“Oltre le colonne d’Ercole, alla ricerca di una nuova luna”: i grandi del jazz a Vicenza
Dal 9 al 19 maggio il festival “New Conversations – Vicenza Jazz”. Tra i numerosi protagonisti spiccano Roy Paci & Aretuska, Chucho Valdés, Fabrizio Bosso, Enrico Rava e Paolo Fresu.
Viaggiatori della musica, esploratori del jazz, scopritori di nuovi territori artistici: a loro è dedicata la ventiquattresima edizione del festival New Conversations – Vicenza Jazz in programma dal 9 al 19 maggio e intitolata “Oltre le colonne d’Ercole, alla ricerca di una nuova luna”. Un tema che suggerisce grandi e inaspettati traguardi concertistici, quali infatti se attendono da un cartellone che spazia dalla somma divinità della musica cubana (Chucho Valdés) ai campioni del jazz italiano (Paolo Fresu, Mauro Ottolini e Fabrizio Bosso), da prime assolute di grande spessore storico (Enrico Rava-Michel Portal-Ernst Reijseger-Andrew Cyrille) a una sorta di notte degli Oscar jazzistici (con un poker di vincitori del Top Jazz 2018), da nomi di riguardo del jazz moderno e contemporaneo (Uri Caine, Peter Erskine, Shai Maestro, David Virelles e Ambrose Akinmusire) all’apertura popolare con gli Aretuska di Roy Paci.
Il Festival New Conversations – Vicenza Jazz 2019 è organizzato dal Comune di Vicenza e dalla Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, in coproduzione con Trivellato Mercedes Benz e in collaborazione con il Bar Borsa.
Oltre che sul piano artistico, il programma di Vicenza Jazz (affidato alla direzione del suo fondatore Riccardo Brazzale) punta a raggiungere dimensioni da Guinness dei primati anche sul fronte quantitativo: una kermesse colossale, con oltre 150 eventi. L’intera città offrirà i suoi spazi alla musica, dai teatri alle chiese, le piazze e le strade, i palazzi antichi e i musei, gli innumerevoli jazz club e i tantissimi locali. Musica a tutte le ore, anche ‘piccole’.
Gli ingredienti principali del cartellone sono già definiti: i concerti di prima serata al Teatro Comunale, in Piazza dei Signori e nella maestosa scenografia del Teatro Olimpico, i peculiari concerti di mezzanotte nei cimiteri, gli appuntamenti al Jazz Café Trivellato – Bar Borsa sotto la Basilica Palladiana. A tutto ciò si aggiungeranno poi innumerevoli altri live, proiezioni cinematografiche, presentazioni editoriali, seminari e masterclass, mostre e convegni, readingpoetici.
Vicenza Jazz 2019, prima di insediarsi nei teatri cittadini, avrà una serata di ‘riscaldamento’ giovedì 9 maggio all’Auditorium Fonato di Thiene. Un prologo al festival con protagonista uno dei grandi esponenti del jazz italiano, il sassofonista Claudio Fasoli, il cui ruolo fondamentale nella musica improvvisata nazionale è stato rimarcato dalla successo riscosso (podio nel Top Jazz 2018) dalla riedizione dei suoi storici album Land e Bodies. A Thiene, Fasoli guiderà il suo corposo ensemble “Inner Sounds”.
Per la prima serata ufficiale del festival, venerdì 10 maggio al Teatro Comunale, Vicenza Jazz giocherà una delle migliori carte del suo mazzo: il pianista cubano Chucho Valdés, che porta in tour il secondo ‘episodio’ discografico del suo rivoluzionario ed esuberante “Jazz Batá”. Al suo primo apparire, all’inizio degli anni Settanta, questo organico suscitò scalpore: faceva jazz rinunciando alla batteria in favore dei batá, i tamburi rituali della religione Yoruba. Valdés da allora ha continuato a valorizzare questa idea, dimostrandone la lungimiranza.
Sabato 11 maggio, Roy Paci & Aretuska, una delle band più esplosive e coinvolgenti del panorama alternativo italiano, torneranno in Piazza dei Signori per il tradizionale concerto gratuito. Già protagonisti in piazza nel 2011 (uno dei ricordi più indelebili della storia del festival per quantità di affluenza di pubblico ed entusiasmo scatenato dalla musica), Paci e gli Aretuska esibiscono una spiccata tendenza al melting pot musicale: una convivenza di swing, rock, ska e ritmi caraibici, senza dimenticare la ricca tradizione siciliana.
Domenica 12 il festival entrerà nella scenografica cornice del Teatro Olimpico, con il trio del pianista Uri Caine, campione e figura fondamentale dell’avant jazz newyorkese e particolarmente legato al festival vicentino, dove è stato più volte protagonista di importanti serate musicali.
Lunedì 13, al Teatro Comunale, ci si sintonizzerà su frequenze musicali più viscerali con la Dr. Um Band del batterista Peter Erskine: un gruppo che viaggia alla massima velocità in equilibrio tra fusion, funk e jazz contemporaneo.
Un altro ‘amico del festival’, oltre che ospite musicale di assoluto riguardo, è il trombettista Paolo Fresu: sarà protagonista della serata di martedì 14 al Teatro Olimpico, la cui peculiare acustica naturale amplierà i confini della sua esibizione in totale solitudine. Inoltre, nel pomeriggio di lunedì 13, Fresu sarà ospite del festival Poetry Vicenza per presentare il suo libro di poesie alle Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari).
Ancora una serata col miglior jazz italiano mercoledì 15 al Comunale con il nuovo progetto “Storyville Story” che riunisce due dei più brillanti ottoni nazionali, il trombone di Mauro Ottolini e la tromba di Fabrizio Bosso, che si avventureranno su un terreno congeniale a entrambi: un viaggio musicale alla scoperta del jazz primigenio di New Orleans.
