[ACCADDE OGGI]

Compie 206 anni e non li dimostra. Anzi è sempre più presente, pronta e puntuale nelle risposte che lo Stato le chiede di dare. Mai un rifiuto, mai una protesta anche se ve ne sarebbero e tanti di motivi. Perché come sosteneva qualcuno il Carabiniere è lo Stato e quando non c’è è lo Stato che è assente.

L’Arma dei Carabinieri, oggi forza armata autonoma nel quadro delle forze armate della Repubblica, fu fondata il 13 luglio 1814 a Torino quando Vittorio Emanuele I di Savoia rientrò dall’esilio in Sardegna a cui l’aveva costretto Napoleone. Il re sabaudo volle un corpo militare con compiti di polizia sull’esempio della gendarmeria francese ma con una preparazione addestrativa elitaria anche per le evenienze di combattimento. Il nuovo corpo doveva distinguersi oltre che per capacità di strategia guerresca anche per la capacità di andare a sfidare il nemico in casa dovunque si nascondesse alfine di proclamare l’assoluta e cieca fedeltà alla corona. Per questo furono chiamati “Reali Carabinieri” fieri nella loro sfarzosa divisa e fermi al motto imprestato da Costantino Nigra nel suo poema La Rassegna di Novara “Usi obbedir tacendo e tacendo morir”. E i Carabinieri ubbidirono sempre anche quando furono chiamati a compiti non molto nobili come per l’occupazione delle terre del Sud da assoggettare alla nascente Patria unitaria senza farsi scrupolo di interi villaggi e città messi a ferro e fuoco con la scusa del brigantaggio. Erano carabinieri e in ogni caso il fascino esercitato dalla loro bella divisa faceva sì che i maltrattamenti subiti da quelle popolazioni sottomesse facesse imprecare i perseguitati contro i piemontesi e mai contro i carabinieri anche se allora quasi tutti i militari con i pantaloni dalle bande rosse parlavano il dialetto piemontese.

Ma i Carabinieri seppero distinguersi anche per decine e decine di episodi di puro eroismo sia militare che civile. Tanti e tanti episodi anche in tempi a noi vicini che ci fanno amare questi ragazzi in divisa e la loro Arma così come tutti amiamo e sempre ricordiamo il Carabiniere Salvo D’Acquisto. Salvo D’Acquisto immolatosi per alto senso civico ancor prima che il motto della sua Arma dei Carabinieri si mutasse dall’”obbedir tacendo e tacendo morir” in “nei secoli fedeli”, parlava napoletano e oggi nelle caserme dei carabinieri sparse su ogni contrada del nostro bel paese è un primeggiare dei dialetti del Sud anche a riprova che spesso e fortunatamente i rancori si superano se il senso della nazione prevale. AUGURI CARABINIERI D’ITALIA.

(Franco Seccia/com.unica, 13 luglio 2020)

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