È cominciata con una “buona, anzi ottima notizia” la conferenza stampa del capo della Protezione Civile Angelo Borrelli che questa mattina ha fornito i dati aggiornati sui contagiati da coronavirus in Italia, soffermandosi all’inizio sui guariti37 quelli confermati in Regione Lombardia che si aggiungono ai 3 del Lazio, annunciati ieri dallo Spallanzani di Roma14 i deceduti.
Quanto ai contagi, dai dati delle regioni le persone risultate positive al tampone sono 528, quelle “validate” dall’Istituto Superiore della Sanità 282. Borrelli ha quindi spiegato questa apparente discrepanza tra i dati ufficiali: “c’è una validazione dei dati da parte dell’ISS sui contagiati che mezzanotte di ieri erano 282 su 282 campioni analizzati dall’Istituto”. Questo perché le regioni fanno i primi tamponi, che poi vengono inviati all’IIS a Roma che via via li ricontrolla tutti. Al momento tutti quelli inviati all’Istituto sono risultati positivi, quindi, per Borrelli, ciò accadrà anche in futuro per tutti i casi positivi riscontrati dalle Regioni.
Casi che, ad oggi, sono 528: “di queste 474 sono in assistenza, la stragrande maggioranza, cioè 278 persone sono in isolamento domiciliare, quindi non hanno bisogno di cure e ricoveri in strutture ospedaliere. Poi ci sono 359 ricoverati con sintomi, 37 in terapia intensiva”.
I dati regionali riportati da Borrelli sono “305 in Lombardia; 98 in Veneto, 97 in Emilia Romagna; 11 in Liguria; 3 in Lazio (si tratta sempre dei due turisti cinesi e del connazionale rientrato da Wuhan, di cui ieri lo Spallanzani ha confermato la guarigione – ndr), Sicilia – ma anche qui c’è stato comunicato che dei tre, due risultano guariti – 2 in Toscana, 2 in Piemonte, i in provincia di Bolzano e uno in Abruzzo”.
Quanto alle “risorse messe in campo”, Borrelli ha ricordato che “quando noi gestiamo l’intervento di Protezione Civile lo facciamo con le nostre strutture operative, quindi in particolar modo con le forze armate, le forze di polizia, i nostri volontari. Li voglio citare e ringraziare ancora una volta per lo straordinario contributo che stanno dando dall’inizio dell’emergenza”.
In numeri sono “oltre 774 tra uomini e donne, con oltre 180 mezzi. Il nostro volontariato è utilizzato nei porti e nelle altre attività. Abbiamo un totale di 800 volontari e volontarie che sono impiegate” ha sottolineato Borrelli.
“Siamo arrivati quasi ai 3 milioni di passeggeri controllati nei nostri aeroporti, e nei nostri porti siamo a quasi 110mila passeggeri”.
Rispondendo ai giornalisti che chiedevano chiarimenti sulla presunta discrepanza tra numeri di contagiati e sull’uso dei tamponi – diverso tra Paesi – Borrelli ha rivendicato la correttezza dell’azione messa in campo dal Governo: ricordato che “l’ISS fa parte del sistema di protezione civile”, Borrelli ha spiegato che “l’Istituto Superiore di Sanità fa un riscontro sui tamponi che riceve: a mezzanotte di ieri 282 casi positivi sulla base delle contro verifiche e delle controanalisi sui 282 che erano arrivati dalle regioni”. Quindi “hanno confermato tutti i dati delle regioni”. La forbice temporale è dovuta, appunto, dal tempo che serve per fare le verifiche.
Quanto all’uso dei tamponi – cioè all’ipotesi che l’Italia ha proceduto “a tappeto” mentre gli altri paesi in modo mirato a chi aveva sintomi – Borrelli ha spiegato che “è stato usato il criterio di massima precauzione, cioè le regioni sono andate “a tappeto” in alcune aree per delimitare l’area del focolaio. Da ieri, se non ricordo male, c’è questa nuova disposizione del Ministero della Salute sull’uso dei tamponi e ci adeguiamo”.
“Abbiamo individuato le aree rosse, abbiamo fatto tutto quello che c’era da fare” per delimitare i focolai, “ora si torna in una situazione di normalità. Per quanto riguarda le verifiche con i tamponi, non è stato fatto nulla di sbagliato”, ha ribadito più volte Borrelli.
Certo “ci sono delle persone che riescono a superare brillantemente la malattia senza alcuna conseguenza, senza neanche doversi recare negli ospedali”. Questa “mi sembra una notizia veramente molto importante”, così come quella dei 40 guariti: un dato che emerge “dalle analisi che vengono fatte dal sistema sanitario regionale della Lombardia, che come sapete è uno di quelli di eccellenza nel nostro paese”.
Ad una domanda sulle forze in campo per trovare il cosiddetto “paziente 0”, Borrelli ha risposto ringraziando “tutto il personale sanitario che sta facendo un lavoro straordinario” giorno e notte. Concludendo, Borrelli ha rivendicato la “trasparenza nelle comunicazioni ufficiali, che è la cifra della protezione civile”, ribadendo una volta di più che non c’è discrepanza tra i dati delle regioni e quelli dell’ISS che “valida” i risultati delle analisi “secondo quanto previsto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità”.

Intanto in Europa ora sono 15 i Paesi con almeno un caso accertato: all lista si sono aggiunti anche Paesi Bassi, Danimarca, Estonia, Romania e Norvegia and Romania. Secondo il Chief Medical Officer del Regno Unito Chris Witty l’arrivo del contagio oltremanica è solo questione di tempo e il Paese deve prepararsi all’eventualità di chiudere scuole e uffici per due mesi. Secondo il presidente Emmanuel Macron, l’epidemia è imminente anche in Francia. Il numero di persone contagiate dal Covid-19 è aumentato sensibilmente ieri passando dai 18 a 38 casi confermati. Quanto agli Stati Uniti, ieri Donald Trump ha tentato di rassicurare la popolazione e i mercati finanziari e ha designato il vice-presidente Mike Pence come coordinatore di tutte le iniziative intraprese per contrastare il virus.

Quanto alle risposte dei vari paesi europei per contrastare il virus il New England Journal of Medicine ha intervistato il noto infettivologo Eric Rubin, il quale ha risposto indicando come la cosa più importante sia avere flessibilità e rapidità di azione nell’adottare soluzioni che mutano col rapido modificarsi delle situazioni epidemiologiche. Ma non tutti i Paesi europei – sottolinea il Corriere della Sera – hanno sposato la stessa strategia di screening dei casi sospetti decisa dal nostro; in Germania, stato che ha comunque già stanziato 23 milioni di euro per far fronte all’emergenza, la politica di sorveglianza è ben diversa da quella italiana. In altre parole, più cerchiamo il virus, più positivi troveremo, ma questo ha un significato di salute pubblica limitato, tanto che le nuove indicazioni sono di sottoporre al tampone diagnostico solo i casi sospetti, non più i soggetti asintomatici.

com.unica, 28 febbraio 2020

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