Compromesso raggiunto all’Eurogruppo: sì al Mes, niente Eurobond
Al termine della riunione dei ministri dell’economia e delle finanze dell’Eurogruppo si è trovata un’intesa sulle misure da mettere in campo per contrastare l’emergenza Coronavirus. Un pacchetto da oltre 500 miliardi di euro che prevede un accesso senza condizioni al Mes per quanto riguarda le spese sanitarie, liquidità alle imprese garantite dalla Banca europea per gli investimenti e un fondo comune di assicurazione per l’occupazione. Grazie a garanzie di 25 miliardi di euro provenienti da paesi europei, la BEI sarà in grado di concedere fino a 200 miliardi di nuovi prestiti alle imprese. “L’incontro si è concluso con gli applausi dei ministri”, ha scritto su Twitter il portavoce Mario Centeno, presidente dell’Eurogruppo.
Nessun accenno viene fatto agli Eurobond, osteggiati da Olanda e Germania, ma su proposta francese ci sarà un impegno a realizzare un Recovery Fund per sostenere la ripresa, su cui dovrà lavorare il Consiglio europeo della prossima settimana. L’incontro era iniziato con più di quattro ore di ritardo per consentire di trovare un compromesso. Al mattino, i capi di stato avevano chiarito le loro posizioni: il presidente francese, Emmanuel Macron, e il cancelliere tedesco, Angela Merkel, avevano entrambi parlato con la loro controparte olandese, Mark Rutte, le cui posizioni fino a quel momento impedivano qualsiasi avanzamento.
“Questo è un grande giorno per la solidarietà europea”, ha dichiarato il ministro delle finanze tedesco Olaf Scholz quando il suo omologo francese Bruno Le Maire ha dichiarato che si trattava di “un piano massiccio”. I capi di stato e di governo dovrebbero incontrarsi presto per approvarlo. Il premier Giuseppe Conte ha così commentato su Twitter per ribadire che la battaglia sugli eurobond non è affatto persa. “Io ho una sola parola: la mia posizione e quella del governo sul Mes non è mai cambiata e mai cambierà. Più tardi in conferenza stampa vi aggiornerò su questo e su altre importanti questioni che riguardano il nostro Paese. A più tardi”.
com.unica, 10 aprile 2020