Il Venezuela dei due presidenti e i rischi di nuova guerra fredda
Mosca, dopo Washington, sospende la propria partecipazione al Trattato antimissili Inf che vieta i razzi a breve e media gittata e annuncia lo sviluppo di nuovi propulsori a breve-media gittata. Pechino richiama sui rischi di conseguenze negative dall’esclalation (Reuters).
Nella giornata in cui Juan Guaidò ha chiamato ancora in piazza i venezuelani contro Maduro (Nyt), un generale dell’Aeronautica militare venezuelana, un video diffuso sui social, ha annunciato di riconoscere Guaidò come presidente legittimo del Paese (Reuters). La posizione del governo italiano che ha bloccato il riconoscimento di Guaidò da parte dell’Ue è “molto grave” secondo il presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani. Il leader chavista ha ringraziato l’Italia per l’appoggio, ma il sottosegretario agli Esteri Guglielmo Picchi gli ha risposto: “Lascia subito. Nessuna solidarietà da Roma. Non ti riconosciamo come presidente. Elezioni subito”.
Maduro ha proposto ancora di anticipare le elezioni parlamentari previste nel 2020, un trucco che servirebbe a togliere ai rivali il controllo dell’Assemblea nazionale (La Stampa). Ricordiamo che Maduro ha ancora il controllo delle Forze armate, anche se con un’economia allo sbando, un’iperinflazione del 10.000.000% (i prezzi triplicano ogni mese) e più di 2 milioni di venezuelani già espatriati per la fame, non è da escludere che i generali sacrifichino la testa del presidente per evitare una guerra civile.
La crisi in Venezuela ripropone lo scontro Usa-Russia in stile Guerra Fredda, scrive la Cnn. Il Cremlino sostiene il presidente venezuelano Nicolas Maduro, mentre Washington è dalla parte dell’autoproclamato presidente ad interim Juan Guaido. La storia a prima vista sembra avere tutti gli elementi di un thriller di spionaggio. Negli ultimi giorni si è parlato di mercenari russi, enormi spedizioni di lingotti e di trame oscure. In questo dramma Maduro si è assegnato il ruolo che fu un tempo di Fidel Castro. In un’intervista con l’agenzia di stampa statale russa RIA-Novosti, ha accennato a un tentativo di attentato alla sua vita sostenuto dagli Stati Uniti, dicendo: “Senza dubbio, Donald Trump ha dato l’ordine di uccidermi, servendosi della mafia colombiana.” Certamente le teorie cospirazioniste di Maduro – e il suo linguaggio di resistente al neocolonialismo americano – ricordano l’antica competizione tra Stati Uniti e Unione Sovietica in America Latina. Ma la Russia non sta appoggiando il suo governo in Venezuela per diffondere l’ideologia del marxismo. Più banalmente Mosca considera il Venezuela in termini squisitamente commerciali. La compagnia petrolifera russa Rosneft infatti ha tutto l’interesse per sostenere il governo di Maduro in quanto in passato gli ha fornito linee di credito per miliardi di dollari.
com.unica, 3 febbraio 2019