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Il 22 febbraio 1931 prende il mare l’Amerigo Vespucci “la nave più bella del mondo”, l’unica che fa fermare i transatlantici al suo passaggio, il solo veliero che trasportò la fiamma olimpica, la nave scuola della Marina Militare italiana con la più alta anzianità di servizio dove i comandi continuano ad essere dati per fischietto.

L’Amerigo Vespucci parla la lingua del sud Italia fin dalla nascita. Fu impostata dall’ingegnere Francesco Rotundi, mitico tecnico innovatore del genio navale che era foggiano, sul vecchio progetto dell’ingegnere navale napoletano Sabatelli che aveva costruito il veliero Monarca ribattezzato Re Galantuomo, l’ammiraglia della Real Marina del Regno delle Due Sicilie, e fu interamente costruita negli ex reali cantieri navali di Castellammare di Stabia.

Aveva anche una gemella di poco più piccola ugualmente adibita a nave scuola, la Cristoforo Colombo che dovette essere ceduta alla ex Unione Sovietica per i pegni pagati in seguito alla sconfitta della seconda guerra mondiale. Non c’è porto al mondo, dall’Australia, alla Nuova Zelanda, all’America e l’Europa che non richiama una folla di visitatori quando l’Amerigo Vespucci ammaina le vele e getta l’ancora con il suo carico di italianità che già dal nome richiama l’antico popolo una volta definito di “santi, di eroi e di navigatori”.  

(Franco Seccia/com.unica, 22 febbraio 2020) 

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