Nel tardo pomeriggio di ieri un incendio ha avvolto la cattedrale di Notre-Dame di Parigi, il secondo monumento più visitato della città, simbolo della capitale francese. Nel corso delle ore, le fiamme imponenti hanno distrutto la celebre guglia e due terzi del tetto. Non ci sono feriti tra i fedeli o i turisti, l’unico in gravi condizioni è uno dei 500 pompieri intervenuti con ingenti mezzi per domare il fuoco. Nella cattedrale erano in corso lavori di ristrutturazione. Secondo le prime ricostruzioni, l’incendio si sarebbe sviluppato da una delle impalcature dei cantieri. La Procura di Parigi ha annunciato l’apertura di un’indagine per “distruzione involontaria a mezzo di incendio” (Repubblica).

La struttura, per la quale i lavori di costruzione sono iniziati nel 1163, dovrebbe comunque essere salva. Adesso c’è preoccupazione soprattutto per le vetrate e i rosoni del XIII secolo che se sottoposti ad alte temperature possono anche esplodere (Guardian).

La città senza la sua guglia, patrimonio dell’umanità, sembra sfigurata, scrive Bernardo Valli su Repubblica. Nell’articolo si sottolinea come Notre- Dame, ribalta dell’agitata storia di Francia, diventa la protagonista di un celebre romanzo di Victor Hugo. La letteratura popolare si affianca alla politica rafforzando il significato simbolico della cattedrale. In “Notre-Dame de Paris”, ambientato nel Medio Evo, si racconta di Esmeralda, una bohémienne accusata di omicidio, e del gobbo Quasimodo, che suona le campane. Il successo del romanzo riabilita la cattedrale dissacrata dalla rivoluzione. Tutta la Francia è riassunta in Notre-Dame. Oltre a un monumento storico e un’attrazione turistica – che attira circa 13 milioni di visitatori all’anno – Notre Dame è il cuore della chiesa cattolica romana a Parigi.

Il presidente francese Emmanuel Macron, confermando che la facciata e i due campanili non dovrebbero essere a rischio, ha detto: “La ricostruiremo” e ha lanciato un “appello affinché i grandi talenti vengano a ricostruire Notre-Dame” (Le Monde). Intanto, però, nascono le prime polemiche sui lavori e sulla mancanza di fondi per il restauro (Repubblica). Gli edifici di culto in Francia sono stati confiscati alla Chiesa ma poi lasciati senza manutenzione. Notre-Dame cadeva a pezzi e i fondi stanziati per il restauro sono stati insufficienti a metterla in sicurezza.

Ma Notre-Dame non può morire scrive oggi Aldo Cazzullo sul Corriere. Notre Dame è un monumento alla fede e alla speranza. Possono bruciare le cose dell’uomo; ma quello che ci portiamo dentro è immune al fuoco come la salamandra, simbolo di Francesco I, non a caso il re che nella disgrazia commento: «Tutto è perduto, fuorché l’onore».

com.unica, 16 aprile 2019

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