La Commissione europea ha pubblicato questa settimana la relazione annuale che valuta come le istituzioni dell’UE e gli Stati membri abbiano applicato la. In occasione del 10º anniversario della Carta dei diritti fondamentali dell’UE, la Commissione europea ha pubblicato anche un’indagine Eurobarometro sulla consapevolezza dei cittadini in merito.
Dalla relazione emerge che, grazie alla Carta, negli ultimi dieci anni nell’operato delle istituzioni dell’UE si è sviluppata una cultura dei diritti fondamentali. Tuttavia, il documento risulta essere ancora poco conosciuto e non sfruttato al massimo del suo potenziale a livello di catena di applicazione.
“A dieci anni di distanza, la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea tiene fede alle promesse”, il commento del Primo vicepresidente Frans Timmermans. “Si tratta della colonna portante della nostra Unione di valori, che definisce diritti, libertà e principi. Perché la Carta incida in modo più efficace sulla vita dei cittadini, questi devono conoscere i propri diritti e sapere a chi rivolgersi nel caso in cui siano violati. Per questo è importante continuare a parlare della Carta e fare in modo che le persone sappiano cosa comporta realmente essere europei”.
La Carta, ha aggiunto Vera Jourová, Commissaria per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere, “è citata dai tribunali e applicata dall’UE attraverso le recenti iniziative volte a tutelare i diritti dei cittadini, eppure solo un europeo su dieci sa di cosa si tratta, rendendo difficile per i cittadini sfruttarne appieno il potenziale. Per questo motivo invito i governi nazionali, gli attori della società civile e tutti i difensori dei diritti a sensibilizzare sul tema e a far sì che la Carta sia una realtà per tutti i cittadini”. 
Secondo la relazione, i responsabili politici sono sempre più consapevoli dell’importanza di garantire che le varie iniziative rispettino i diritti sanciti dalla Carta. L’Unione Europea ha adottato numerose misure volte a tutelare i diritti fondamentali delle persone, come il regolamento generale sulla protezione dei dati.
Le autorità nazionali, compresi gli organi giurisdizionali, sono tenute ad applicare la Carta quando attuano il diritto dell’UE. I riferimenti a questo documento da parte della Corte di giustizia dell’Unione europea sono notevolmente aumentati, passando da 27 nel 2010 a 356 nel 2018. Anche gli organi giurisdizionali nazionali fanno riferimento alla Carta nelle loro decisioni e si rivolgono sempre più spesso alla Corte di giustizia dell’Unione europea per chiedere orientamenti.
Tuttavia, la Carta non è ancora sfruttata al massimo del suo potenziale ed è ancora poco conosciuta, soprattutto a livello nazionale. L’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali evidenzia la mancanza di politiche nazionali che ne promuovano la conoscenza e l’attuazione. L’indagine Eurobarometro odierna mostra che, sebbene ci sia un leggero miglioramento rispetto al 2012, solo quattro cittadini su dieci hanno sentito parlare della Carta e solo uno su dieci sa di cosa si tratta. Sei cittadini su dieci hanno dichiarato di voler essere maggiormente informati sui diritti sanciti nel documento e su come comportarsi nel caso in cui siano violati.
Per quanto riguarda l’applicazione della Carta nel 2018, la relazione menziona le principali iniziative dell’UE: garantire la protezione degli informatori a livello di UE (norme minime per garantire un livello di protezione elevato degli informatori); promuovere i diritti elettorali (misure volte a promuovere elezioni libere ed eque, comunicazione sulla disinformazione e invito rivolto alle piattaforme online e all’industria pubblicitaria ad agire per contrastare le notizie false); e contrastare l’illecito incitamento all’odio online (monitoraggio dell’impatto del codice di condotta per contrastare l’incitamento all’odio online).
La relazione mostra infine che vi sono margini di miglioramento, soprattutto a livello nazionale. Il mancato rispetto dello Stato di diritto e della normativa in materia di asilo è stato e rimane un problema in parte dell’UE.
Il 12 novembre di quest’anno la Commissione europea, la presidenza finlandese dell’UE e l’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali terranno una conferenza per celebrare il decennale della Carta. I partecipanti rifletteranno su come migliorarne l’utilizzo sul campo, negli Stati membri.

CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI
Con l’entrata in vigore del trattato di Lisbona il 1º dicembre 2009, la Carta dei diritti fondamentali è diventata giuridicamente vincolante e da allora la Commissione europea ha pubblicato annualmente una relazione sulla sua applicazione.
Le relazioni annuali monitorano i progressi compiuti nei settori di competenza dell’UE, mostrando come si è tenuto conto della Carta in situazioni reali, in particolare nel proporre nuovi atti legislativi dell’UE, e considerano il ruolo delle istituzioni dell’UE e delle autorità degli Stati membri nell’assicurare che i diritti fondamentali diventino una realtà nella vita dei cittadini.
La Commissione coopera con le autorità competenti a livello nazionale, locale e dell’UE per informare meglio i cittadini sui loro diritti fondamentali e sulle sedi appropriate a cui rivolgersi per chiedere aiuto in caso di violazione di tali diritti. Informazioni pratiche sono disponibili sul portale e-Justice. 

com.unica, 10 giugno 2019

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