2 luglio 1993, a Mogadiscio scontro a fuoco tra le truppe italiane in missione Onu e i miliziani somali di Aidid
[ACCADDE OGGI]
All’alba del 2 luglio 1993 due colonne di mezzi blindati del contingente Italfor presente a Mogadiscio su incarico delle Nazioni Unite si avviarono verso il quartiere denominato Haliwaa nel nord della capitale somala per compiere una normale azione di rastrellamento delle armi che si sapeva abbondare in quella zona dove abitava anche il generale Mohamed Farrah Aidid uno dei capi della feroce guerra civile in atto nell’ex colonia italiana. Improvvisamente dalla parte dove un tempo sorgeva un pastificio una pioggia di fuoco si abbatté contro i militari italiani che in breve furono circondati dai miliziani agli ordini di Aidid. I somali sparavano sugli italiani utilizzando armi pesanti compresi i lanciarazzi mentre gli italiani avevano gli ordini di rispondere al fuoco ma senza utilizzare i cannoni dei propri mezzi cingolati. Ma quando videro cadere a morte davanti ai propri occhi i commilitoni Andrea Millevoi, Sottotenente dei Lancieri di Montebello, Stefano Paolicchi, Sergente Maggiore dei Paracadutisti d’assalto e Pasquale Baccaro dei Paracadutisti della Folgore, se ne fregarono degli ordini e delle regole d’ingaggio e presero a cannonate le postazioni dei somali così liberandosi dall’accerchiamento e lasciando la zona dell’ex pastificio nelle mani dei ribelli.
Una tragedia per i nostri militari e ancor più per i somali che lasceranno sul terreno dello scontro quasi un centinaio di morti.
Le conseguenze di quei gravi fatti a cui fecero seguito vari linciaggi di soldati americani presenti a Mogadiscio portarono all’abbandono della Somalia da parte dei contingenti internazionali.
L’Italia ricompensò con la medaglia d’oro i caduti di Mogadiscio e numerosi riconoscimenti agli oltre trenta feriti tra cui il sottotenente della Folgore Gianfranco Paglia decorato con medaglia d’oro per la vita che dovrà trascorrere su una sedia a rotelle. Recentemente Gianfranco Paglia ancora in servizio, un servizio ridotto al rango di testimone, ha dichiarato: “Di quei drammatici momenti non posso non ricordare la corsa dei bambini somali verso noi militari per prendere un pezzo di pane ed una bottiglia di acqua e poi gli stessi impugnare un’arma. Senza fare troppi sofismi, sono queste le immagini su cui dopo tanti anni vorrei porre l’accento, l’attenzione e l’invito a fare tutti una seria riflessione”.
(Franco Seccia/com.unica 2 luglio 2020)