Si svolge dal 1 al 3 febbraio 2019 la settima edizione di ART CITY Bologna, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.
Coordinato dall’Area Arte Moderna e Contemporanea dell’Istituzione Bologna Musei, per il secondo anno consecutivo ART CITY Bologna si svolge sotto la guida di Lorenzo Balbi, direttore artistico di MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, con l’obiettivo di articolare una programmazione culturale di alto profilo in affiancamento alla manifestazione fieristica che, da tradizione, apre il calendario artistico annuale italiano. 
Non un semplice cartellone di eventi collaterali ma un vero e proprio festival del contemporaneo che coinvolge e connette in rete le migliori energie in uno dei momenti più vivaci per la città, nel 2019 ART CITY Bologna sostiene il percorso di rinnovamento avviato da Arte Fiera con la nomina di Simone Menegoi alla direzione artistica, confermando la propria centralità nella creazione di un contesto in grado di rafforzare il posizionamento di Bologna come punto di riferimento nello scenario dell’arte contemporanea nazionale e internazionale.
In una prospettiva di impegno congiunto per la costruzione di un’area attiva nella produzione contemporanea durante tutto l’anno e non solo nei quattro giorni in cui avviene l’evento fieristico, la principale novità di questa edizione di ART CITY Bologna sarà la durata più ampia. Il nucleo dei tre giorni del weekend si dilata infatti in una vera e propria art week che, a partire dal 25 gennaio, traccia un calendario di inaugurazioni in avvicinamento all’apertura di Arte Fiera il 1 febbraio.
Nel segno della continuità, viene confermato il format sperimentato lo scorso anno con successo, con un main program articolato in 1 evento speciale e 17 progetti curatoriali – tra mostre, installazioni e performance – che presentano le più varie espressioni delle pratiche artistiche contemporanee. Tutti gli eventi proposti saranno ancora una volta accomunati da tre elementi chiave: progetti monografici di artisti affermati o giovani emergenti, proposti da un curatore e ideati in relazione ad uno spazio specifico, tra cui luoghi inediti normalmente non accessibili al pubblico per iniziative espositive. 
La configurazione di ART CITY Bologna prevede inoltre la sezione ART CITY Segnala, in cui rientrano oltre 100 eventi selezionati da una commissione composta dai direttori artistici di ART CITY Bologna e Arte Fiera, oltre a un rappresentante del Dipartimento Cultura e Promozione della Città del Comune di Bologna. Un ricchissimo palinsesto di appuntamenti proposti dagli operatori culturali della città, tra cui istituzioni pubbliche e private, gallerie d’arte moderna e contemporanea (sia le associate al circuito Confcommercio ASCOM Bologna che le indipendenti), artist run space, spazi no-profit e luoghi non convenzionali.
Per favorire l’accessibilità sono predisposti orari di apertura estesi nelle sedi coinvolte e l’ingresso gratuito, in alcuni casi ridotto, per i possessori di qualsiasi biglietto Arte Fiera. 
Per le sedi dell’Istituzione Bologna Musei, nel weekend dal 1 al 3 febbraio, il biglietto di Arte Fiera consente l’ingresso gratuito alle collezioni permanenti, ridotto alla mostra Hokusai Hiroshige. Oltre l’onda al Museo Archeologico, mentre l’ingresso alle mostre temporanee di Mika Rottenberg al MAMbo e di Goran Trbuljak a Villa delle Rose, nelle tre giornate, è gratuito per tutti.
SPECIAL PROJECT
A sottolineare la stretta relazione tra il polo fieristico e il contesto cittadino, l’evento speciale di ART CITY Bologna 2019 si svolge all’interno del Padiglione de l’Esprit Nouveau, l’iconico edificio, replica fedele di un progetto firmato da Le Corbusier, che si affaccia su Piazza Costituzione, di fronte all’ingresso di Arte Fiera. Qui va in scena l’intervento performativo Anthropometry di les gens d’Uterpan, compagnia di danza formata nel 1994 a Parigi dal duo di coreografi francesi Annie Vigier e Franck Apertet: una “architettura in movimento” composta dai corpi “infiltrati” dei performers che, insinuandosi nel percorso di visita, anticipano i movimenti del visitatore, con azioni non identificabili e prevedibili.
