Tutta l’Italia diventa da oggi “zona protetta”, il nuovo decreto del governo
I morti sono 463, altri 97 in sole 24 ore. Quasi 8.000 i malati, circa 1.600 in più.
Tutta l’Italia diventa “zona protetta”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato ieri notte un decreto che estende a tutta Italia le misure per attenuare la diffusione del coronavirus già adottate nella notte di sabato per la Lombardia e altre 14 province. Il nuovo Dpcm entrerà in vigore già da oggi: ‘Le nostre abitudini vanno cambiate ora’. Le misure prevedono rilevanti limitazioni degli spostamenti che dovranno essere giustificati da “esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute”. A chi si sposta, con qualsiasi mezzo, può essere richiesta un’autocertificazione ai posti di controllo che verranno allestiti. Conte ha spiegato che “i numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita importante dei contagi e che le nostre abitudini vanno cambiate. Dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia”.
Il decreto prevede anche la sospensione di ogni manifestazione sportiva e delle attività delle palestre, piscine e centri sportivi, le restrizioni per i bar e la sospensione delle attività didattiche di ogni ordine e grado fino al 3 aprile. Le nuove misure del governo hanno ottenuto “il plauso delle Regioni”, ha affermato ancora il premier, che ha inoltre annunciato di aver informato il presidente della Repubblica.
Il presidente della protezione civile Angelo Borrelli, nella consueta conferenza stampa pomeridiana – affiancato oggi prima dal ministro Boccia e poi dal Direttore del dipartimento malattie infettive dell’ISS Giovanni Rezza – ha dato i numeri aggiornati della diffusione del virus in Italia. Ed è partito dalle buone notizie: altre 102 persone in Italia sono guarite dal coronavirus. In totale, i guariti diventano 724. Sono invece 97 le persone morte, quasi tutte in Lombardia; dall’inizio dell’epidemia in Italia sono morte 463 persone. Quasi tutte molto anziane e con diverse patologie.
Attualmente le persone positive al coronavirus sono 7985, 1598 in più di ieri: 4316 sono in ricovero in strutture ospedaliere con dei sintomi; il 10% è in terapia intensiva e subintensiva, mentre circa 3000 sono in isolamento domiciliare. Prosegue su tutto il territorio anche l’attività di distribuzione dei materiali: Borrelli ha spiegato che questa sera inizierà la consegna dei 325 ventilatori respiratori per le terapie intensiva e subintensiva. Prosegue la consegna delle mascherine e degli altri dispositivi protezione individuale (al momento ne sono state consegnate più di un milione). Domani – ha anticipato Borrelli – ci sarà una consegna importante di circa 100.000 mascherine negli istituti penitenziar, dove sono state montate anche 80 tende per il pre triage.
Il professor Rezza, invece, è intervenuto, interpellato dai giornalisti, sul tasso di mortalità e sulle differenze tra Italia e Cina. “Se noi andiamo a stratificare i dati abbiamo dati anche un po’ più bassi di quelli che erano stati riportare in Cina”, ha detto Rezza. I deceduti in Italia, poi, hanno un’età media più alta perché “purtroppo o per fortuna popolazione abbiamo una popolazione anziana. Tanto è vero che l’età media di decesso è superiore agli 80. Il che non è una consolazione”. Avere dati sui contagiati che, almeno all’inizio, sembrano più alti di quelli della Cina, secondo Rezza è anche dovuto al fatto che “in Italia si è deciso di fare il tampone solo ai sintomatici, restringendo così il denominatore a persone che hanno sintomi e vengono ospedalizzate. Automaticamente, il tasso di letalità della malattia e dell’infezione in generale sembra più alto di quello che è”. Rezza ha comunque rivendicato la scelta italiana di fare tamponi solo ai sintomatici “per massimizzare i vantaggi” di questa azione.
com.unica, 10 marzo 2020