Piazza Affari è stata ieri la peggiore in Europa, ma tutte le Borse hanno visto nero. Wall Street ha di fatto cancellato tutti i guadagni accumulati nel 2018 (Cnbc): a pesare sui listini soprattutto le vendite di titoli del comparto tecnologico e delle compagnie energetiche, gravate dal crollo dei prezzi del greggio (Bloomberg).

La crescita dell’area Ocse secondo le stime dell’organizzazione è rallentata a +0,5% nel terzo trimestre. A preoccupare è in particolare la contrazione registrata in Giappone (-0,3% da +0,8%) e in Germania (-0,2% da +0,5%) (Il Sole 24 Ore). Il G7 rallenta nei tre mesi a settembre a +2% (da 2,1%) e l’area euro all’1,7% (da 2,2%). Tra i maggiori Paesi, la crescita più forte su base annua è appannaggio degli Usa (+3% da +2,9% nel secondo trimestre) e la più lenta è del Giappone (+0,4% da +1,4%). Penultima l’Italia con +0,8% da +1,2% nel secondo trimestre, ma è netta la frenata anche della Germania (+1,2% da +1,9%). La Francia segna +1,5% da +1,7%.

In vista del vertice Ue di domenica, il primo ministro spagnolo Sánchez ha dichiarato che, in mancanza di una precisazione sulla natura bilaterale dei negoziati su Gibilterra, la Spagna voterà contro la bozza di accordo sulla Brexit. Intanto tra i Tories cresce la pressione per arrivare a un voto di sfiducia contro Theresa May, attesa oggi di nuovo a Bruxelles.

(com.unica, 21 novembre 2018)

Secondo una ricerca del Guardian, un europeo su quattro vota per un partito populista. Ma in Italia il 57% dei cittadini (+12% rispetto all’anno scorso) ritiene che l’euro sia positivo per il Paese (ANSA).

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