Esplorando le limitazioni del corpo umano e le restrizioni della sua rappresentazione nello spazio architettonico (libero di muoversi o costretto in esso), les gens d’Uterpan ridefiniscono la pratica della danza, ribaltando il ruolo stesso di danzatore, coreografo e spettatore e reinterpretando così le arti performative. Così come Le Corbusier ha inventato il Modular, la scala di proporzioni basata sulle misure dell’uomo e da lui utilizzata come linea guida per la sua architettura, les gens d’Uterpan delegano l’azione ad altri e reinventano un loro vocabolario di movimenti e pause, in relazione alle caratteristiche architettoniche, allo scopo di creare un coinvolgimento collettivo.
MAIN PROJECT
Generazioni e pratiche diverse, tra giovani artisti emergenti e artisti affermati a livello internazionale, compongono il main program di ART CITY Bologna.
Nella Sala delle Ciminiere di MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna Mika Rottenberg allestisce la sua prima personale in un’istituzione museale italiana. Nota per un peculiare registro narrativo sarcastico e bizzarro, l’artista di origine argentina con base a New York presenta dieci fra le sue più recenti produzioni, che esplorano le contraddizioni e le connessioni celate dietro le economie capitaliste globali. Tra le opere esposte, tre nuove installazioni video la cui produzione è stata sostenuta da MAMbo in collaborazione con Goldsmiths Center for Contemporary Art London e Kunsthaus Bregenz. 
Nella notte dell’arte più attesa a Bologna, ART CITY White Night, torna l’appuntamento imperdibile del sabato sera al MAMbo. A partire dalle ore 20.00 il museo propone Abstract-house Set del dj e produttore statunitense Huerco S. a cura di Locomotiv Club. Precede il dj set di Messnr, un progetto di stratificazione di tracce sovrapposte in diretta da internet e, a concludere, Mayo Soulomon, dj e producer, fondatore e membro del collettivo Almost Black.
Villa delle Rose dedica la più ampia retrospettiva mai organizzata in Italia all’artista di origine croata Goran Trbuljak, attivo dalla fine degli anni Sessanta nel contesto dell’arte concettuale e del movimento noto come New Art Practice. L’esposizione dal titolo Before and After Retrospective, organizzata in collaborazione con il Centre d’Art Contemporain di Genève, presenta una selezione di alcuni dei suoi lavori più importanti realizzati negli ultimi 50 anni, tra dipinti, frottage, monocromi e monogrammi, fotografie, film, libri e documentazioni delle sue azioni di strada. Le opere in mostra sottolineano una capacità di toccare le corde interiori con un senso umoristico che distingue il lavoro di Trbuljak da quello di tanti altri artisti che, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, hanno lavorato sulla dematerializzazione dell’opera d’arte, con pratiche che implicano l’uso della parola e della performance.
Al MAST la personale fotografica Thomas Struth: Nature & Politics è incentrata sull’esplorazione del mondo della scienza e della tecnologia. Con queste immagini, l’artista si muove in mondi il cui accesso ci è solitamente precluso e ci mostra una serie di sperimentazioni scientifiche e ipertecnologiche, di nuovi sviluppi, ricerche, misurazioni e interventi che in un momento imprecisato, nel presente o nel futuro, in modo diretto oppure mediato, faranno irruzione nella nostra vita e ne muteranno il corso. 
L’Oratorio di San Filippo Neri diventa scenario per la delicata bellezza sospesa della mostra Collection de Nuages di Leandro Erlich. Tre nuvole sono racchiuse in imponenti vetrine come provenienti da un gabinetto di curiosità. Fragili forme, ma immagini riconoscibili, con cui l’artista sembra sfidare le leggi della fisica e invita lo spettatore a un viaggio onirico, una passeggiata tra capricci di forme mutevoli ma immobili.
Prima personale in Italia anche per il fotografo e videomaker belga Geert Goiris, visibile nel Salone Banca di Bologna – Palazzo De’ Toschi. La mostra Terraforming Fantasies, composta da una selezione di stampe fotografiche di diverso formato, uno slide show e una video installazione multicanale, viene presentata in un allestimento ambizioso e innovativo concepito appositamente dall’architetto Kris Kimpe, collaboratore abituale dell’artista, e si collega alla personale di Goiris presso la Royal Academy of Fine Arts di Anversa, in programma tra novembre e dicembre 2018.
