Anthropocene, conclusa con successo la mostra al MAST di Bologna
Si è chiusa il 5 gennaio al MAST di Bologna la mostra multimediale “Anthropocene” degli artisti Edward Burtynsky, Jennifer Baichwal e Nichola De Pencier. La mostra, frutto della collaborazione quadriennale tra il fotografo Burtynsky e i registi Baichwal e de Pencier, allestita per la prima volta in Europa al MAST (Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia) è stata visitata da 155.000 persone.
Il progetto, basato sulla ricerca del gruppo internazionale di scienziati Anthropocene Working Group impegnato nel raccogliere prove del passaggio dall’attuale epoca geologica – l’Olocene – all’Antropocene (dal greco anthropos, uomo), documenta i cambiamenti che l’uomo ha impresso sulla terra e gli effetti delle attività umane sui processi naturali attraverso la combinazione di arte, cinema, realtà aumentata e ricerca scientifica. La mostra multimediale è stata una meta per le scuole di Bologna, dell’Emilia-Romagna e non solo: 15.500 gli studenti coinvolti, soprattutto di istituti secondari di primo e secondo grado, che hanno effettuato 600 visite guidate curate dai mediatori culturali della Fondazione MAST. Per i più piccoli e per le famiglie sono state organizzate attività didattiche specifiche tra cui workshop e proiezioni.
Sono state 620 le visite guidate organizzate per il pubblico, curate dai mediatori culturali della Fondazione MAST, cui hanno partecipato 15.800 persone. È stato parte integrante della mostra il pluripremiato film “Anthropocene: the human epoch” (Anthropocene: l’Epoca Umana), co-diretto dai tre artisti e narrato dal premio Oscar Alicia Vikander. Terzo capitolo di una trilogia che include “Manufactured Landscapes” (2009) e “Watermark” (2013), il film testimonia un momento critico nella storia geologica del pianeta, proponendo una provocatoria e indimenticabile esperienza dell’impatto e della portata della nostra specie. Il film, che è stato proiettato tutti i giorni al MAST Auditorium, è distribuito in Italia da Fondazione Stensen e Valmyn.
La mostra è stata completata nel corso dei mesi dai “MAST. Dialogues on Anthropocene”: 77 tra talk, incontri e proiezioni (quest’ultime in collaborazione con Cineteca di Bologna, Human Right Nights e Fondazione Stensen). Appuntamenti gratuiti aperti al pubblico con scienziati, antropologi ed esperti, dedicati all’ambiente e al cambiamento climatico. “Ci dispiace salutare Anthropocene alla Fondazione MAST”, dichiarano Edward Burtynsky, Jennifer Baichwal and Nicholas de Pencier. “Siamo molto grati alla signora Seràgnoli, a Urs Stahel e a tutto il team del MAST per aver dato vita alla mostra, a Bologna, in un modo così incredibile. Ci fa sperare sapere che questo progetto abbia avuto un grande impatto su visitatori di tutte le età e che continuerà a far crescere la consapevolezza su temi diventati urgenti in tutto il mondo”.
La mostra è stata co-curata da Urs Stahel, che cura sia la PhotoGallery sia la collezione di Fondazione MAST, e Sophie Hackett e Andrea Kunard, rispettivamente curatrici della Fotografia dell’Art Gallery of Ontario di Toronto e della National Gallery of Canada di Ottawa. “Anthropocene era stata pianificata per 4 mesi ed è durata 8 mesi, senza mai registrare un calo del numero di visitatori. Le code per visitarla si sono allungate sempre di più nelle ultime settimane e negli ultimi giorni. Stupefacente, sorprendente e inaspettato. Un anno fa immaginavamo che il tema del clima sarebbe diventato sempre più dominante, ma in pochi mesi tutto è cambiato: è arrivata Greta, sono iniziate le manifestazioni Friday for Future e nell’opinione pubblica è cresciuta la consapevolezza sui temi legati all’ambiente al cambiamento climatico, che sono al centro della mostra e del film”, commenta Urs Stahel.
“Anthropocene”, esplorando gli effetti delle attività umane sul Pianeta, si è inserita nel progetto artistico della Fondazione MAST che dal 2013 conduce una riflessione approfondita sul rapporto tra l’uomo e il mondo del lavoro attraverso esposizioni di fotografia [tratte dalla collezione di Fondazione MAST o provenienti da musei, archivi e raccolte private], che raccontano il settore produttivo, le comunità dei mestieri e l’occupazione in genere. La mostra ha debuttato in Canada nell’autunno del 2018 con il film “Anthropocene: the human epoch” proiettato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival e con la mostra allestita in contemporanea all’Art Gallery of Ontario di Toronto (AGO) e alla National Gallery of Canada di Ottawa (NGC) organizzata in partnership con la Fondazione MAST. La mostra si sposta ora al Museo Marittimo e della Tecnologia di Malmö, in Svezia, dove inaugurerà il 15 febbraio.
com.unica, 9 gennaio 2019