L’economia europea dovrebbe crescere per il settimo anno consecutivo nel 2019, con previsioni di espansione in tutti gli Stati membri. In generale si prevede una frenata del ritmo di crescita rispetto ai tassi elevati degli ultimi anni e le prospettive sono soggette a forte incertezza. È quanto emerge dalle Previsioni economiche d’inverno 2019 presentate oggi da Dombrovskis e Moscovici.  “Si prevede che tutti i paesi dell’UE continueranno a crescere nel 2019, il che significa più posti di lavoro e più prosperità. Le nostre previsioni sono tuttavia riviste al ribasso, in particolare per le maggiori economie della zona euro”, ha spiegato Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per l’Euro e il dialogo sociale, nonché per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’Unione dei mercati dei capitali. 

Si tratta, ha aggiunto, di una “revisione che riflette fattori esterni quali tensioni commerciali e rallentamenti sui mercati emergenti, in particolare in Cina. In alcuni paesi della zona euro riemergono preoccupazioni per il legame tra banche ed emittenti sovrani e per la sostenibilità del debito”. Inoltre, “la possibilità di una Brexit non ordinata crea ulteriore incertezza. Avere consapevolezza di questi rischi crescenti significa essere a metà dell’opera; l’altra metà consiste nella scelta della giusta combinazione di politiche: agevolare gli investimenti, intensificare gli sforzi per realizzare le riforme strutturali e perseguire politiche di bilancio prudenti”. 

CRESCITA ECONOMICA
L’attività economica ha subito una frenata nella seconda metà del 2018 a seguito del rallentamento della crescita del commercio mondiale, in un contesto in cui la fiducia è minata dall’incertezza e il prodotto in alcuni Stati membri ha risentito negativamente di fattori interni temporanei quali perturbazioni nella produzione automobilistica, tensioni sociali e incertezze della politica di bilancio. Di conseguenza, la crescita del prodotto interno lordo (PIL) sia nella zona euro che nell’UE è scivolata all’1,9 % nel 2018, in calo rispetto al 2,4 % del 2017 (previsioni d’autunno: 2,1 % per l’UE a 28 e la zona euro).

L’impulso economico all’inizio di quest’anno è stato contenuto, anche se i fondamentali restano solidi. La crescita economica continuerà, ma sarà più moderata. L’economia europea dovrebbe continuare a beneficiare del miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro, di condizioni di finanziamento favorevoli e di una politica di bilancio leggermente espansiva. Secondo le previsioni il PIL della zona euro dovrebbe crescere dell’1,3 % nel 2019 e dell’1,6 % nel 2020 (previsioni d’autunno: 1,9 % nel 2019 e 1,7 % nel 2020). Anche le previsioni di crescita del PIL dell’UE sono state riviste al ribasso all’1,5 % nel 2019 e all’1,7 % nel 2020 (previsioni d’autunno: 1,9 % nel 2019 e 1,8 % nel 2020).
Tra gli Stati membri più grandi, le revisioni al ribasso della crescita nel 2019 sono state consistenti per la Germania, l’Italia e i Paesi Bassi. Molti Stati membri continuano a beneficiare di una forte domanda interna, anche sostenuta dai fondi dell’UE.

INFLAZIONE
L’inflazione dei prezzi al consumo nella zona euro è scesa verso la fine del 2018 a causa di un forte calo dei prezzi dell’energia e di un’inflazione dei prezzi dei prodotti alimentari più bassa. L’inflazione di fondo, che esclude i prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari non trasformati, è stata modesta nel corso dell’anno, nonostante la crescita più rapida dei salari. L’inflazione generale (IAPC) è stata in media dell’1,7 % nel 2018, in aumento rispetto all’1,5 % del 2017. Con ipotesi sui prezzi del petrolio per quest’anno e per l’anno prossimo attualmente più basse rispetto a quelle formulate in autunno, l’inflazione della zona euro dovrebbe rallentare, attestandosi all’1,4 % nel 2019, prima di risalire leggermente all’1,5 % nel 2020. Nell’UE invece l’inflazione dovrebbe raggiungere in media l’1,6 % quest’anno e poi salire all’1,8 % nel 2020.

INCERTEZZE
Le prospettive economiche sono caratterizzate da un elevato livello di incertezza e le proiezioni sono soggette al rischio di revisione al ribasso. Le tensioni commerciali, che pesavano sul clima da un po’ di tempo, si sono in qualche misura affievolite ma continuano a destare preoccupazione. L’economia cinese potrebbe rallentare in modo più netto del previsto, in un contesto di vulnerabilità dei mercati finanziari mondiali e di molti mercati emergenti ai bruschi cambiamenti della percezione del rischio e delle aspettative di crescita. Per l’UE il processo della Brexit rimane una fonte di incertezza.

PER IL REGNO UNITO UN’IPOTESI PURAMENTE TECNICA PER IL 2019
Alla luce del processo di recesso del Regno Unito dall’UE, le proiezioni per il 2019 e il 2020 si fondano sull’ipotesi puramente tecnica dello status quo in termini di relazioni commerciali tra l’UE a 27 e il Regno Unito. Si tratta di un’ipotesi adottata unicamente a fini di previsione, che non ha alcuna incidenza sul processo in corso nell’ambito della procedura prevista dall’articolo 50.

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