Il 30 agosto 2015 viene diffusa la notizia della distruzione del Tempio di Bel nel sito archeologico di Palmira, occupato dai miliziani di Isis il 21 marzo dello stesso anno. La notizia è confermata il giorno seguente dall’Onu grazie a foto satellitari, insieme alla devastazione del Tempio di Baalshamin. È l’inizio della campagna predatoria dei resti dell’antica città che con alterne vicende durerà fino a marzo del 2017, quando unità militari russe e siriane debellano definitivamente le truppe dello Stato Islamico. È in questi mesi che Michela Zasio comincia a riportare su tele di grande formato le immagini dei monumenti di Palmira, visitati anni prima e divenuti spunto creativo nell’urgenza della loro cancellazione. Un’opera intensa, una serie di quadri esposti per un primo periodo a Dubai e ora ospitati nello spazio V&A della Fabbrica del Vapore di Milano.
Qui la mostra “Dal deserto alla tela. Memorie di Palmira” che Michela Zasio dedica all’antica città siriana è stata inaugurata mercoledì 2 ottobre nell’ambito degli Stati Generali del Mediterraneo. La mostra, allestita dall’architetto Giuliana Zanella, sarà aperta al pubblico sino al 24 novembre.
Quattordici tele di grandi dimensioni immergono il visitatore in una dimensione onirica. Le immagini di questi antichi monumenti ormai distrutti galleggiano come sprazzi di luce e colore negli ambienti di archeologia industriale della Fabbrica del Vapore. Un dialogo diacronico con gli spazi un tempo dedicati alla manifattura che restituisce il senso di un’opera creativa dedicata alla ricostruzione e conservazione della testimonianza di una civiltà perduta.
I resti del Teatro, il Tempio di Bel, l’Arco monumentale del Grande Colonnato, il Temenos sopravvivono in queste tele sconfiggendo la furia iconoclasta che ha cercato di cancellarli dalla memoria dell’umanità. Impressi sulla tela con mano sapiente, rivivono oggi davanti allo spettatore forti del loro carattere eterno.
“Quando ho potuto ammirare i recenti lavori di Michela Zasio dedicati ai templi palmireni distrutti dall’ISIS”, scrive Andrea Vento nella prefazione al catalogo, “non ho avuto dubbi sulla necessità di produrre ed ospitare questa bella mostra presso lo Spazio V&A alla Fabbrica di Vapore di Milano. Una mostra che potremmo dedicare a Khaled Al-Asaad, archeologo e custode del Parco Archelogico di Palmira che fu ucciso dai sicari dell’ISIS per non aver voluto rivelare dove aveva nascosto importanti cimeli. Forse non a caso”, conclude Vento, “il volto di Al-Asaad è ritratto in un bel murale del perimetro della Fabbrica del Vapore”.
“Il declino del Mediterraneo va di pari passo con la grave crisi che imperversa a sud delle Alpi, che è economica (Italia e Grecia), politica (Turchia e Egitto) e umanitaria (Libia e Siria)”, ha aggiunto Giampaolo Berni Ferretti, presidente di Milano Vapore. “Abbiamo voluto questo ciclo di eventi chiamato “Stati Generali del Mediterraneo” proprio per ricominciare a lavorare per un luogo che sia di pace, benessere e sviluppo, ovvero a volere un: Mediterraneo mare che unisce, incontro tra le culture e luogo di sviluppo”. 

com.unica, 9 ottobre 2019

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