Le coste sarde a rischio erosione per effetto dei cambiamenti climatici
Giornata Mondiale delle Zone Umide: due giorni di incontri, dibattiti, visite guidate ed escursioni didattiche. Gli eventi, promossi da MEDSEA, avranno luogo sabato 2 e domenica 3 febbraio in alcuni dei compendi più suggestivi del Golfo di Oristano e della Penisola del Sinis.
Secondo un recente studio dell’ENEA, entro il 2100 sette nuove aree costiere della Sardegna potrebbero essere sommerse a causa dell’innalzamento del mare. È il tema della Giornata Mondiale delle Zone Umide (World Wetlands Day), fissata il prossimo 2 febbraio 2019: le wetlands e i cambiamenti climatici. L’evento, che ricorre anche nell’isola, si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza delle zone umide, territori fondamentali per la mitigazione degli eventi climatici estremi.
Comincia con una due giorni di incontri, dibattiti, visite guidate ed escursioni didattiche in alcuni dei compendi più suggestivi del Golfo di Oristano e della Penisola del Sinis il programma di eventi, promosso da MEDSEA (Mediterranean Sea and Coast Foundation) con la partecipazione attiva di Comuni, Enti, Associazioni locali e partner coinvolti nell’iniziativa, in occasione della Giornata Mondiale delle Zone Umide, che da 21 anni ricorre il 2 febbraio, giorno in cui – nel 1971 – è stata adottata la Convenzione Internazionale per le Zone Umide nella città iraniana di Ramsar.
Sabato 2 e domenica 3 febbraio 2019 il territorio svela le sue bellezze a studenti e visitatori: dall’inaugurazione della mostra fotografica #SardiniaWetlands al laboratorio didattico organizzati nelle sale del Museo del Mare di Marceddì, dalle attività di birdwatching nelle zone umide limitrofe allo stagno di Cabras alle escursioni nella zona di Marceddì. E poi ancora degustazioni, concerti, tour per stagni e lagune e la visita guidata allo stagno di Sa ‘e Proccus (San Vero Milis) con il posizionamento di una postazione per l’osservazione delle gru.
Nella giornata inaugurale del 2 febbraio i due momenti di confronto con tutti gli attori del progetto: a Oristano, al Lido Restaurant, dalle 10 alle 12.30, è in programma il seminario scientifico promosso da MEDSEA dal titolo “Quali priorità per la conservazione dell’avifauna nel territorio del progetto MARISTANIS?” a cura di LIPU; a Terralba, nelle sale del Museo del Mare di Marceddì, dalle 15 alle 17.30, il convegno “Le zone umide alleate dell’uomo nella lotta ai cambiamenti climatici” promosso e coordinato da MEDSEA con la collaborazione dell’amministrazione comunale di Terralba.
Domenica, 3 febbraio, alle 12.00, al Museo del Mare di Marceddì, Daniela Ducato, imprenditrice della filiera di aziende sarde Edizero, Architecture for Peace, attività produttive di biomateriali realizzati esclusivamente con eccedenze e residui vegetali, animali e minerali, premierà i vincitori del CONTEST FOTOGRAFICO #SardiniaWetlands, promosso dalla Fondazione MEDSEA e coordinato dall’Associazione Fotografi Naturalisti Italiani – Sezione Sardegna (AFNI). Il contest era riservato agli studenti delle Scuole superiori della Sardegna.
Gli eventi, alcuni dei quali si protrarranno per tutto il mese di febbraio, sviluppano il tema della tutela degli ecosistemi delle zone umide, ecosistemi fondamentali per rinforzare la capacità naturale dei nostri territori a resistere agli impatti dei cambiamenti climatici.
ZONE UMIDE E PROGETTO MARISTANIS. L’iniziativa, a cura di MEDSEA, rientra in un circuito di appuntamenti in tutto il mondo, messi a sistema e divulgati tramite il sito dedicato alla giornata (www.worldwetlandsday.org). Cornice di riferimento della giornata è il progetto MARISTANIS, finalizzato alla definizione di un modello di gestione integrata delle zone umide e costiere del Golfo di Oristano e della Penisola del Sinis.
Al centro dell’azione di MARISTANIS c’è il territorio su cui insistono 13 Comuni (San Vero Milis, Riola Sardo, Nurachi, Cabras, Oristano, Santa Giusta, Palmas Arborea, Arborea, Terralba, Guspini, Arbus e Cuglieri), interessati dalla presenza di 6 siti Ramsar, cioè zone umide di importanza internazionale riconosciute dalla Convenzione omonima per un totale di 7.705 ettari, dai quasi 25mila ettari di mare protetto dell’Area Marina Protetta Penisola dei Sinis – Isola di Mal di Ventre, da 10 Siti di Interesse Comunitario (SIC) e 7 Zone di Protezione Speciale (ZPS), aree inserite nella Rete Natura 2000, il principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità.
com.unica, 30 gennaio 2019