La Bce corre ai ripari e lancia uno storico ‘quantitative easing’ da 750 miliardi
La Banca centrale europea ha lanciato ieri uno storico e massiccio quantitative easing: 750 miliardi di euro di titoli da acquistare per sconfiggere l’emergenza economica innescata dal coronavirus. L’annuncio, dato nella serata di ieri aveva anche lo scopo di calmierare i mercati dopo l’infausto annuncio del 12 marzo della presidente Christine Lagarde, recepito malissimo dagli investitori. “Tempi straordinari richiedono azioni straordinarie”, ha scritto su twitter Lagarde. “Non ci sono limiti all’impegno della Bce per l’Euro” ha aggiunto, riproponendo così la linea del ‘whatever it takes’ di Mario Draghi che proprio lei non aveva voluto far propria pochi giorni fa.
Il nuovo QE mira a dare ossigeno a famiglie e imprese dopo che i 120 miliardi in più della scorsa settimana avevano deluso. La sigla è ‘PEPP’, la Bce comprerà titoli pubblici e privati, inclusi i titoli greci e i ‘commercial paper’ come ha annunciato la Fed: le cambiali, i prestiti a breve che tengono in vita molte aziende e che l’effetto dirompente del coronavirus sta mandando in tilt. Una montagna di soldi che verrà utilizzata – si legge in una nota – “finché la Bce non giudicherà che la crisi del Covid-19 è finita, ma in ogni caso non terminerà prima di fine anno”. E anche se resterà il criterio della ‘capital key’ che vorrebbe acquisti commisurati al peso di ciascun Paese nel capitale della Bce, saranno permesse “fluttuazioni nella distribuzione dei flussi di acquisto nel tempo, fra classi di asset e giurisdizioni”.
Per gli acquisti di titoli del settore pubblico, l’allocazione di riferimento tra le giurisdizioni continuerà ad essere la chiave di capitale delle banche centrali nazionali. Allo stesso tempo, gli acquisti nell’ambito del nuovo PEPP saranno condotti in modo flessibile. Ciò consente fluttuazioni nella distribuzione dei flussi di acquisto nel tempo, tra le classi di attività e tra le giurisdizioni.
L’annuncio ha fatto registrare un rimbalzo delle borse americane e asiatiche, al termine di una giornata che è stata decisamente nera. Dow Jones in ribasso del 6,28% con Wall Street che ha chiuso in forte calo, pur recuperando il terreno rispetto ai minimi di una giornata che ha registrato perdite superiori al 10% e una sospensione di 15 minuti per eccesso di ribasso. Male anche le Borse europee: Parigi la peggiore della giornata con un calo del 5,9%, seguita da Francoforte -5,5%, mentre Londra ha chiuso in ribasso del 3,9%. La Banca del Giappone ha intanto preso la decisione di acquistare 1 trilione di yen (9,2 miliardi di dollari) di titoli di stato in un’operazione non programmata.
com.unica, 19 marzo 2020