Computer, Privacy and Data protection, a Bruxelles il seminario della Sant’Anna di Pisa
“Datificazione” della realtà e classificazione della società nell’era della privacy e dell’intelligenza artificiale. Questi i temi al centro del panel proposto dal LiderLab, dell’Istituto Dirpolis (Diritto, Politiche, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna, alla tredicesima Conferenza internazionale “Computer, Privacy and Data protection – CPDP 2020 Data Protection and Artificial Intelligence”, in programma a Bruxelles dal 22 gennaio a venerdì prossimo, 24 gennaio.
Giovanni Comandé, docente di Diritto privato comparato alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e direttore del LiderLab (Laboratorio interdisciplinare diritti e regole) dell’Istituto Dirpolis è il moderatore del panel “(Un)explainable AI correlations for incomputable data subject: a classifying society?”, in programma oggi, 22 gennaio. I relatori sono Reuben Binns (ICO – The Information Commissioner’s Office), Stefano Braghin (IBM – Irlanda), Fosca Giannotti (Cnr Italia), Eike Graef (DG Just – The Commission’s Directorate Generale for Justice and Consumers for EU).
“Le pratiche di “data mining”, cioè di estrazione dei dati – spiega Giovanni Comandè – sono responsabili di una “datificazione” totale della realtà. Viene così messa in discussione la distinzione tra le categorie giuridiche tradizionali relative a dati sensibili e non sensibili, a dati personali e non personali”.
“Queste pratiche – prosegue -, mettono in atto processi di classificazione della società, attraverso analisi probabilistiche e associative che trasformano qualsiasi dato in silenziose componenti decisionali di attori pubblici e privati”. Qual è dunque lo scenario? “Nella società che viene così delineandosi – sottolinea Giovanni Comandè – il trattamento di dati non si riferisce più ad un singolo individuo, bensì a una categoria/modello in cui il singolo soggetto interessato del trattamento viene classificato. Malgrado la loro attitudine predittiva, queste classificazioni sono basate su associazioni non sempre corrette. Sorge quindi la domanda: quanto sono conformi alla normativa RGDP (sulla protezione dei dati personali – NdR) questi processi classificatori?”.
com.unica/aise, 23 gennaio 2020