Caos libico, Haftar alle porte di Tripoli
Le truppe del generale Khalifa Haftar sono arrivate alla periferia di Tripoli, dove sono iniziati gli scontri con le forze governative in tre sobborghi. L’obiettivo delle autoproclamatesi Forze armate libiche è conquistare l’aeroporto e da qui lanciare l’attacco decisivo alla capitale. Il governo Fayez al-Sarraj, l’unico riconosciuto dalla comunità internazionale ha accusato Haftar di tradimento (Al Jazeera). E intanto da Misurata è partita la controffensiva.
«Fermatevi» è l’appello che arriva all’unisono dal Palazzo di Vetro dove Antonio Guterres – riferiscono fonti Onu – avrebbe manifestato tutta la sua ira nei confronti dell’inviato Ghassan Salamé per l’impreparazione mostrata davanti al doppio guanto di sfida lanciato da Haftar (l’avvio dell’operazione militare e la manifestazione di voler proseguire l’offensiva) proprio durante la visita del segretario generale in Libia ed in vista della Conferenza nazionale di Ghadames in agenda per il 14-16 aprile (La Stampa). Tanto che Salame ha tentato di riprendere in mano la situazione proponendo una conferenza «riparatoria» il 9 e 10 aprile a Ginevra, a cui Haftar e Sarraj avrebbero dato un assenso che appare, più che altro, una possibile via d’uscita in caso le cose volgessero a svantaggio dell’uno o dell’altro.
I caschi blu sono in allerta, ma l’inviato Onu Ghassan Salamé continua a insistere perché si tenga la conferenza in programma dal 14 al 16 aprile per fissare le nuove elezioni. La Russia, che con l’Egitto sostiene Haftar, ha invitato entrambe le forze a trovare un accordo per evitare l’intervento di potenze straniere (Bbc). Anche gli Usa sono contrari all’azione militare, e su spinta di Francia e Italia i Paesi del G7 hanno promosso una dichiarazione comune per chiedere al generale Haftar (pur senza citarlo) di interrompere i movimenti militari verso Tripoli (Corriere).
com.unica, 7 aprile 2019