Un contratto per salvare il web: l’ambiziosa proposta di Tim Berners-Lee
Dall’inventore del web un piano d’azione globale rivolto a governi, aziende e cittadini per arrestare la deriva verso una “distopia digitale”
Nel 1989 Tim Berners-Lee, un giovane fisico informatico londinese che lavorava al Centro di Calcolo del Cern, progettò uno strumento decentralizzato per far sì che i ricercatori di tutto il mondo potessero condividere le informazioni in modo efficace su Internet grazie a collegamenti di tipo ipertestuale. Nasceva così il World Wide Web e Berners-Lee sarà ricordato da tutti come uno di più grandi inventori del secolo.
Sono passati trent’anni e Tim Berners-Lee – che nel frattempo è diventato Sir – pur ricordando con entusiasmo quel periodo pioneristico e sottolineando le grandi opportunità che la sua invenzione ha creato per aver dato voce a chi prima non poteva averla, da tempo non manca mai di esprimere una grande preoccupazione per i pericoli per la nostra democrazia e per la nostra stessa sicurezza a cui la società è esposta proprio grazie al web. Da una parte quindi occasioni di crescita senza precedenti ma al tempo stesso nuove opportunità per truffatori, per chi diffonde l’odio e la disinformazione.
Per contrastare questa deriva pericolosa Berners-Lee ha presentato, attraverso la Web Foundation (che ha fondato e dirige) un ambizioso “Contratto per il web”, rivolto a governi, aziende e cittadini per evitare disuguaglianze, censure e abusi online. Un po’ come è stato fatto in passato con la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo o per il Trattato sullo spazio extra-atmosferico. In altri termini un piano d’azione globale per salvare il web da manipolazioni politiche, notizie false, violazioni della privacy e altre forze distruttive che minacciano di portare il mondo verso una sorta di “distopia digitale”. “Il Contratto – spiega l’inventore del web – diventerà un forte meccanismo per cui ciascuna parte sarà ritenuta responsabile per fare la propria parte per costruire un web aperto e gratuito”. Creato grazie all’apporto di esperti e cittadini di tutto il mondo ha lo scopo di garantire che il nostro mondo online sia sicuro, responsabilizzante e autentico per tutti. “Invitiamo pertanto i governi le società, le organizzazioni della società civile e gli individui a sostenere il Contratto e a rispettarne i principi e le clausole”, continua Berners-Lee.
Esperti e cittadini si sono così riuniti – portando una vasta gamma di esperienze e prospettive – per costruire un piano d’azione globale per rendere il nostro mondo online sicuro e responsabilizzante per tutti. “Il potere del Web di trasformare la vita delle persone, arricchire la società e ridurre le disuguaglianze è una delle opportunità che definiscono il nostro tempo – ha ribadito Sir Tim. Ma se non agiamo ora – e agiamo insieme – per evitare che il web venga abusato da coloro che vogliono sfruttare, dividere e indebolire, siamo a rischio di sperperare quel potenziale.”
L’approccio collaborativo insito nella proposta di Berners-Lee è stata ritenuto fondamentale da scienziati, molte aziende del settore e semplici cittadini. Tra questi anche Brett Solomon di Access Now, che ha dichiarato: “Solo attraverso un impegno reale e un’azione concreta da parte di tutti i membri della comunità di Internet – in particolare i governi e le aziende – riusciremo a fare le riforme necessarie per riportare le persone e i diritti al centro di Internet”.
Il contratto ci fornisce una tabella di marcia – incorporata in 76 clausole – per raggiungere questo obiettivo. Per i governi, il Contratto impone loro di garantire che tutti i loro cittadini possano connettersi a Internet in ogni momento e che a nessuno dovrebbe essere negato il diritto al pieno accesso al web.
Per le aziende, il Contratto afferma che devono rendere la connettività accessibile e accessibile a tutti e proteggere e rispettare i diritti e le libertà delle persone online. E quanto ai semplici utenti, tutti i cittadini vengono invitati a costruire comunità forti che rispettino il discorso civile e la dignità umana.
“Il contratto ci fornisce azioni concrete per costruire un web che funzioni per le generazioni future, in particolare ragazze e donne – ha affermato Roya Mahboob, NewNow Leader e CEO di Digital Citizen Fund. Le donne affrontano una serie sproporzionata di ostacoli all’accesso all’istruzione, alla creazione di imprese o al lavoro fuori casa in tutto il mondo. Dobbiamo vedere il web come un percorso per liberare il loro potere. Ecco perché The NewNow ha preso parte al gruppo principale di organizzazioni che sviluppano il contratto.” Il contratto stabilisce quindi politiche e proposte per garantire che le aziende mettano in primo piano queste considerazioni e che nessuno dei loro utenti sia escluso dall’uso e dalla configurazione del Web.
Al momento del lancio, il Contratto per il Web ha ottenuto il supporto di oltre 160 organizzazioni, tra cui Microsoft, Google, Electronic Frontier Foundation, DuckDuckGo, CIPESA, Access Now, Reddit, Facebook, Reporter senza frontiere e classificazione dei diritti digitali. Ai principi fondanti del Contratto hanno aderito anche migliaia di persone, centinaia di organizzazioni e i governi di Germania, Francia e Ghana.
Qui il link per aderire.
Sebastiano Catte, com.unica 26 novembre 2019