“Il gioco del mondo” in scena a Torino
Titolo e tema scelti per la 32^ edizione del Salone Internazionale del Libro, in programma dal 9 al 13 maggio al Lingotto Fiere.
La cultura non contempla frontiere o linee divisorie, la cultura i confini li salta. Supera divisioni, frantuma muri, balza dall’altra parte. Per creare. Come fa il lettore del “contro-romanzo” di Julio Cortázar, grande maestro del Novecento, libro sconfinato e invito alla ribellione, alla fuga e all’avventura, perché costruito in modo che chi legge possa scegliere dove andare attraverso le pagine, da leggere oppure scartare. È “Il gioco del mondo“, una delle opere più felici e influenti degli ultimi cinquant’anni, titolo e tema scelti per la 32^ edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, che andrà in scena dal 9 al 13 maggio al Lingotto Fiere.
Julio Cortázar ha fatto della mescolanza di culture la propria forza: nato in Belgio da genitori argentini, girò l’Europa per poi trasferirsi in Argentina all’età di 5 anni. Nel 1951 andò a Parigi dove rimase fino agli ultimi giorni. Vissuti, idee, storie che si intrecciano e rendono questo scrittore uno dei migliori nel mettere in pratica una capacità che è un dono, quello della creazione fantastica. Julio Cortázar fu – ed è tuttora, perché dei classici bisogna parlare sempre al presente, se non al futuro – un ponte tra due continenti e tra diverse culture, per questo è lui a guidare i cinque giorni del Salone, a orientare pensieri e riflessioni. Per questo è lui a lanciare il sassolino immaginario, quello che nel gioco della campana, Rayuela in spagnolo, titolo originale dell’opera, serve a compiere il balzo, a superare il confine, per accorgersi, giocando, che quel limite è evanescente e labile perché disegnato solo con il gesso.
A firmare il manifesto 2019 del Salone del Libro di Torino è MP5, un’artista italiana nota per il suo stile di disegno in bianco e nero che utilizza in numerosi e differenti media, dai video di animazione al muralismo, fino all’installazione. Le sue immagini rimandano all’arte classica dando forma ad una nuova mitologia che sottende a una visione critica e politicamente impegnata della realtà. Attiva nella scena artistica underground e nella controcultura europea, negli ultimi dieci anni ha strettamente legato il suo lavoro a quella queer e femminista. La sua arte incisiva e l’immaginario non convenzionale che la contraddistingue ne fanno una madrina perfetta per quel grande laboratorio e inesausto luogo di sperimentazione che è il Salone del Libro.
Nata a Napoli, ha studiato scenografia per il teatro all’Accademia di Belle Arti di Bologna e animazione presso la Wimbledon School of Art di Londra. Dagli studi di scenografia deriva un legame stretto e duraturo con il teatro di ricerca, rintracciabile soprattutto nelle sue installazioni audio-video, ma che continua a influenzare anche i suoi grandi interventi murali, dislocati in numerose città d’Europa. Le sue opere sono state esposte in festival e musei. Nel 2013 ha rappresentato l’Italia per il progetto La Tour 13 a Parigi e nel 2016 ha tenuto la sua prima mostra personale italiana presso la galleria Wunderkammern di Roma. Ha collaborato con il regista Abel Ferrara, con la designer e gallerista Agnes B a Parigi e con la galleria Lazarides di Londra, e attualmente con Gucci per la campagna Chime for Change sull’uguaglianza di genere.
Qualche altra notizia, in attesa della presentazione ufficiale del Salone del Libro.
Non un Paese ospite, bensì una lingua ospite, lo spagnolo. Questa la novità e l’ambizione del Salone nel 2019. Poiché le frontiere sono linee immaginarie ma per molti invalicabili, la volontà che guida la manifestazione di maggio è quella di oltrepassarle, giocando per inventare e aprire passaggi. Fare questo è possibile esplorando una lingua che unisce popoli e Paesi, ovvero lo spagnolo, tra le più parlate al mondo e tra quelle che la letteratura ha scelto per esplorare a fondo il cuore degli uomini. A Torino, dal 9 al 13 maggio, è attesa una delegazione di autrici e autori provenienti dai Paesi del Centro e Sud America, per uno dei progetti più ambiziosi sul piano internazionale che il Salone abbia mai varato, e uno dei più belli. Per realizzarlo, fitte sono state sinergie e relazioni intessute con una serie di importanti soggetti istituzionali come l’Instituto Cervantes e l’Ambasciata Argentina e altri con cui il Salone sta lavorando. A questi si aggiunge il festival della letteratura in lingua spagnola di Perugia, Encuentro, punti di riferimento Bruno Arpaia e Giovanni Dozzini. Quest’idea prende anche forma. Diventa infatti La Plaza de los Lectores, con biblioteca, libreria, uno spazio dedicato a istituzioni e rappresentanze dai Paesi e uno da 120 posti per gli incontri. Una piazza fantastica.
Il Grand Tour, che porta Marco Pautasso, Nicola Lagioia e i loro ospiti, tra librerie e biblioteche, varcando anche i confini del Piemonte, per raccontare il Salone nei giorni che precedono la fiera, è anche occasione per incontrare ispanisti, libri, autori, e conoscere aneddoti e storie legate alla straordinaria cultura in lingua spagnola. Tra questi, Ernesto Franco, direttore editoriale di Einaudi, guida i lettori alla scoperta proprio di Julio Cortàzar, di cui è esperto conoscitore. Studioso della cultura ispano-americana, ha curato e tradotto non solo le opere dello scrittore argentino, ma anche quelle di Jorge Luis Borges, Octavio Paz, Álvaro Mutis, Ernesto Sabato e Mario Vargas Llosa. E ancora Vittoria Martinetto, traduttrice e ispanoamericanista, racconta due eccellenti esponenti della cultura ispano-americana: Mauel Puig, sceneggiatore argentino arrivato alla fama internazionale con la pubblicazione di Il bacio della donna ragno (1976) e Angelo Morino, traduttore e ispanista, che ha fatto conoscere ai lettori italiani tanti scrittori di quella provenienza culturale.
Regione ospite saranno poi le Marche, regione plurale che a Torino avrà un posto d’onore, esemplare di un’Italia forte della sua varietà culturale e molteplicità. Come la Sharjah Book Fair, che pure sarà ospite d’onore a Torino. La rassegna è il culmine dell’attività culturale del Paese: nata nel 1982 è l’evento letterario di primo piano nel mondo arabo. Quarta fiera del mondo, è occasione per incontrarsi e fare networking tra addetti ai lavori di diversi Paesi del mondo. Grazie a sua altezza Sheikh Dr. Sultan bin Muhammad Al Qasimi, presidente di Sharjah Book Authority, saranno presentate a Torino 40 traduzioni inedite di titoli italiani in lingua araba per promuovere la bellezza della conoscenza e lo scambio tra culture.
com.unica, 27 marzo 2019