All’Opéra Royal de Wallonie-Liège è in scena fino al 28 giugno “I Puritani” di Vincenzo Bellini nella sua versione integrale. Una produzione ben riuscita grazie alla direzione musicale forte e leggera del Maestro Speranza Scappucci, alle scelte della regia di Vincent Boussard che ha reso il tutto dinamico – innanzitutto con la presenza muta (brava Sofia Pintzou) dell’alter ego ombroso di Elvira -, ai quattro ruoli chiave che necessitano voci chiare e potenti, nonché performance credibili: questo reso possibile da Lawrence Brownlee (Lord Arturo Tablot), Zuzana Marková (Elvira), un sempre più bravo Mario Cassi (Sir Riccardo Forth) e Luca Dall’Amico (Sir Giorgio), che abbiamo intervistato.

Ci parli del suo personaggio…

Giorgio, zio di Elvira e fratello di Valton, si trova in una realtà non sempre facile dove suo fratello, padre di Elvira, spesso assente e distaccato nei confronti della propria figlia, non assume il più delle volte le sue responsabilità. Ecco che Giorgio si vede costretto anche dall’amore che prova nei confronti di Elvira ad accudire e consolare, rassicurare la giovane figlia. Abbiamo lavorato molto nel ricercare questo legame tra Giorgio ed Elvira. Giorgio si trova inoltre nella situazione di intermediario tra Elvira e il resto del mondo che la circonda. Sempre attento ad ogni sua reazione. Lui stesso provoca reazioni nei confronti di Elvira per comprenderla, per studiarla e per dimostrare spesso anche al padre il vero stato della figlia, per dimostrargli di quanto amore Elvira necessiti.

Giorgio e Riccardo. Un’altra relazione per Giorgio molto molto importante nella storia. Riccardo è chiaramente infelice del fatto che non sposerà Elvira e che lei ama Arturo; Giorgio inoltre ha profondamente lavorato su suo fratello affinché egli conceda di far sposare Elvira ad Arturo resosi conto del grande amore tra i due giovani. Giorgio cerca sin dall’inizio una soluzione anche nei confronti di Riccardo affinché egli comprenda l’amore tra Elvira ed Arturo. Ci troviamo dunque di fronte a due rapporti totalmente diversi: Giorgio-Elvira e Giorgio-Riccardo. Un lavoro dunque volto a sostenere fortemente l’amore paterno tra Giorgio ed Elvira mentre tra Giorgio e Riccardo vediamo un continuo confronto che deve portare all’accettazione da parte di Riccardo dell’amore tra Elvira ed Arturo.

Un grande lavoro psicologico che vive sull’energia che possiamo trasmettere al pubblico. Energia che nasce e vive proprio con queste due importanti relazioni.

Lei gira il mondo grazie al suo lavoro: ha percepito da parte del pubblico una maniera di recepire l’opera comune ai diversi Paesi oppure in qualche teatro ha notato una reazione spiccatamente diversa?

Ma certo il pubblico è sempre diverso e questo è un aspetto davvero interessante ed accattivante del nostro lavoro e della nostra vita sulla scena. Ma comune è il grande amore verso l’opera. Liège in particolare ha un pubblico molto attento e appassionato; nelle produzioni che avuto il piacere di affrontare au questo palcoscenico riscontro sempre grande affetto e calore. Ho trovato sempre grande calore in paesi come il Giappone dove organizzano molto spesso incontri veri e propri con il nostro pubblico alla fine delle rappresentazioni; incontri che possono durare anche un’ora o più. Voglio citare anche una recentissima esperienza a Santa Barbara in California dove al termine del Requiem di Verdi, il pubblico attende letteralmente estasiato diversi secondi prima di applaudire e di dimostrare una gioia davvero grande. Ma soprattutto cosa dire di alcuni grandi amanti dell’opera che troviamo spesso nel mondo e che ci seguono con sempre grande amore? È una soddisfazione ricevere propri cd e foto e soprattutto incontrarli, ascoltare le loro sensazioni sulla rappresentazione e ancor più sui diversi ruoli nei quali mi ascoltano tra i vari teatri; è davvero interessante ascoltare cosa loro pensano in rapporto ad un nuovo debutto piuttosto che allo stesso ruolo ma in diverse produzioni, teatri e paesi.

C’è un’aria che istintivamente Le viene da citare fra le tante che ha interpretato?

Credo di poter citare Don Giovanni, Serenata. La trovo straordinaria vocalmente e di grandissima emozione. Inoltre all’interno dell’opera è un momento davvero bello. Oggi posso aggiungere anche I Puritani, Cinta di Fiori. È davvero un incomparabile esempio di linea vocale, un’aria espressiva e molto impegnativa. La amo davvero molto.

Qual è stato il suo primo approccio all’opera? Racconti…

Il mio primo approccio all’opera risale all’epoca del conservatorio quando con la mia classe andammo alla Fenice di Venezia. Non è nato immediatamente l’amore per l’opera; ero un organista e un trombonista. Ma soprattutto in quanto organista (all’epoca avevo 16 anni), l’opera era qualcosa di lontano. Ma poi non molto tempo dopo quest’esperienza il mio maestro di canto corale mi prelevò letteralmente e mi presentò all’insegnante di canto lirico; dunque cominciò la mia esperienza con l’opera e il canto. Esperienza che terminò immediatamente proprio per l’amore che provavo nei confronti dell’organo. L’opera arrivò chiaramente immediatamente dopo il mio diploma d’organo ed è diventata presto la mia vita.

E la sua prima esibizione? come andò?

La mia primissima esibizione sulla scena fu all’Arena di Verona in Carmen nel 2003 dove Escamillo era Samuel Ramey. Devo dire che l’emozione era enorme e indescrivibile. Studiavo canto solo da un anno.

Come spiegherebbe l’opera a un adolescente di oggi?

In realtà credo che la migliore spiegazione dell’opera sia il viverla direttamente nel teatro. È l’esperienza che arriva prima di tutto. L’impegno è di coltivare l’amore verso questo mondo “fantastico”, l’amore verso i colori, le melodie, i profumi dell’opera e del teatro. Credo fortemente che ogni adolescente possa avere opere più o meno amate come ognuno di noi. Sono certo inoltre che proporre l’opera e il teatro ai più piccoli sia davvero la chiave per avere un pubblico davvero attento ed appassionato nel nostro futuro.

Ci dà qualche anticipazione della sua agenda per la prossima stagione?

Sì, prevedo diverse produzioni per i prossimi anni e in particolare posso già citare un titolo che adoro e che ho già cantato all’opera di Firenze e cioè Cenerentola nel ruolo di Don Magnifico. Questa produzione avrà luogo in Italia a Catania e il ruolo è assolutamente tra quelli che adoro. Posso anche già dire che Liège mi vedrà in cartellone per due titoli Madama Butterfly e Alzira.


Cast: https://www.operaliege.be/spectacle/i-puritani/#distribution

Foto di scena: © Opéra Royal de Wallonie-Liège

Giovanni Zambito, com.unica 27 giugno 2019

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