Coronavirus, l’incontro dei ministri della salute UE
“Abbiamo a che fare con un problema serio che non possiamo in alcun modo sottovalutare”. Ha esordito così il Ministro della Salute italiano, Roberto Speranza, prendendo parola durante il Consiglio dei Ministri della Salute europei svoltosi oggi, 13 febbraio, a Bruxelles, per discutere su come affrontare l’epidemia del Coronavirus. “È stata una discussione seria -ha spiegato in una nota il ministro italiano – in cui è emersa la necessità di rafforzare la nostra risposta comune a livello Europeo, come rimarcato nelle conclusioni”.
“L’Europa – ha proseguito il ministro della Salute nel suo intervento a Bruxelles – deve dare una risposta forte e coordinata per evitare la diffusione del virus tra le nostre comunità. Insieme possiamo farcela, ma serve prudenza, attenzione e molto coraggio”.
“Come si vede nella provincia di Hubei, e in modo particolare nella città di Wuhan, la gestione sanitaria del virus è molto complicata una volta che la sua diffusione arriva a numeri significativi – ha spiegato ancora Speranza -. Per i nostri studi, che abbiamo condotto in queste settimane, si può arrivare a un paziente su cinque, quasi il 20 per cento, che può avere bisogno di terapia intensiva e assistenza respiratoria. Sono numeri che possono mettere in difficoltà anche servizi sanitari nazionali importanti e solidi come quelli che ci sono in Unione europea”.
“Per questo dobbiamo oggi lavorare insieme – ha rimarcato il ministro – per prevenire la diffusione con tempestività e coraggio, con politiche di prevenzione. Noi, in Italia, abbiamo assunto misure rigorose seguendo il principio di massima cautela e massima precauzione. Abbiamo sospeso tutti i voli diretti da e per la Cina e abbiamo controlli serrati in tutti i porti e aeroporti del nostro Paese”.
“Dobbiamo mettere insieme i nostri migliori scienziati – ha concluso il ministro – anche rispetto alle sfide farmaceutiche che sono in campo, e rafforzare insieme le nostre politiche di prevenzione. Insieme sono convinto che possiamo e dobbiamo farcela.
Il numero di casi confermati in Italia è rimasto a 3, con l’ultimo caso confermato il 6 febbraio scorso. Nel mondo, invece, i casi confermati sono saliti a 46.997, e di questi 46.550 sono in Cina (34.874 solo nella provincia di Hubei). Comprendendo anche Russia e Gran Bretagna, in Europa i casi confermati sono 46.
Intanto dall’Istituto Spallanzani spiegano che le 20 persone, contatti della coppia cinese, positiva all’infezione da nuovo coronavirus, sono state dimesse questa mattina, in ottime condizioni di salute e di spirito, alla conclusione del previsto periodo di osservazione e sorveglianza attiva. I due cittadini cinesi provenienti dalla città di Wuhan, casi confermati di infezione da nuovo coronavirus, continuano a essere ricoverati nella terapia intensiva dell’Istituto. Le loro condizioni cliniche sono ad oggi invariate e con parametri emodinamici stabili. Continuano la terapia antivirale.
Per quanto riguarda le condizioni di salute del terzo paziente, caso confermato di infezione da nuovo coronavirus, continuano a migliorare. È assolutamente asintomatico, senza febbre, e prosegue con la terapia antivirale.
Sono 66 i pazienti sottoposti al test per la ricerca del nuovo coronavirus. Di questi, 49, risultati negativi al test, sono stati dimessi. Diciassette pazienti sono tutt’ora ricoverati, coi 3 casi confermati e i 13 pazienti sottoposti a test per la ricerca del nuovo coronavirus in attesa di risultato.
Infine, Niccolò, lo studente italiano diciassettenne rimasto a Wuhan perché febbricitante, rientrerà nei prossimi giorni in Italia, con la Cina che ha autorizzato il volo per il suo rimpatrio. La partenza è prevista per domani.
com.unica/aise, 14 febbraio 2020