“Displaced”: a Roma opere e performance artistiche per il Giorno della Memoria
In occasione del Giorno della Memoria del 27 gennaio, che in questo 2020 commemora i 75 anni dalla liberazione di Auschwitz, gli artisti Pasquale Altieri dall’Italia, Patrizia Bisci per la Fondazione di Berlino – Theater und Kunst Diletta Benincasa, Varda Getzow e Dodi Reifenberg da Israele, Andrzej Paruzel e Ryszard Wasko dalla Polonia e Tsuki dall’Australia presentano a Roma il progetto “Displaced“.
L’evento, che proseguirà per un mese intero, sino al 27 febbraio, è promosso dalla Fondazione Theater und Kunst Diletta Benincasa – Berlino e si avvale della collaborazione della Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea.
Il progetto si snoda in un percorso all’interno del vecchio ghetto di Roma e si materializza in installazioni, opere e performance. Infatti l’installazione di Warda Getzow è situata fra le case in Via della Reginella, quella di Dodi Reifenberg è presso la cancellata della Sinagoga di fronte alla Chiesa di San Gregorio a Ponte Quattro Capi, mentre l’installazione di Andrzej Paruzel è realizzata in memoria dei 2200 abitanti ebrei di un villaggio, uccisi nella foresta dalle squadre naziste in Polonia. I lavori di Paquale Altieri e di Riszard Wasko sono presentati nella Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea di Palazzo Mattei di Giove; la performance di danza di Tsuki ha inizio da Via della Reginella e si svolge poi nelle strade intorno.
Una pubblicazione, a cura di Patrizia Bisci, contiene le immagini delle opere e i testi descrittivi, tra cui quelli di Najo Adzovic e di Alen Hamidovic.
Gli artisti cercheranno di coinvolgere gli abitanti del rione e della città intera ed anche la popolazione Rom è invitata a partecipare: il mondo di esperienze e di sperimentazione degli artisti diverrà, così, la base ideale di comprensione della storia collettiva.
Infatti Displaced persons, nome storico dalla valenza sia positiva che negativa, é il tema in ricordo della storia dell’Europa, quando alla fine della Seconda Guerra Mondiale i campi di sterminio sono stati liberati dagli eserciti degli alleati. Undici milioni di prigionieri, fra i quali solo poche migliaia di ebrei sopravvissuti, non sapevano più dove tornare. Le case, le proprie vite erano distrutte, occupate da altri. Dove ritornare? Bisognava provare a ricostruire una storia personale e molte scelte dipendevano dall’età, dalle forze, dalla storia del proprio paese, dalle scelte politiche e dalle nuove leggi sull’emigrazione. Dal Paradiso alla Terra (Adamo ed Eva nella Bibbia), dalla terra all’universo: Displaced non è un pensiero punitivo, ma diviene positivo e si identifica con il desiderio della conoscenza, della libertà delle scelte. Attraverso la consapevolezza e la conoscenza è possibile scegliere in modo nuovo e diverso, reinventare, trasformare, in un percorso comune che illumina e arricchisce.
Il programma della giornata d’apertura inizierà da Via della Reginella dove si svolgerà la performance di Tsuki. In seguito l’artista accompagnerà il pubblico alla scoperta delle opere degli altri artisti: verso Cancellata della Sinagoga di fronte alla Chiesa di San Gregorio a Ponte Quattro Capi, per arrivare, infine, alla Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea dove si svolgerà la presentazione del progetto.
Pasquale Altieri vive e lavora a Viterbo. La sua produzione artistica spazia dalla pittura alle installazioni. Ha esposto in decine di mostre personali e collettive, sia in Italia che all’estero; è stato selezionato come artista in residenza e finalista in premi internazionali. Da sempre ha ricoperto un ruolo importante nella diffusione e nella produzione artistica della sua regione, essendo responsabile anche di due gallerie d’arte contemporanea.