Il progetto pulsazione#1 ECO di Emilio Fantin si svolge nell’Integratore, allestito negli spazi della Casa dei Risvegli Luca De Nigris. All’interno di tale dispositivo, un’installazione di veli metallici, ci si può accomodare in alti scranni nascosti in nicchie di tessuto non tessuto, concepiti per concentrarsi nell’ascolto. Il carico emotivo dell’aura generata dalla Casa dei Risvegli e dai suoi ospiti intensifica il potere evocativo della voce di coloro che, all’interno dell’Integratore, ne raccontano le storie.
Con il progetto Stone of Madness Christian Fogarolli crea una connessione con le collezioni del Museo di Palazzo Poggi, riflettendo sulle modalità di approccio alla cura mentale attraverso i secoli fino alla contemporaneità, da vecchie credenze popolari a odierne soluzioni farmacologiche. Nella Sala di Camilla si inserisce l’opera Leaven, una teca in vetro contenente tutti i manuali di diagnostica e statistica dei disordini mentali dal 1952 al 2015 che l’artista ha raccolto ed acquistato, il cui titolo in italiano – “lievitare” – simboleggia l’aumento esponenziale dei disturbi psichici dichiarati, mentre nella Sala dei paesaggi Fogarolli propone l’intervento site-specific Allégorie de la Folie basato su antiche credenze popolari e tradizioni di origine medievale.
L’atrio della Scuola di Ingegneria e Architettura dell’Università degli Studi di Bologna accoglie l’esecuzione in prima assoluta di SynAsTex Korrektur, la composizione più recente di Florian Hecker, uno dei massimi esponenti della computational music contemporanea. La messa in opera di questo nuovo “teatro della percezione” dà vita al dialogo tra la severa architettura razionalista dell’edificio universitario – che enfatizza l’equilibrio tra slancio verticale e solidità strutturale – e la musica elettronica dell’artista tedesco – che dall’immaterialità numerica riesce a far emergere delle vere e proprie presenze oggettuali: sculture sonore che si manifestano come realtà fluttuanti grazie alla sintesi uditiva dello spettatore.
Per la loro prima mostra a Bologna, il collettivo Alterazioni Video presenta il progetto diffuso dal titolo FORZA UOVA – dislocato tra la sede di Voxel e il Cinema Medica Palace, in collaborazione con Pop Up Cinema – con installazioni video, opere e props dalle ultime produzioni Turbo Film, un genere cinematografico che si pone tra gli spaghetti western e il neorealismo di YouTube. Ad arricchire il programma, una serie di incontri e appuntamenti con gli artisti: venerdì 1 febbraio una festa presso Voxel, sabato 2 febbraio un evento al Cinema Medica Palace e domenica 3 febbraio, presso la stessa sala cinematografica, la proiezione di una selezione di Turbo Film con un’introduzione di Lorenzo Balbi.
Dopo l’Arco di Augusto a Rimini e il cortile dell’Ambasciata Italiana a Berlino, fa tappa a Bologna l’intervento transitante di arte pubblica concepito da Patrick Tuttofuoco: la scultura luminosa mobile ZERO (Weak Fist) allestita in Porta San Donato, punto di accesso al quartiere universitario e ai suoi flussi multiculturali che disegnano ed evidenziano la dimensione internazionale di Bologna e la sua vocazione all’inclusione. Opera cangiante, visibile nella sua natura mediale durante la notte, ZERO (Weak Fist) ricerca le origini, acquisisce nuovi significati ed espande la portata del messaggio per la formazione di un patrimonio culturale comune. Tuttofuoco è anche protagonista di un programma didattico di attività che prevedono workshop e incontri con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Nel cuore del centro storico di Bologna, al secondo piano di Palazzo d’Accursio, Massimo Kaufmann presenta in Mille Fiate sei opere su tela di grande formato, allestite nella monumentale Sala Farnese decorata da un ciclo di affreschi del XVII secolo, realizzati dalla bottega di Carlo Cignani, che rappresentano alcuni episodi della storia della città di Bologna. Dalla letteratura alla pittura, nella ricerca di Massimo Kaufmann il cortocircuito di grazia avviene nel liminare tra i sensi di un Tiresia contemporaneo: una narrazione astratta che si dispiega su tele di colore dove l’occhio può discernerla e percepirne le atmosfere.
