L’Europa in Medio Oriente spera in una mano sui migranti ma tace sui diritti umani
Al summit Ue-Lega Araba a Sharm el-Sheikh il premier italiano Giuseppe Conte ha avuto un bilaterale con il presidente egiziano al Sisi. Al centro dell’incontro il nodo della Libia (Il Sole 24 Ore), dove negli ultimi giorni il generale Haftar, ha preso il controllo di molte aree nel sud-ovest a discapito di Fayez al Serraj. Alcune fonti avevano parlato di un incontro tra i due leader libici, ma Haftar avrebbe rifiutato.
Al summit il presidente al Sisi ha difeso la pena di morte in vigore in Egitto, sostenendo che ci sono “Paesi diversi con culture diverse” e rifiutando le accuse di processi condotti sommariamente e confessioni estorte con le torture. I leader europei si mordono la lingua sulla democrazia in cambio di una mano sui migranti, commenta oggi il Wall Street Journal).
Il Parlamento inglese voterà venerdì per inserire il gruppo libanese nella lista delle organizzazioni terroristiche. “Hezbollah prosegue nei suoi tentativi di destabilizzare la fragile situazione in Medio Oriente e quindi abbiamo deciso di non fare più distinzione tra l’ala militare, già messa al bando, e il partito politico”, ha detto il ministro degli Interni Sajid Javid (The Times).
Il ministro degli esteri iraniano Javad Zarif ha annunciato su Instagram le sue dimissioni, ancora formalmente non accolte dal presidente Rouhani. Zarif era finito nel mirino degli esponenti più anti-occidentali del Paese dopo l’uscita degli Usa dagli accordi sul nucleare (Guardian). Il presidente siriano, Bashar al Assad, si è recato in visita in Iran dove è stato ricevuto dall’ayatollah Ali Khamenei. Khamenei ha sottolineato che le vittorie militari dei due Paesi in Siria hanno inferto un “duro colpo” ai piani degli Stati Uniti.
com.unica, 26 febbraio 2019