Varda Getzow, nata a Jaffa, Israele, dal 1983 vive e lavora a Tel Aviv e Berlino. Il suo lavoro spazia dal disegno alla scultura all’installazione. Si è formata alla Royal Academy, L’Aia, Olanda, presso la Scuola di grafica e dal 1975 al 1979 presso la Kalisher School di Tel Aviv. Tra i principali riconoscimenti: 1982 Scholarship, The Cité Internationale des Arts, Parigi, Francia. Tra le mostre collettive: 2016 Open Sketchbooks No. 2 / Herzliya Museum of Contemporary Art, Israele; 2015 BUYES, BEUYS, BEUYS / Contemporary by Golconda, Tel Aviv; 2013 Digging Up / Binyamin Gallery, Tel Aviv; 2009 Art of Emergency / Artneuland / Berlin, Germania; 2006 Inside-Out / Marco Museo De Arte Contemporänea de Vigo; 2006 The City Gallery, Givatayim; 2006 Giornata della Memoria / Fondazione Diletta Benincasa, Ghetto di Roma; 2005 Time Depot / Petach Tikva Museum of Art; 2005 Yad Vashem Museum, Gerusalemme
Master in Scienze della Terra, laureato all’Università di Varsavia e del Dipartimento di Direzione della Fotografia e della Produzione Televisiva presso la Scuola Nazionale di Cinema di Lodz, negli anni Settanta Andrzej Paruzel ha partecipato al movimento d’avanguardia cinematografica polacca e negli anni Ottanta e Novanta ha svolto attività e proiezioni nello spazio pubblico. Negli anni Ottanta e Novanta ha gestito la galleria Art Hotel di Lodz, realizzando una serie di mostre in molti centri europei, tra cui la Galleria Nazionale Slovacca di Bratislava, la Kunstwerk di Berlino e l’Hotel de Ville di Bruxelles. Negli ultimi 30 anni sono state organizzate proiezioni dei suoi video e delle sue opere in luoghi come il Museo d’Arte Moderna di Parigi, dove ha rappresentato la Polonia alla Biennale dei Giovani, e ha partecipato a grandi mostre d’arte polacca ed europea, tra cui al Centre Pompidou, allo Stedelijk Museum e alla Galeria de Appel di Amsterdam, alla Tate Gallery di Londra, e a molte mostre personali in Polonia e nel mondo. Ha partecipato ai primi festival video all’Aia, a Bilbao e a molti altri. Le sue opere figurano tra le collezioni del Museo d’Arte di Lodz, del Centro d’Arte Contemporanea Castello Ujazdowski di Varsavia, del Museo del Cinema di Lodz e di collezioni private. Ha ricevuto borse di studio dai Ministeri della Cultura della Polonia e della Francia, nonché dal Sindaco e dal Voivode di Varsavia e Lodz, rispettivamente.
Dodi Reifenberg nato ad Haifa, Israele, vive e lavora a Berlino. Tra le principali mostre personali: 2015 Untitleds, Pavouk, Berlino; 2013 Untitled Fruits, Marc Schmidt, Berlino; 2010 ResteRechte, galleria Hohenthal & Bergen, Berlino; 2009 Caveman’s Philosophy, Karlsruhe Art fair, Galleria Hohenthal & Bergen, Katlsruhe; 2009 See How You Feel, Maddox Arts, Londra; 2007 Bag Academy, mack B projects, Sarasota, Florida.
Tsuki si è formato nel balletto classico dall’età di cinque anni, diplomandosi alla Australian Ballet School nel 2008. Ha ballato con compagnie e progetti freelance in Israele, Melbourne e Berlino dal 2009 al 2016. Come insegnante, Tsuki facilita esperienze di apprendimento, permettendo agli studenti di ascoltare e di imparare dai propri corpi in movimento. Come performer, collega temi personali e poetici con spazi performativi non convenzionali, per progettare architettonicamente i suoi percorsi performativi, consentendo agli autentici movimenti del corpo di emergere. Spera di essere una pioniera dell’intermezzo; tra i generi, tra l’allenamento alla danza, gli stili di performance, così come tra le realtà subconscie, fisiche, cyber e cosmiche.
Ryszard Wasko Ryszard Wasko è un artista polacco che lavora nel campo della multimedialità, tra cui fotografia, film, video, installazioni, pittura e disegno. È anche conosciuto come curatore e organizzatore di eventi artistici. Vive e lavora a Berlino. Nel 1981 a Lodz, Wasko ha iniziato e organizzato Construction in Process, una serie di mostre con opere d’arte create in loco: gli artisti partecipanti erano Richard Serra, Sol LeWitt, Brian O’Doherty, Dennis Oppenheim, Lawrence Weiner, Richard Nonas e altri. Dopo il primo evento del 1981 è nata The Solidarity Collection (che comprende opere degli artisti create per quell’evento). Wasko ha continuato a produrre eventi internazionali fino agli anni Novanta, tra cui due progetti aggiuntivi a Lodz (1990 e 1993), uno in Israele (1995), uno in Australia (1997), e un altro nella piccola città di Bydgogosz nella Polonia centro-settentrionale. 25 anni dopo l’apertura della prima mostra, Wasko ha istituito il Construction in Process-Museum (sempre a Lodz). Nel 2008 è stato costretto a chiuderlo e a devolvere la collezione al Muzeum Sztuki di Lodz.
com.unica, 23 gennaio 2020