Giovedì 16 al Teatro Olimpico si farà luce sulle più attuali tendenze del pianoforte jazz e più in generale sulla forza propositiva delle nuove leve della musica improvvisata: prima con il trio dell’israeliano Shai Maestro poi con un duo in prima assoluta che affianca il piano di David Virelles (ampiamente apprezzato in occasione di Vicenza Jazz 2018) e la tromba di Ambrose Akinmusire.
La serata proseguirà poi al Cimitero Acattolico, dove a mezzanotte il Trio Ammentos e la vocalist Diana Torto eseguiranno un progetto ispirato alle liriche dell’Antologia di Spoon River, particolarmente adatto alla suggestiva location.
Il concerto di mezzanotte al cimitero, un’idea inconsueta e suggestiva che da ormai numerose edizioni caratterizza il festival, quest’anno farà il bis. Venerdì 17, questa volta al Cimitero Maggiore, il rituale sonoro sarà celebrato dal trio del clarinettista Gabriele Mirabassi assieme al violoncellista Ernst Reijseger.
Ma la serata del 17 avrà anche il suo immancabile appuntamento in teatro, al Comunale, dove si assisterà alla Top Jazz Night, con un triplice set che vedrà coinvolti ben quattro vincitori della più recente edizione del referendum indetto dalla rivista Musica Jazz. Si ascolteranno l’Horn Trio della contrabbassista Federica Michisanti (miglior nuovo talento italiano dell’anno), il trio del pianista Franco D’Andrea (miglior musicista italiano dell’anno) e la Lydian Sound Orchestra diretta da Riccardo Brazzale (migliore formazione italiana dell’anno) alla quale si unirà come ospite speciale Ambrose Akinmusire (autore del migliore disco internazionale dell’anno).
Sabato 18 maggio sarà una serata destinata a fare storia: sul palco del Teatro Olimpico saliranno Enrico Rava, Michel Portal, Ernst Reijseger e Andrew Cyrille: quattro mostri sacri del jazz dalle venature più sperimentali e ricercate. La loro “Free Connection” è una prima assoluta creata appositamente per il festival, un concerto che tira le somme di quattro memorabili carriere: quelle di due colossi del jazz europeo come Rava e Portal, di un maestro dei ritmi afroamericani come Cyrille e di un rivoluzionario del violoncello come Reijseger. Ci si può attendere di tutto: il free è l’elemento che lega tra loro le storie individuali di questi ‘magnifici quattro’, ma ognuno di loro ha saputo poi esprimersi anche con un linguaggio assai lirico. Sarà anche un inno alla longevità artistica: Rava e Cyrille compiranno 80 anni nel corso del 2019, mentre Portal ha già raggiunto il traguardo degli 83.
Al Teatro Olimpico si terrà anche l’epilogo del festival, domenica 19, con un abbinamento decisamente cool. Lo spagnolo Jorge Rossy (celeberrimo per il suo lungo sodalizio con Brad Mehldau), alla guida del Pedrollo Clinic Ensemble, porterà in scena i frutti di un accurato lavoro didattico svolto al Conservatorio di Musica “A. Pedrollo” di Vicenza. A seguire, un ‘titano’ del sax tenore nazionale, Pietro Tonolo, proporrà uno dei suoi progetti di maggiore accuratezza estetica e successo, “Lennie’s Pennies”, nel quale troveremo ancora Jorge Rossy: il repertorio è dedicato a Lennie Tristano ed Herbie Nichols, pianisti di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita.
Ad animare le notti festivaliere, sotto i portici della Basilica Palladiana, ci sarà inoltre il Jazz Café Trivellato – Bar Borsa, che terrà alta la tradizione della vita notturna da jazz club con la sua stimolante programmazione dalle credenziali solidamente jazz, come è chiaro sin dal primo live, il 10 maggio, con Five Miles More, tributo a Miles Davis realizzato da Robert Bonisolo, David Boato, Luca Mannutza, Lorenzo Conte e Alfred Kramer. L’11, data la coincidenza con il concerto di Roy Paci in piazza, niente musica dal vivo bensì una selezione di vinili. Il 12 un turbine sassofonistico, coi quattro baritoni (più batteria) dei Barionda: Javier Girotto, Florian Bramböck, Helga Plankensteiner, Giorgio Beberi. Jazz metropolitano il 13, grazie al quartetto “Axiom” del batterista Dejan Terzic, con comprimari di lusso come Chris Speed, Bojan Z, Matt Penman. Il quartetto “Johnny Come Lately”, che si ascolterà il 14, è un omaggio a Johnny Hodges, con il sax in mano a Cristiano Arcelli. Un’incursione nel repertorio pop-rock rivisto in chiave jazz il 15, con il quartetto Purple Rain. Il 16 un balzo nel cuore del jazz afroamericano con il Black Art Jazz Collective: un cast all stars con Jeremy Pelt, Wayne Escoffery, James Burton III, Xavier Davis, Vicente Archer, Johnathan Blake. Jazz, pop e rock flirteranno ancora assieme con il No Smoking Quartet del vocalist Alan Farrington (il 17). Il 18, il trio del batterista Ferenc Nemeth (con Gregory Tardy e Tzumo Olah) darà ancora una dimostrazione dei proficui legami tra scena statunitense ed est europea. La sera del 19, una Jam Session fornirà la colonna sonora al calare del sipario sul festival.
com.unica, 26 aprile 2019
*In alto un’immagine di repertorio dall’archivio di Vicenza jazz: Enrico Rava al Teatro Olimpico (foto di Riccardo Contarin)