Alla fiera di Parma l’edizione 2019 di Cibus Tec
“Nei suoi 80 anni di storia, Cibus Tec ha contribuito, e contribuisce tuttora, sia allo sviluppo del territorio, che alla crescita dell’economia, locale e nazionale, in un comparto in cui l’Italia è leader e punto di riferimento per la determinazione degli standard qualitativi e di sviluppo della tecnologia applicata al processo alimentare. Di edizione in edizione questo evento si è sempre allineato con le esigenze di innovazione dell’industria sapendo individuare le tematiche più “calde” in termini di processing, packaging e distribuzione. Anche quest’anno siamo qui a confrontarci sulle nuove sfide mondiali e sulle grandi opportunità che il mondo offre”. Con le parole di Gian Domenico Auricchio, Presidente di Fiere di Parma, si è aperta ieri l’edizione 2019 di Cibus Tec, alle Fiere di Parma, in scena fino al 25 ottobre.
Nonostante l’assenza fisica, non è mancato il messaggio del Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali, Teresa Bellanova: “nel presentare Cibus Tec nel giugno scorso è stato sottolineato come questa 52° edizione nasca nel segno dell’internazionalizzazione, rivendicando il ruolo guida del nostro Paese nelle tecnologie alimentari. Nei momenti più tremendi della crisi di questi anni, l’Italia ha continuato a fare l’Italia anche su mercati lontani. Un segno distintivo della forza e lungimiranza di chi non si arrende e continua a investire in ricerca, innovazione, tecnologie, ricerca di nuovi mercati e buona globalizzazione. Quella della competizione leale e ad armi pari che sceglie di misurarsi sul terreno della qualità e dell’eccellenza, della ricerca, delle soluzioni e dei servizi che mette a disposizione. Per questo ritengo fortemente lungimiranti e strategici i focus a sostegno dell’export delle aziende italiane in Africa e in India, dove gli sprechi lungo la catena alimentare sfiorano il 40%. Con una espressione felice – continua il Ministro – avete parlato di innovazioni che strizzano l’occhio al futuro. Un futuro dove dobbiamo fronteggiare la crisi climatica in atto e dove tecnologia ed ecologia devono andare di pari passo. Per produzioni sempre più sostenibili, anche grazie all’agricoltura di precisione, e per offrire al consumatore prodotti nutrienti caratterizzati da elevati standard di sicurezza. Sono le nostre parole d’ordine e alcuni dei punti prioritari del mio programma di governo”.
L’opening session, curata dal World Food Research and Innovation Forum, è stata invece l’occasione per Paolo De Castro, coordinatore S&D della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, per affrontare un tema di grande attualità: “Con l’avvio della nuova legislatura, e in attesa che sia completato il mosaico della Commissione, ribadiamo il nostro, e mio personale impegno, a dare un colpo di acceleratore alle norme destinate a regolamentare meglio l’uso di nuove tecnologie nel settore agro-alimentare. Un fronte sul quale ci siamo già confrontati anche con il neo-commissario designato all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, dal quale ci aspettiamo un importante contributo in questa direzione nel quadro della riforma della Politica agricola comune”.
De Castro, eurodeputato Pd, ha concentrato l’attenzione del suo intervento sulla Politica Agroalimentare Comune: “Una Pac che rispetto alla proposta della Commissione uscente dovrà riportare le responsabilità decisionali in mano all’Europa, scongiurando rischi di rinazionalizzazione delle politiche di settore che non gioverebbero a nessuno. Nel solco della New Green Deal indicata dalla presidente del nuovo esecutivo, Ursula von der Leyen, trarremo nuovo slancio per valorizzare produzioni e tecnologie a sostegno delle eccellenze agroalimentari, europee e italiane in particolare, che sono una punta di diamante delle nostre esportazioni. Per questo dovremo però semplificare le procedure, rendendo più rapidi i processi autorizzativi in virtù dei cambiamenti tecnologici che investono queste produzioni. Sulle nuove tecnologie di miglioramento genetico, ad esempio, molti nostri ricercatori e scienziati all’avanguardia aspettano solo un via libera dall’Unione europea per poter portare un deciso contributo alla diffusione di un’agricoltura più sostenibile. Il forte legame già esistente del Parlamento Ue con i territori, come quello della Food Valley e di Parma che ospita Cibus Tec, non potrà che rafforzarsi”.
