia. Qualora fossero approvati nella loro forma attuale”, ha spiegato l’UNHCR, “questi potrebbero influire negativamente sull’accesso alla protezione e ai diritti dei richiedenti asilo e rifugiati in Italia”. 

Come qualsiasi nuovo provvedimento, anche quello al vaglio del parlamento italiano dovrà, come ha ricordato l’UNHCR, essere “conforme alla Convenzione di Ginevra, alla normativa internazionale e agli standard europei esistenti”.

“Come già esplicitato nelle osservazioni e raccomandazioni dettagliate inviate al Governo e al Parlamento nelle ultime settimane”, disponibili sul sito www.unhcr.it, l’UNHCR intravede “un rischio in particolare rispetto alle nuove misure relativi alla detenzione amministrativa in attesa dell’identificazione o dell’espulsione, le cosiddette procedure accelerate alla frontiera, e le domande d’asilo reiterate. Questi nuovi provvedimenti, nella formulazione attuale”, sostiene l’UNHCR, “non forniscono garanzie adeguate, soprattutto per le persone vulnerabili e quelle con esigenze particolari, come per esempio le persone che hanno subito abusi e torture”.
“Inoltre”, aggiunge l’Alto Commissariato, “gli standard ed i servizi offerti nei centri di prima accoglienza devono poi essere garantiti. Questo è particolarmente vero poiché ora tali centri ospiteranno tutti i richiedenti asilo (tranne i minori non accompagnati) per l’intera durata della procedura d’asilo. Questi centri sono spesso sovradimensionati, sovraffollati e relegati in zone remote, lontane dai servizi di base. Sono spesso inadeguati per rispondere alle reali esigenze delle persone accolte – persone che hanno spesso subito indicibili sofferenze non solo nel loro Paese di origine, ma anche durante il lungo e pericoloso viaggio verso l’Italia. È fondamentale aiutare i nuovi arrivati ad adattarsi, integrarsi e partecipare pienamente alla vita culturale, sociale e economica dell’Italia, anche attraverso l’accesso a diritti fondamentali quali l’istruzione, il lavoro, la salute, l’abitazione. Questo processo comincia al loro arrivo”.
In vista della discussione in Parlamento, l’UNHCR ha raccomandato inoltre “che gli standard nel sistema di seconda accoglienza per i beneficiari di protezione internazionale, casi speciali e minori non accompagnati siano conservati. L’ex SPRAR è un modello di buone pratiche di integrazione, ed è nell’interesse non solo dei rifugiati ma anche delle comunità che li ospitano che questo sia mantenuto”.
L’UNHCR ha preso atto dell’intenzione del Governo di regolamentare la protezione umanitaria, ma si aspetta “un approccio aperto all’applicazione delle nuove norme per garantire un sostegno alle persone più vulnerabili”.

L’UNHCR, si legge in una nota, “è profondamente impegnata nel promuovere la creazione di una società equa e inclusiva, dove la dignità di ogni donna, uomo e bambino sia garantita. Pertanto, monitorerà attentamente l’impatto dei nuovi provvedimenti sulle persone sotto il suo mandato. Molti richiedenti asilo, rifugiati e apolidi in tutto il Paese sono preoccupati per l’impatto negativo dei nuovi provvedimenti sulla loro situazione individuale”.
“In mezzo al dibattito travagliato ancora in corso”, ha concluso l’UNHCR, “è importante che i rifugiati siano visti non come una questione politica, ma come persone, parte della comune famiglia umana, e che si approvino leggi che portino all’effettivo miglioramento della condizione di tutti. I legislatori sono ancora in tempo per fare la cosa giusta, non solo per i richiedenti asilo e rifugiati, ma anche in nome della lunga e orgogliosa tradizione dell’Italia di rispetto dei diritti umani”.

(com.unica, 6 novembre 2018)

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