Ancora incertezza sulla ripresa economica mondiale, il presidente della Federal Reserve invita alla cautela
Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, parlando davanti alla davanti alla commissione Bancaria del Senato, ha affermato che che siamo in presenza di una “significativa incertezza” che grava pesantemente sulla ripresa economica degli Stati Uniti, dopo che alcuni dati incoraggianti hanno alimentato le speranze di una rapida uscita dalla recessione innescata dalla pandemia. Nelle osservazioni preparate al comitato bancario del Senato, Powell ha invitato alla cautela sulle prospettive economiche degli Stati Uniti, in linea con le aspettative della maggior parte dei funzionari della Fed che dovranno mantenere i tassi di interesse vicini allo zero fino almeno alla fine del 2022.
“Di recente, alcuni indicatori hanno indicato una stabilizzazione e in alcune aree un modesto rimbalzo dell’attività economica”, ha affermato Powell. “Detto questo, i livelli di produzione e occupazione rimangono molto al di sotto dei livelli pre-pandemici e permangono significative incertezze sui tempi e sulla forza della ripresa.” Con gli Stati Uniti che stanno ancora affrontando la minaccia di nuovi picchi di infezione in diversi Stati, il numero uno della banca centrale ha aggiunto che il principale fattore che pesa sulle prospettive è “l’incertezza sul percorso della malattia e sugli effetti delle misure per contenerla”.
Powell ha sottolineato che, in questo quadro, il sostegno fiscale diretto «può fare una differenza cruciale non solo nell’aiutare famiglie e business ma nel limitare il danno economico di lungo periodo». Il Congresso ha finora stanziato circa tremila miliardi, con ulteriori interventi però in forse e in particolare rafforzati sussidi di disoccupazione in scadenza a fine luglio. Da parte sua, la Fed intende tener fede a impegni d’emergenza senza precedenti compresi tassi d’interesse a zero «finchè non saremo convinti che l’economia ha superato gli attuali eventi ed è diretta verso obiettivi di massima occupazione e stabilità dei prezzi», un’ipotesi che nel vertice della scorsa settimana non ha previsto prima del 2022.
Nel mesi di maggio negli Usa le vendite al dettaglio erano aumentate del 17,6%, vale a dire il miglior incremento da quando viene rilevato il dato statistico. Questi dati avevano spinto al rialzo le borse americane, ma anche i listini europei con Piazza Affari che ha chiuso con un +3,5% (Il Sole 24Ore). Gli investitori avevano messo da parte, almeno per un giorno, i timori su una seconda ondata della pandemia Covid-19, grazie anche a uno studio dell’università di Oxford che testimoniava l’efficacia del desametasone, un farmaco a base di steroidi facilmente reperibile e a basso costo, nel trattamento dei pazienti colpiti dal nuovo coronavirus.
com.unica, 17 maggio 2020