In occasione delle celebrazioni per i cinquecento anni dalla sua scomparsa, la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano valorizzerà il suo patrimonio di opere di Leonardo, tra i più importanti al mondo, e degli artisti della sua cerchia, con quattro mostre di alto profilo scientifico. Il ciclo, programmato dal Collegio dei Dottori della Biblioteca Ambrosiana e curato dai maggiori esperti del genio toscano, è patrocinato dal Comitato Nazionale e dal Comitato Territoriale per le celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci. Partner ufficiale della Biblioteca Ambrosiana è Fondazione Fiera Milano, che collaborerà attivamente sia al ciclo di iniziative dedicato alle celebrazioni leonardesche, sia alla valorizzazione del Cartone preparatorio di Raffaello Sanzio per l’affresco della Scuola di Atene in Vaticano.

L’anno leonardiano dell’Ambrosiana si è aperto il 18 dicembre scorso con una esposizione in due tempi, della durata di tre mesi ciascuno, che presenta nel suo complesso 46 fogli, scelti tra quelli più famosi e importanti del Codice Atlantico, il vero “tesoro leonardiano” dell’Ambrosiana, in grado di ripercorrere la carriera dell’artista nella sua quasi totalità, dai giovanili anni fiorentini, fino all’ultimo periodo trascorso in Francia al servizio di Francesco I.

In particolare, la rassegna “I segreti del Codice Atlantico. Leonardo all’Ambrosiana“, curata dal Collegio dei Dottori della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, si concentra su quei fogli che conservano i disegni più affascinanti che Leonardo ebbe modo di elaborare con la perizia artistica che universalmente gli è riconosciuta.

Il Codice Atlantico giunse alla Biblioteca Ambrosiana nel 1637 quale dono del conte Galeazzo Arconati, esponente della migliore aristocrazia milanese. Si tratta di una stupefacente raccolta di 1119 fogli autografi di Leonardo da Vinci, per un totale di circa 1750 disegni. Il nome “atlantico” non indica il contenuto del codice, bensì il formato delle grandi pagine (che servivano normalmente per confezionare gli atlanti) su cui erano stati incollati i fogli di Leonardo per meglio conservarli e tutelarli da possibili dispersioni. Il Codice Atlantico è la collezione leonardiana più importante e completa al mondo; in esso si mescolano tutte le discipline coltivate dal grande genio di Vinci dagli anni giovanili fino a poco prima della morte: l’architettura e l’idraulica, la medicina e l’ottica, la meccanica e l’urbanistica, la geometria e l’astronomia, l’anatomia e le diverse arti figurative. Notevoli sono i progetti di macchine semoventi, di armi sempre più sofisticate, di ingranaggi e di congegni, dei quali Leonardo ha lasciato stupendi disegni che spesso diventano vere e proprie opere d’arte.

La prima parte della mostra, in programma sino al 17 marzo, si apre con i disegni di Leonardo legati in modo specifico alla città di Milano, tra cui spiccano la celebre pianta della città, con la visione del centro di Milano a volo di uccello, lo studio per il naviglio di San Cristoforo, il progetto per il monumento equestre in onore del duca Francesco Sforza e gli studi per il tiburio del Duomo; l’esposizione prosegue con alcuni studi prospettici e progetti di carattere architettonico-militare, oltre ad alcuni fogli che conservano bellissimi disegni di armi belliche (balestre, fionde e mortai), studi per la costruzione di ali meccaniche destinate a rappresentazioni sceniche e il celebre progetto della cosiddetta “automobile di Leonardo”. La seconda parte della mostra, dal 19 marzo al 16 giugno, proporrà alcuni progetti per macchine belliche, ma si concentrerà in modo particolare sugli studi d’ingegneria civile: congegni idraulici, macchine per corde, per l’attività tessile, per la produzione di strumenti meccanici, punzonatrici e girarrosti automatici. La terza rassegna, “Leonardo in Francia. Disegni di epoca francese dal Codice Atlantico“, dal 18 giugno al 15 settembre, curata da Pietro C. Marani, approfondirà gli ultimi anni di attività del maestro, attraverso una selezione di 23 fogli dal Codice Atlantico databili al soggiorno francese di Leonardo, presso la corte di Francesco I.

“La mostra”, afferma lo stesso Marani, “s’incentra sui disegni architettonici e idraulici di Leonardo eseguiti in Francia tra il 1516 e il 1518, posti tutti tradizionalmente in rapporto con i progetti del Re di Francia Francesco I per una nuova residenza reale da erigersi a Romorantin. Qui il vecchio castello, abitato dalla madre del re, Luisa di Savoia, era già stato oggetto di lavori di riammodernamento e restauro negli anni precedenti, ma la nuova residenza voluta dal re si sviluppa in senso monumentale e urbanistico, e Leonardo, nei suoi disegni, sembra orientarsi al progetto di due palazzi gemelli, uno per il re, l’altro per la regina Claude di Francia, attorniati da canali e padiglioni. Forse i disegni di Leonardo non ebbero seguito ma il castello di Chambord, edificato a partire dal 1519, sembra trasmettere qualcuna delle idee di Leonardo per Romorantin”. Accompagna l’esposizione un catalogo, a cura di Pietro C. Marani, che include anche un elenco di tutti gli altri fogli francesi di Leonardo, dedicati per la maggior parte a studi di geometria, lunule e stelle curvilinee, con un nuovo studio sulle carte e le filigrane.

L’anno leonardiano alla Biblioteca Ambrosiana termina con la mostra “Leonardo e il suo lascito: gli artisti e le tecniche“, curata da Benedetta Spadaccini e dedicata ai disegni realizzati da Leonardo e dagli artisti della sua cerchia. L’esposizione si è aperta il 17 settembre 2018 e proseguirà sino al 12 gennaio 2020.  “L’idea di questa mostra”, spiega Spadaccini, “nasce dalla necessità di presentare in modo nuovo, agli studiosi e al grande pubblico, una selezione di disegni realizzati da Leonardo da Vinci e dagli artisti della sua cerchia. Per questa ragione i fogli sono stati scelti ponendo l’accento sulle tecniche esecutive e seguendo due linee di studio, che si integrano perfettamente, per ampliare la ricerca e attrarre l’attenzione del pubblico non specialistico. Il presupposto fondamentale di questa mostra è il ruolo centrale svolto da Leonardo nell’introduzione a Milano di nuove tecniche disegnative, nonché i miglioramenti e le sperimentazioni da lui apportati alle tecniche già note. Tutti aspetti, questi ultimi, largamente indagati e sviluppati da una lunga tradizione di studi”.

“La prima linea di studio”, aggiunge la curatrice, “presenta le diverse tecniche esecutive, dalle punte metalliche alle matite e dall’inchiostro ai gessetti colorati, secondo un percorso cronologico e storico-critico che mette in evidenza le singole personalità degli artisti coinvolti. La seconda linea di ricerca si basa sulle indagini diagnostiche non invasive eseguite in situ, che”, conclude Spadaccini, “saranno presentate all’interno del percorso espositivo mediante la presenza di supporti quali macrofotografie e video”. 

com.unica, 23 gennaio 2019

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