I numeri dell’edizione 2019 già testimoniano il valore che questa fiera ha raggiunto nel settore.
Li introduce Thomas Rosolia, presidente KPE: “un’edizione eccezionale. Abbiamo fatto sistema per fare crescere Cibus Tec. Grazie a un lavoro di squadra abbiamo raggiunto numeri importanti: una crescita del 30% degli espositori e del 25% dell’area espositiva, oltre 3.000 operatori internazionali provenienti da 70 paesi diversi, 1.300 aziende (+ 30% rispetto la precedente edizione) e 400 brand provenienti da 25 nazioni. Dati significativi – continua Rosolia – perché fanno capire quanto, oggi, sia internazionale Cibus Tec. Tra i Paesi più rappresentati, l’Italia, ovviamente, seguita da Germania, Paesi Bassi Danimarca, Svizzera, Francia, Cina Stati Uniti e Turchia. Ci aspettiamo circa 40.000 visitatori di cui il 25% esteri provenienti da più di 100 Paesi. Il tutto inserito in un sistema Italia che, nell’ambito delle tecnologie alimentari, oggi può vantare una leadership indiscussa rappresentando il 32% della produzione dell’UE28. Il mio ringraziamento – conclude – va anche a ICE per aver organizzato “India educational&business program”. Un percorso integrato per sviluppare azioni di business in India, partecipando a un programma bilaterale di incontri b2b, con Parma come punto di riferimento”.
Ed è quindi Roberto Luongo, Direttore Generale dell’Agenzia ICE, a spiegare le peculiarità della loro attività inserita nel contesto economico attuale: “La parola chiave è e resta globalizzazione. Il 32% della ricchezza del Paese deriva dall’export. La chiusura dei mercati, i dazi doganali: sono situazioni pericolosissime. Il tema della globalizzazione è strategico all’interno della fiera alimentare perché, guardando i dati, l’Italia è il secondo Paese esportatore al mondo dopo la Germania nel settore. La ricchezza del nostro Paese sta nella capacità di guardare avanti, andando a cogliere gli aspetti fondamentali della filiera. Noi dobbiamo fare ancora di più. Grazie a ICE sono presenti a Cibus Tec 150 operatori provenienti da 40 Paesi diversi. Intorno alle tipicità del nostro Paese dobbiamo essere in grado di entrare nel mercato internazionale con un grado di innovazione sempre maggiore”.
Innovazione fa rima con formazione. L’una non potrebbe essere divisa dall’altra. Fondamentale diventa quindi l’attività dell’università. Il prorettore dell’Università degli Studi di Parma, Fabrizio Storti non ha, infatti, alcun dubbio: “il nostro ateneo fa del food un obiettivo di ricerca e di formazione fondamentale. Ci piace considerare Cibus Tec 2019 come un punto di partenza di quello che sarà un importante approfondimento sulle principali sfide della filiera agroalimentare come il “World Food Research & Innovation Forum” del 2020”.
Un occhio al futuro, dando all’Emilia Romagna un ruolo centrale. Patrizio Bianchi, Assessore alle politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro, Regione Emilia-Romagna spiega così l’attività attuale nella regione: “Oggi, in Italia, il vecchio triangolo industriale “Milano-Torino-Genova” è stato sostituito dal nuovo triangolo industriale con “Milano-Venezia- Bologna”. In questo contesto l’Emilia Romagna ha reso più denso il territorio grazie alla rete dei tecnopoli e delle scuole di alta formazione. Inoltre ha esaltato il ruolo delle grandi infrastrutture di ricerca”.
com.unica, 24 ottobre 2019