Lo spread vola a 322 ma per Tria il vero problema è il rallentamento dell’economia europea
Lo spread è volato a 322 punti dopo che l’asta per il Btp Italia, il titolo indicizzato all’inflazione, si è fermata poco oltre i 400 milioni di euro. Non andava così male dal 2012 (Corriere). I fondi esteri non vogliono più comprare i Btp per la volatilità dello spread (Il Sole 24 Ore). Dall’ultimo rapporto di Bankitalia sulla bilancia dei pagamenti è emerso infatti che gli investitori non residenti hanno venduto titoli di portafoglio italiani per 1,6 miliardi (di cui 1,5 in titoli pubblici). Nulla di paragonabile alla fuga di maggio (24,9 miliardi), di giugno (32,9 miliardi) o di agosto (17,4 miliardi) ma comunque una conferma di un trend in atto. A pesare sullo spread anche la bocciatura della manovra da parte della Commissione europea, attesa per domani. Oggi i gruppi parlamentari segnaleranno gli emendamenti rilevanti in commissione Bilancio alla Camera.
Il ministro dell’Economia Giovanni Tria, al termine dell’Eurogruppo, ha detto che la manovra non sarà modificata e ha aggiunto che “l’attacco all’Italia” deriva dal “periodo elettorale e dalla debolezza di altri governi” (Repubblica). “Penso che uno sforzo debba essere fatto per riportare discussione sulla reale portata del tema” – ha affermato Tria – ovvero non solo sul deficit ma sul “rallentamento dell’economia europea, non solo italiana”. Anzi, in questo contesto, “l’Italia rallenta meno di altri”, ha aggiunto Tria.
Il vicepremier Luigi Di Maio ha replicato a Tito Boeri che aveva messo in dubbio la sostenibilità della “quota 100” rispetto ai fondi previsti in manovra, definendo le sue parole “allarmismi inutili” e confermando che la riforma si farà (Corriere). In commissione Finanze al Senato prosegue l’esame sul Dl Fisco che dovrebbe approdare in aula giovedì, ma i tempi potrebbero allungarsi (Ansa).
com.unica, 20 novembre 2018