Caravaggio torna a Napoli, le opere del Merisi al Museo di Capodimonte
Si è aperta il 12 aprile al Museo e Real Bosco di Capodimonte la mostra “Caravaggio Napoli”, che approfondisce il periodo napoletano di Caravaggio e l’importante eredità lasciata dall’artista nella città partenopea. Promossa dal Museo stesso e dal Pio Monte della Misericordia, con la produzione e organizzazione della casa editrice Electa, la mostra è curata da Maria Cristina Terzaghi e Sylvain Bellenger e sarà allestita sino al 14 luglio.
Con un rigoroso approccio scientifico, “Caravaggio Napoli” mette a confronto 6 opere del Merisi provenienti da istituzioni italiane e internazionali e 22 quadri di artisti napoletani, che ne registrano immediatamente la novità venendone travolti, con soggetti ricorrenti nei dipinti del Maestro. Il riscontro visivo tra le opere raccolte in Sala Causa permette riflessioni e chiarimenti immediati sul legame tra l’artista e la città ed è accompagnato da un “diario”, una dettagliata crono-biografia che riorganizza le conoscenze letterarie e documentarie (edite e inedite) del periodo.
A Napoli Caravaggio visse complessivamente 18 mesi, durante i suoi due soggiorni: tra l’ottobre del 1606 e il giugno del 1607 e, successivamente, nell’autunno del 1609 per circa un anno, fino alla morte avvenuta a Porto Ercole nel viaggio di ritorno verso Roma, nel luglio del 1610. Mesi intensi e fondamentali per la sua vita e la sua produzione artistica, meno noti del periodo trascorso a Roma, che tuttavia segnarono definitivamente il percorso del maestro. Il legame del Merisi con il territorio ebbe un impatto incisivo sulla Scuola napoletana e nella costituzione della poetica del naturalismo partenopeo. Sia gli artisti più giovani, come Battistello Caracciolo, che quelli già attivi a Napoli, come Fabrizio Santafede, non poterono restare immuni al realismo caravaggesco e tentarono di adeguarsi alla novità. L’influsso toccò anche i colleghi della successiva generazione, quali Jusepe de Ribera o Massimo Stanzione.
Il progetto di mostra comprende la ricostruzione di un percorso documentato, attraverso la città, dei luoghi che l’artista frequentò e in cui visse. Tra questi il Pio Monte della Misericordia dove si trova lo straordinario capolavoro Sette opere di Misericordia realizzata dal Merisi per la cappella del complesso religioso nel 1607. La grande pala è riconosciuta tutt’oggi come una delle più significative rappresentazioni dei vicoli della città e dei suoi abitanti, e manifesta la potente e quasi antropologica connessione tra i dipinti di Caravaggio e l’indole napoletana.
Grazie alla collaborazione tra Google Arts & Culture e il Museo e Real Bosco di Capodimonte, i visitatori, attraverso schermi interattivi nel percorso di mostra, potranno osservare nei minimi dettagli tre dei dipinti napoletani dell’artista, ripresi ad altissima risoluzione attraverso la tecnologia Art Camera, fotocamera robotica creata appositamente per generare immagini di dipinti con la più alta risoluzione possibile. Le immagini sono inoltre accessibili su Google Arts & Culture dagli utenti di tutto il mondo.
com.unica, 16 aprile 2019