Antisemitismo in Europa, un’indagine di Eurobarometro
La metà degli europei ritiene che l’antisemitismo sia un problema nel loro paese, soprattutto in Svezia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito, Italia, Belgio e Austria. È uno dei risultati del sondaggio sulla percezione dell’antisemitismo da parte degli europei svolto da Eurobarometro e pubblicato dalla Commissione Europea in occasione della Giornata della memoria. L’indagine è stata condotta su 27600 persone nei 28 Stati membri.
I risultati dell’Eurobarometro dimostrano che esiste un divario di percezione sull’antisemitismo: mentre l’89% degli ebrei afferma che l’antisemitismo è aumentato significativamente negli ultimi 5 anni, solo il 36% del resto della popolazione ritiene che sia cresciuto.
Circa un quinto degli europei (19%) ha amici o conoscenti ebrei.
Circa la metà degli europei pensa che sei delle nove manifestazioni di antisemitismo siano un problema nel loro paese. La negazione dell’Olocausto è considerato il più grave, seguito dall’antisemitismo su Internet, dai graffiti antisemiti, dal vandalismo e dalle espressioni di ostilità e minacce nei confronti degli ebrei nei luoghi pubblici.
Quanto alla conoscenza su ebraismo e antisemitismo, il 68% degli europei ritiene che le persone del proprio paese non siano ben informate sulla storia, i costumi e le tradizioni della comunità ebraica locale.
Più di 6 europei su 10 (61%) sa che esiste una legge nel loro paese che criminalizza l’incitamento alla violenza o l’odio nei confronti degli ebrei.
Più di 4 europei su 10 (42%) sono a conoscenza del fatto che esiste una legge contro la negazione dell’Olocausto nel loro paese. Ma più di un terzo non ne è a conoscenza (34%) e quasi un quarto (24%) “non sa”.
Per il 43% degli europei il genocidio del popolo ebraico, l’Olocausto, è sufficientemente insegnato nelle scuole del proprio paese, ma quasi la stessa proporzione (42%) pensa il contrario.
“Purtroppo l’antisemitismo sta rialzando la testa in tutta Europa”, il commento del Primo Vicepresidente Timmermans. “In un momento in cui l’odio è tornato ad essere uno strumento politico, le nostre comunità ebraiche vivono troppo spesso nel timore di essere vittime di discriminazioni, abusi e persino violenze. Ogni volta che la tolleranza e il rispetto reciproco sono rimessi in discussione, cresce l’antisemitismo. È quindi indispensabile che ogni cittadino europeo sappia e comprenda quali orrori l’antisemitismo ha portato nella nostra storia. Mentre gli ultimi sopravvissuti all’olocausto vengono via via a mancare, la responsabilità di mantenere viva la memoria delle pagine più buie della nostra storia ricade sulle nostre spalle e su quelle delle future generazioni. È nostro sacro dovere onorare la memoria di sei milioni di vittime. Per non dimenticarle, per non tornare a vivere gli orrori del passato”.
Secondo la Commissaria Jourová “la presenza delle comunità ebraiche in Europa potrebbe sembrare un fatto scontato, ma anche 74 anni dopo la fine dell’Olocausto sappiamo che non è così. Con tutte le iniziative intraprese, spero vivamente che gli sforzi profusi dalla Commissione Juncker per contrastare l’antisemitismo diventino un punto di svolta per il popolo ebraico in Europa”.
La Giornata della memoria commemora il giorno in cui 74 anni fa le forze alleate liberarono il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Per l’occasione, il Primo Vicepresidente Timmermans visiterà l’ex lager nazista, dove deporrà una corona di fiori davanti al Muro della Morte e accenderà una candela in memoria delle vittime. Il giorno seguente, a Cracovia, parteciperà a un Dialogo con i cittadini organizzato insieme al progetto della Regione Toscana “Treno della Memoria”. Al Dialogo assisteranno insieme studenti italiani e polacchi.
com.unica, 24 gennaio 2019