In un altro palazzo situato nel cuore della città e vicino alla sua celebre zona universitaria, apre un nuovo spazio espositivo dedicato a mostre temporanee ed eventi all’interno dei sotterranei di Palazzo Bentivoglio. Mostra inaugurale è Bologna Portraits di Jacopo Benassi, che racconta il rapporto speciale dell’artista con il contesto cittadino attraverso una selezione di fotografie realizzate durante i suoi soggiorni bolognesi negli ultimi anni. Il corpus centrale delle opere è composto da una serie di ritratti di personalità legate alla città: artisti, scrittori, imprenditori, uomini d’affari, baristi, stilisti, musicisti, animatori culturali, attori, i cui volti vanno a comporre un mosaico in grado di restituire un unico grande ritratto della Bologna di oggi.
Un altro progetto strettamente connesso all’identità della città, in questo caso al suo paesaggio urbano, è la mostra fotografica di Carlo Valsecchi Gasometro M.A.N. n. 3 visibile nel Salone degli Incamminati della Pinacoteca Nazionale di Bologna. Oltre alle torri medievali, un altro gigante si staglia nello skyline cittadino, svettando tra Porta San Donato e Porta Mascarella: il Gasometro Man n. 3, struttura alta circa 50 m con un diametro di 27 m, costruita nel 1927 e utilizzata fino al 1984 per stoccare il gas usato in città. Carlo Valsecchi lo ha fotografato con lo sguardo di chi considera gli edifici cosa viva: non fantasmi o testimonianze archeologiche inerti di un passato industriale, ma organismi in continua trasformazione. 
Il Cortile d’Onore di Palazzo d’Accursio ospita un dialogo con i linguaggi contemporanei accogliendo Uni-Verso, installazione di una scultura di grandi dimensioni costituita da putrelle in acciaio modellate, opera di Eduard Habicher. Mentre il colore rosso vivo ne sottolinea la grande forza emanando energia, la struttura forma una grande semisfera dove il visitatore può entrare sentendosi accolto da un abbraccio delicato e morbido all’interno di uno spazio delimitato che, allo stesso tempo, riesce a rimanere aperto e fluttuante.
L’artista britannico Rob Chavasse presenta Shutter, opera site specific per lo spazio espositivo TRIPLA. La mostra consiste in un murale a grandezza naturale, stampato direttamente sulle pareti con una pistola a getto d’inchiostro. Fondata nel 2016, TRIPLA ha ospitato mostre personali e collettive di artisti italiani e internazionali proponendo un format originale: vetrine dello spazio illuminate 24 ore su 24, 7 giorni su 7, sempre visibili dal pubblico. Dopo due anni di programmazione, il progetto di Chavasse segna la chiusura dello spazio, creando un’opera di natura effimera che rimanda al recente passato e al possibile futuro della galleria no-profit.
Infine, nello straordinario spazio del Cinema Modernissimo, che sarà presto restituito alla città, la Fondazione Cineteca di Bologna propone l’installazione sonora site specific Again New. Before the film del sound e visual artist Michele Spanghero, i cui lavori sono definiti da un approccio trasversale e un’estetica essenziale. Al Modernissimo Spanghero cerca di stimolare il coinvolgimento del pubblico alterandone sottilmente la percezione. Il silenzio, la risonanza acustica e le variazioni impercettibili del suono nello spazio e nella materia sono il nucleo della pratica sonora dell’artista. La sua attenzione si sofferma su frammenti ed elementi marginali dell’architettura, registrando semplici geometrie di luce, lontano dalle sovrastrutture e informazioni precostituite. 
Per la sezione ART CITY Cinema, la Fondazione Cineteca di Bologna torna inoltre ad esplorare le molte possibili relazioni, connessioni, sovrapposizioni tra arte e cinema con la programmazione di proiezioni cinematografiche al Cinema Lumière. 

com.unica, 30 gennaio 2019

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