Ha riaperto al pubblico il Museo de’ Medici di Palazzo Sforza Almeni, in via dei Servi 12 a Firenze. La sede ha riaperto i battenti ieri pomeriggio con una visita guidata dal direttore Samuele Lastrucci, alla fine della quale hanno assistito ad una performance sulla peste del ‘600 ideata dall’associazione culturale DeLira.
Da oggi, 21 giugno, il Museo de’ Medici resterà aperto ogni sabato, domenica e lunedì, come di consueto dalle 10 alle 18.
Aperto nel 2019 – l’anno che celebrava i 500 anni trascorsi dalla nascita di Cosimo I e di Caterina de’ Medici – il Museo de’ Medici si sviluppa sul piano nobile di Palazzo Sforza Almeno, sontuoso edificio che fu confiscato dalla famiglia Taddei a metà del XVI secolo da Cosimo I de’ Medici per essere donato al consigliere segreto Sforza Almeni. Non solo Cosimo I e Eleonora di Toledo passeggiarono in queste stanze, ma anche artisti come Bartolomeo Ammannati e Giorgio Vasari, incaricati di decorare il palazzo di Sforza Almeni che, dopo aver ricevuto così tanta ricchezza, dal Granduca fu anche tragicamente ucciso!
Il progetto del Museo de’ Medici è frutto di una startup giovanile ideata da Samuele Lastrucci, giovane direttore d’orchestra che con la propria famiglia condivide una passione sfrenata per la Dinastia Medici, ed è sostenuto da una fitta rete di partnership: Polistampa, Paolo Penko, Tamara Pasquinucci, Massimo Poli, Hologriffe, Castello di Querceto, Tenuta di Grignano, Tenuta di Artimino, Tenuta Sette Ponti, Le Vie dei Medici, Circolo Numismatico Mediceo, Associazione Modellismo e Storia, Associazione Firenze Alchemica.
Chi ha avuto l’opportunità di visitare il Museo ha capito che lo stesso palazzo trasuda storia da ogni angolo, ed è quindi la location adeguata per il nuovo museo dedicato alla Dinastia Medici che si dipana in varie sale.
Coniugando elementi reali e virtuali, e facendo ricorso a varie tecnologie, il Museo de’ Medici racconta la storia medicea attraverso sale tematiche, mostre temporanee, eventi, una libreria specializzata, incontri, presentazioni editoriali e conferenze. Di particolare interesse per il visitatore appare l’opportunità di poter ammirare opere d’arte e oggetti – per lo più reliquie e cimeli – provenienti da collezioni private, non musealizzati e quindi pressoché invisibili.
La prima sala, tematica, è dedicata alla genealogia, è un vero ritratto della famiglia Medici narrato attraverso un suggestivo cinema olografico.
Dalla famiglia al territorio: la stanza che segue racconta la nascita del granducato, le ville medicee, la flotta dei Cavalieri di Santo Stefano e un grande diorama illustra la famosa battaglia di Anghiari che “salvò” il Rinascimento.
Il museo continua poi in una grande sala dedicata al mecenatismo artistico, caratteristica peculiare della dinastia. Oltre alla galleria di pittura virtuale e una preziosissima collezione di monete originali dal XV al XVIII secolo, ritratti a incisione dei granduchi, qui si può ammirare una straordinaria scultura di Giovanni Battista Foggini che ritrae il granduca Ferdinando II ed è particolarmente interessante l’installazione interattiva che consente di ascoltare la musica che accompagnava la vita dei Medici, dall’invenzione fiorentina dell’Opera a quella del pianoforte, che allora si chiamava “fortepiano”.
Segue poi una sala dedicata al costume: le principesse medicee erano gli indiscussi arbitri del gusto! Inoltre, nello stesso ambiente si possono ammirare, tra le altre meraviglie, anche alcune statue per banchetti su modelli del Giambologna, realmente fuse nello zucchero.
L’ultima grande sala è dedicata alle scienze: i Medici fondarono la prima accademia scientifica al mondo e furono i più convinti sostenitori di Galileo Galilei. Nella stanza è conservata una collezione storica di animali imbalsamati, una serie di minerali e alambicchi legati all’alchimia, un modello del telescopio con il quale Galilei scoprì i pianeti medicei e persino un documento originale del papa che condannò l’astronomo pisano.
A tutto ciò si aggiunge, vero “gioiello” del museo, la piccola sala originariamente utilizzata come cappella palatina dallo Sforza Almeni, che conserva ancora oggi un prezioso soffitto affrescato del XVI secolo.
Infine, la “stanza del tesoro” dove è possibile ammirare la più fedele ricostruzione tridimensionale al mondo della corona granducale oggi perduta; da segnalare che la sala fu interamente affrescata nel XVIII secolo.
Prima dell’uscita, il visitatore transita in una sorta di “cantinetta” per conoscere e acquistare i vini preferiti dei Medici, tutelati dallo specifico Bando emesso da Cosimo III già nel 1716.

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