12 novembre 1948: Hideki Tojo condannato a morte per salvare il suo Imperatore
[ACCADDE OGGI]
Molto si è discusso e ancora si discute sulla legislazione dei cosiddetti “crimini di guerra”. Nel diritto internazionale, e partendo dalla Convenzione di Ginevra sul diritto bellico, sussiste una interpretazione contrastante non sempre suffragata dalle leggi dei singoli stati. Un esempio della confusione giuridica in materia è dato dalle norme che danno vita alla Corte Penale Internazionale dell’’Aia voluta dalle Nazioni Unite e a cui non partecipano paesi come gli Stati Uniti, la Cina e Israele che non permettono alla Corte dell’’Aia di avere giurisdizione sui propri cittadini. Ma si sa, il “diritto dei vincitori” e il “vae victis” è vecchio quando il mondo e lo attraversa in ogni longitudine.
Non di rado è accaduto che leali servitori del loro Paese hanno pagato, anche con la vita, colpe attribuitegli dai vincitori che non avevano riscontri nelle loro reali azioni. Ancor di più, è giuridicamente aberrante la norma introdotta a Norimberga nel famoso processo, che è quella “della guerra di aggressione” contro i paesi vincitori. Ma questo non fu solo a Norimberga, dove il leggendario comandante degli U-Boot l’Ammiraglio Karl Donitz, fu condannato a dieci anni di reclusione perché colpevole di aver partecipato alla guerra di aggressione, questo accadde anche all’altro capo del mondo il 12 novembre 1948 a Tokio, quando il “Tribunale Militare Internazionale per l’Estremo Oriente per crimini di guerra” condannò a morte Hideki Tojo Primo Ministro del Giappone durante la seconda guerra mondiale.
La storia rivelerà che Tojo fino all’ultimo restò contrario all’entrata in guerra del Giappone contro le potenze occidentali e tentò tutte le strade, soprattutto quelle diplomatiche per evitare il conflitto. Si arrese solo quando lo stesso imperatore Hirohito considerati vani tutti i tentativi intrapresi si convertì egli stesso alla guerra. Tojo, dimessosi da primo ministro nel luglio del ’44 quando la guerra era già considerata persa per l’impero del sol levante, si ritirò nella sua casa e giurò solennemente, unitamente al suo successore Kuniaki Koiso e ad altri esponenti di primo piano della gerarchia politica e militare giapponese, di proteggere il loro sovrano contro ogni possibile tentativo di coinvolgimento nelle responsabilità belliche. Va anche detto che l’imperatore Hirohito si era presentato a Douglas Mac Arthur, il comandante delle forze di occupazioni americane, dicendogli: “Io vengo davanti a Lei, Generale Mac Arthur, per offrire me stesso al giudizio delle potenze che Lei rappresenta, come colui che porta l’esclusiva responsabilità per ogni decisione politica e militare adottata e per ogni azione compiuta dal mio popolo nella condotta della guerra”. Ma gli americani avevano deciso di salvare l’imperatore e di addossare tutte le responsabilità su Hideki Tojo che tenterà il “seppuku”, il suicidio rituale giapponese, sparandosi un colpo di pistola. Il tentativo fallì perché gli americani fuori dalla sua abitazione per arrestarlo, pur trovandolo a terra in una pozza di sangue, riuscirono a salvarlo e a trascinarlo dinanzi al loro tribunale. Al processo dichiarerà: “È naturale che io mi debba assumere la responsabilità della guerra in generale ed è inutile dire che sono preparato a questo. Di conseguenza, ora che la guerra è stata perduta, è presumibilmente necessario che io sia giudicato per assicurare al mondo la pace. Ad ogni modo, con rispetto per il mio processo, è mia intenzione parlare francamente, secondo la mia inclinazione, pur davanti ai vincitori, che hanno su di me potere di vita e di morte, e che io devo accettare. Io intendo attribuire la giusta attenzione alle mie azioni e dare il vero al vero ed il falso al falso.”
Il generale Hideki Tojo Primo Ministro del Giappone durante la seconda guerra mondiale fu condannato a morte il 12 novembre del 1948. La stessa condanna fu inflitta a: Kenji Doihara, Comandante in capo dell’Esercito dell’Est in Giappone; Koki Hirota, Ambasciatore del Giappone a Mosca; Seishiro Itagaki, Capo dell’Esercito Imperiale di Corea; Hyotaro Kimura, Comandante in capo dell’Esercito Imperiale in Birmania; Iwane Matsui, Presidente della Società della Grande Asia Orientale; Akira Muto, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito della XIV zona nelle Filippine.
Tojo e gli altri furono impiccati 41 giorno dopo la sentenza l’antivigilia di Natale del 1948. Lo storico statunitense Herbert Bix attribuisce allo staff del generale Mac Arthur, nell’imminenza del processo di Tokio, queste dichiarazioni: “sarebbe più conveniente se da parte giapponese ci arrivasse la prova che l’Imperatore è completamente innocente. Credo che l’incombente processo offra la migliore opportunità di farlo. Su Tojo, in particolare, dovrebbe gravare il peso di tutta la responsabilità in questo processo”. Hideki Tojo si assunse le responsabilità che i vincitori vollero attribuirgli per salvare il suo imperatore Hirohito morto dopo 63 anni di regno nel 1989.
(Franco Seccia, com.unica, 12 novembre 2019)