Le foreste italiane sono la più importante infrastruttura verde del Paese: interessano circa 11,8 milioni di ettari, pari al 39% del territorio nazionale, con una crescita costante (in media 800 mq di nuove foreste al minuto). La sola filiera legno genera l’1,6% del prodotto interno lordo, dando lavoro a circa 300mila persone escluso l’indotto. Una straordinaria ricchezza che è messa a dura prova non solo dall’assenza di una visione complessiva, dall’abbandono o da politiche di riforestazione sbagliate, ma anche e soprattutto dai circa 9200 incendi ogni anno, quasi sempre dolosi, che hanno danneggiato o distrutto più di 100mila ettari di territorio. O dai danni provocati da eventi meteorici o climatici estremi, come la tempesta “Vaia” che ha interessato le regioni italiane del nord-est alla fine dello scorso mese di ottobre e che secondo le prime stime ha provocato l’abbattimento di oltre otto milioni di metri cubi di legname, l’equivalente di quanto viene tagliato nell’arco di quattro anni.

Delineare una nuova strategia per le foreste italiane, condivisa tra i soggetti pubblici, imprese, operatori, istituzioni, enti di ricerca e stakeholder che riconosca il ruolo multifunzionale di queste verdi è l’obiettivo del primo forum nazionale “La bio-economia delle foreste”, promosso da Legambiente nei giorni scorsi a Roma, in occasione della Festa dell’Albero, giunta alla 24 edizione e dedicata quest’anno al tema “Le radici dell’accoglienza” affinché come gli alberi, i valori dell’accoglienza e della solidarietà possano mettere radici forti e profonde nel nostro paese. 

“Abbandono, politiche di riforestazione sbagliate e ritardi nella pianificazione e gestione forestale sostenibile ci restituiscono un patrimonio che oggi ha bisogno di un nuovo progetto culturale e politico, che metta al centro la montagna, le aree interne e le condizioni di vita di questi territori”, ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente di Legambiente. “Il ruolo delle nostre foreste deve tornare ad essere al centro dell’agenda politica del Paese, puntando su due elementi chiave: la tutela della biodiversità e le produzioni green. Vogliamo immaginare un vero e proprio progetto per le foreste d’Italia garantendone il ruolo sociale, economico e ambientale, coinvolgendo le comunità locali in una strategia di lungo periodo. Le foreste preservano la biodiversità, prevengono l’erosione del suolo, fungono da deposito naturale di carbonio, ostacolando il surriscaldamento globale, e costituiscono la base per nuove economie locali, sia per la loro funzione nell’ambito di una complessa filiera produttiva ed energetica del legno, sia per il loro uso in chiave turistica, ricreativa e culturale”.

Protagonisti del forum di Legambiente – realizzato con il contributo dei Parchi nazionali Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna; d’Abruzzo Lazio e Molise; del Gargano e del Pollino e il sostegno di AIEL, Associazione Italiana Energie Agroforestali; Assocarta e Assografici; Comieco; Federlegnoarredo; Legnolandia; Two Sides; AzzeroCO2; Associazione forestale italiana – sono stati gli attori politici e economici, oltre ai rappresentanti del settore forestale, dalle aziende, alle associazioni, agli istituti di ricerca. Per Legambiente occorre rispondere con urgenza ai fabbisogni dell’industria italiana di trasformazione dei prodotti legnosi che, pur essendo la prima in Europa, oggi arriva ad importare l’80% della materia prima di origine forestale. Siamo il primo importatore al mondo di legna da ardere, pellet e cippato con una spesa che si aggira intorno a 1 miliardo di euro all’anno, secondo i dati di Federlegno Arredo-ConLegno. Da sottolineare, inoltre, che fin dagli anni ‘70 le foreste migliori del nostro Paese sono oggetto di protezione, ed oggi il 27% delle foreste italiane sono soggette a regimi particolari di tutela (Parchi, riserve e aree della rete natura 2000).

“La recente approvazione del Testo Unico Forestale speriamo possa costituire lo strumento di indirizzo strategico nazionale, anche rispetto alle sfide globali come quelle della protezione della biodiversità, del cambiamento climatico e dell’economia circolare”, ha sottolineato Antonio Nicoletti, responsabile Aree protette e biodiversità di Legambiente. “Oggi è fondamentale ampliare l’utilizzo sostenibile del bosco e assegnare una nuova funzione sociale ed economica alle attività collegate, e a cui, non a caso, si fa riferimento a livello internazionale, in uno degli obiettivi di Sviluppo sostenibile approvati dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030. Occorre, ad esempio, puntare sulla filiera corta agro-forestali e della bio-edilizia, investire sulla qualità e la certificazione dei prodotti forestali, sulla trasparenza e la legalità delle produzioni legnose, orientare le pubbliche amministrazioni verso gli acquisti verdi ed i consumatori verso prodotti Made in Italy”.
E le comunità che portano avanti un’attenta gestione forestale e che raccontano la loro sfida di rivitalizzazione e di difesa dei territori, della loro biodiversità e delle loro tradizioni sono già a lavoro e sono sempre di più. 

Lo dimostrano le esperienze delle Comunità Forestali Sostenibili, il premio ideato da Legambiente e PEFC Italia, con la collaborazione di Next – Nuova economia per tutti, Fondazione Edoardo Garrone, LegacoopSociali, Slow Food, Vivilitalia e la Consulta delle aziende certificate PEFC, per valorizzare i percorsi che perseguono la creazione di valore, mantenendo e migliorando la qualità delle foreste e dei prodotti e servizi che esse garantiscono al territorio. Con l’obiettivo di sostenere e rilanciare le buone pratiche di gestione forestale nelle aree interne di tutta Italia.

Per la categoria “Filiera Forestale” ha vinto la Filiera del legno del Friuli Venezia Giulia (Friuli Venezia Giulia) che ha fornito materiali certificati e maestranze per costruire il “Polo del Gusto e della Tradizione” ad Amatrice. Per la categoria “Gestione Forestale” ha vinto Marco Carnisio, Dottore Forestale che, assieme ad all’impresa forestale Ciga sas, dal 2011 ha scommesso nell’investire in un bosco in abbandono colturale, prendendo in concessione pluriannuale 444,4 ettari di bosco di proprietà privata sul monte Mottarone (nel territorio comunale di Stresa – Piemonte).

Nella categoria “Prodotto di origine Forestale” ha vinto l’azienda Margaritelli SpA (Umbria e Alto Adige) per le barriere di sicurezza stradali realizzate impiegando legno di larice dell’Alto Adige certificato PEFC al 100%.

Il riconoscimento per la comunicazione è andato all’organizzazione Compagnia delle Foreste (Toscana) che nell’ambito dei progetti LIFE PProSpoT e LIFE SelPiBio sul tema della gestione attiva e sostenibile delle foreste ha svolto su vari canali un’eccellente attività di comunicazione.

Sono infine state assegnate alcune menzioni speciali: BoscoNostro (Veneto); La volpe e il mirtillo (Piemonte); Cooperativa Sociale Cadore (Veneto); EcolBio S.r.l. – Chicza Italia (Friuli Venezia Giulia); a Ersaf (Lombardia); Soc. Coop. Agr. Valli Unite del Canavese (Piemonte). A Giorgio Vacchiano, ricercatore in gestione e pianificazione forestale all’Università di Statale di Milano, scelto da Nature tra gli undici scienziati emergenti del mondo che stanno lasciando il segno nella scienza, è stato assegnato il titolo di Ambasciatore della cultura forestale. 

com.unica, 25 novembre 2018

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