Coronavirus, l’allarme dell’Oms: contagi in crescita in Europa
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) esprime preoccupazione per un aumento dei casi di coronavirus in Europa. “La scorsa settimana, l’Europa ha visto un aumento del numero dei casi settimanali” di Covid-19 “per la prima volta da mesi”, ha allertato il direttore della sezione europea dell’Oms, Hans Kluge, nel corso di una conferenza stampa da Copenaghen. “Trenta paesi hanno visto un aumento del numero di nuovi casi nelle ultime due settimane”, ha aggiunto. Secondo l’organizzazione, l’Europa registra ogni giorno circa 20.000 nuovi casi con oltre 700 nuovi decessi e questo rischia di mettere di nuovo in crisi il sistema sanitario.
I casi di coronavirus a livello globale hanno superato la soglia dei 9,4 milioni: è quanto emerge dal conteggio della Johns Hopkins University: secondo i dati aggiornati dell’università americana i contagi nel mondo sono ora 9.408.757, inclusi 482.184 morti. Le persone guarite sono 4.729.511.
Il Guardian, riprendendo uno studio dell’Università di Oxford, fa notare oggi che dieci paesi che attualmente registrano in questi giorni una crescita evidente delle infezioni da coronavirus sono tra quelli che hanno adottato approcci meno rigorosi alla gestione dei loro focolai. La ricerca ha messo in evidenza che 10 dei 45 paesi maggiormente colpiti sono anche tra quelli classificati come aventi una “risposta rilassata” alla pandemia, sottolineando l’impatto mitigante di efficaci politiche di salute pubblica del governo. Questi paesi includono gli Stati Uniti (che sta registrando il più grande aumento dei casi di coronavirus da aprile), Iran, Germania e Svizzera – due paesi europei in cui il tasso R è salito sopra uno questa settimana. Ognuno di questi paesi affronta la prospettiva di una seconda ondata di infezione, con una rigidità inferiore nella risposta alla pandemia che consente ai casi di settimana in settimana di insinuarsi. Dei paesi più colpiti che devono ancora fronteggiare rigidi blocchi, nove segnalano un numero crescente di casi, mentre tre segnalano che la curva si sta appiattendo.
Il quotidiano inglese riporta il parere di Thomas Hale, professore associato di politica pubblica presso la Blavatnik School of Government e responsabile della ricerca per il tracker di risposta del governo Oxford Covid-19: “I paesi colpiti in precedenza in Asia e in Europa, e che sono riusciti a contenere i casi, sono usciti dalla fase acuta dell’epidemia più rapidamente.
com.unica, 26 giugno 2020