La mostra al MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma. Resterà aperta fino al 30 giugno

È stato il fotografo più amato de “Il Mondo” di Pannunzio, dove in 14 anni ha pubblicato 573 foto, con reportage dall’Italia e dal mondo. Ha ritratto divi del cinema, scrittori, artisti, nobiltà e gente comune. Ha percorso le coste italiane con Pier Paolo Pasolini raccontando le vacanze degli italiani. È Paolo Di Paolo (Larino, Molise, classe 1925), straordinario cantore dell’Italia tra gli anni Cinquanta e Sessanta, che ha saputo raccontare con delicatezza, rigore e sapienza il Paese che rinasceva dalle ceneri della Seconda Guerra Mondiale. A lui e alla sua storia straordinaria il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma dedica una grande mostra, “PAOLO DI PAOLO. Mondo perduto”, a cura di Giovanna Calvenzi, nuova tappa della linea di ricerca sulla fotografia fortemente sostenuta da Giovanna Melandri, presidente della Fondazione MAXXI.

Dal 17 aprile scorso e sino al 30 giugno, allo Spazio Extra MAXXI sono in mostra oltre 250 immagini, molte delle quali inedite, parte dell’immenso archivio (250mila negativi, provini, stampe e diapositive) ritrovato per caso da sua figlia Silvia in cantina, una ventina d’anni fa. Paolo Di Paolo, infatti, poco dopo la chiusura de Il Mondo nel 1966, non sentendosi più “in sintonia con i tempi, con la società che si stava formando”, abbandona la macchina fotografica e, poco più che quarantenne, torna ai suoi studi filosofici e al settore editoriale, avviando una collaborazione con l’Arma dei Carabinieri per cui ha curato una ventina di volumi e 43 calendari. Di Paolo volta pagina e il suo meraviglioso, inestimabile archivio finisce in cantina, dimenticato. La mostra è accompagnata dal libro “Paolo Di Paolo. Mondo Perduto, Fotografie 1954-1968” (Marsilio 2018), presentato al MAXXI lo scorso dicembre.

La mostra
Il percorso di mostra è organizzato per sezioni, che si intersecano e dialogano tra loro e ruotano intorno al riallestimento della redazione de Il Mondo, con tanto di scrivania, lampade e immagini di Mario Pannunzio al lavoro con i suoi redattori.

La sezione Società/Roma racconta l’Italia che usciva dalla povertà, dall’analfabetismo, dal dopoguerra, tra speranze e contraddizioni, un Paese dove convivevano giovani donne a capo velato che a Campobasso portavano le ceste sulla testa e ragazze in shorts sul lungomare di Viareggio, la civiltà contadina e le officine Ferrari, trasporti a dorso d’asino e nuove linee aeree. Particolare attenzione è dedicata a Roma: Di Paolo ha fotografato la nobiltà romana e la società internazionale più brillante che frequentava la capitale, collaborando anche con Irene Brin per Harper’s Bazaar, ma anche i funerali di Palmiro Togliatti, con in primo piano un’anziana donna in lacrime. In Società/Mondo ci sono gli scatti dei suoi reportage in Giappone, in Iran, a New York. Ricchissime le sezioni dedicate a Artisti/intellettuali e Cinema, con i ritratti di pittori, poeti, scrittori, divi del cinema, per lo più inediti, scattati “per diletto”: Lucio Fontana alla Biennale, Carla Accardi a Roma, Renato Guttuso alla salita del Grillo, Mimmo Rotella mentre realizza un suo décollage a Piazza del Popolo, Ezra Pound, Tennesse Williams in spiaggia con il cane, Giuseppe Ungaretti con un gatto in braccio, un’inedita Oriana Fallaci che “gioca” a fare la diva al Lido di Venezia, Kim Novak che stira in camera al Grand Hotel, Sofia Loren che scherza con Marcello Mastroianni negli studi di Cinecittà, Monica Vitti e Michelangelo Antonioni che passeggiano leggendo il giornale, Simone Signoret e Yves Montand che si baciano all’Aventino; e poi gli “incontri impossibili” realizzati per il settimanale Tempo, con  Giorgio De Chirico insieme a Gina Lollobrigida, Salvatore Quasimodo con Anita Ekberg, Luchino Visconti con Mina, Nilde Iotti con Renato Rascel, Alberto Moravia con Claudia Cardinale. E sempre, con ciascuno dei personaggi ritratti, Di Paolo crea un rapporto di empatia, di fiducia e complicità che rende ogni scatto unico e inconfondibile: “molte delle sue foto – scrive Silvia Di Paolo – sono rimaste inedite proprio perché erano così intime che sarebbe stato inappropriato cederle ai giornali”. Come quelle di Yves Montand a Roma, Oriana Fallaci a Venezia, Anna Magnani sulla sabbia.
Proprio ad Anna Magnani è dedicato uno dei focus della sezione Cinema: giocando d’anticipo sui paparazzi che la inseguivano, conoscendo il garbo e lo stile di Di Paolo, la diva lo invita nella sua villa al Circeo e, per la prima volta, si fa fotografare col figlio. Un altro focus è dedicato a Pier Paolo Pasolini, ritratto a Roma al Monte dei Cocci, pensieroso sulla tomba di Gramsci al Cimitero Acattolico, a casa con la madre e, in Basilicata, sul set de Il Vangelo secondo Matteo, unico fotografo ammesso. Questo focus introduce anche quello su La Lunga Strada di Sabbia, il reportage sulle vacanze degli italiani realizzato nel 1959 dall’inedita coppia Paolo Di Paolo e Pier Paolo Pasolini per la rivista Successo diretta da Arturo Tofanelli: una delle immagini più iconiche ritrae proprio Pasolini che passeggia sulla spiaggia del Cinquale, a Viareggio,  mentre osserva giovani bagnanti.
“Nelle immagini di Paolo Di Paolo – dice Bartolomeo Pietromarchi, Direttore MAXXI Arte – volti noti e sconosciuti riemergono dal passato in pose e immagini mai viste prima restituendoci una prossimità e un’intimità sorprendenti, perché l’obiettivo di Di Paolo ne ha saputo cogliere in modo magistrale umori, caratteri, vanità e verità”.
“Negli anni che vedono diffondersi la fotografia “umanista” di derivazione francese a fianco delle immagini e degli scoop dei paparazzi romani – dice Giovanna Calvenzi – Di Paolo trova una strada autonoma, diversa, colta. Ha la capacità di entrare con passo leggero, a volte ridente, nel mondo dell’arte, della letteratura, del cinema. Possiede una naturale abilità di leggere l’insieme delle situazioni che inquadra e di collocare le persone nel rispetto dello spazio, in una sorta di “circolarità” di visione che obbliga il lettore a leggere le sue fotografie partendo dal soggetto per scoprire poi, attorno, tutti gli elementi che lo rendono centrale e protagonista”. 

com.unica, 24 aprile 2019

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