Le élite a Davos e la globalizzazione sotto attacco
Si apre domani a Davos, in Svizzera, la 49esima edizione del World Economic Forum con conferenze e incontri tra i leader delle maggiori economie mondiali e i rappresentanti del mondo della finanza. L’élite politica ed economica dovrà discutere di una globalizzazione sotto attacco e di prospettive economiche non proprio rassicuranti, scrive Time. A causa dello shutdown, Donald Trump e i membri della sua amministrazione non saranno presenti. Anche Theresa May, impegnata con il caos Brexit, non parteciperà (Abc).
L’attenzione è tutta nei confronti della Cina (Nyt) e del Brasile, con la prima volta del presidente Jair Bolsonaro (Cnbc). Ci saranno anche il premier italiano Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Giovanni Tria, che mercoledì terrà un intervento nel workshop sul presente e futuro dell’Europa (Il Sole 24 Ore). Le ultime indiscrezioni su possibilità di schiarite nella guerra dei dazi in corso tra Usa e Cina – già registrate positivamente dagli investitori internazionali- potrebbero contribuire a rendere meno gelido il clima che si respirerà settimana prossima sulle montagne svizzere.
L’élite globale è più ricca che mai, sottolinea Bloomberg. I salari sono stagnanti e mentre i mercati azionari sono aumentati, sempre meno adulti statunitensi hanno investito nel mercato azionario rispetto al 2009. Il compenso per gli amministratori delegati delle maggiori imprese americane è ora pari a 312 volte la retribuzione media annua del lavoratore dipendente, rispetto a circa 200 volte nel 2009, 58 volte nel 1989 e 20 volte nel 1965, secondo un rapporto del 2018 dell’Istituto di politica economica.
com.unica, 21 gennaio 2019