L’edizione 2020 del Premio FiuggiSpettacolo, vista l’impraticabilità del Teatro Comunale di Fiuggi attualmente in via di ristrutturazione, si terrà nel mese di ottobre a Roma.

Il CdA della Fondazione Giuseppe Levi Pelloni ha preso questa decisione per non vanificare l’edizione 2020 già penalizzata dai provvedimenti governativi legati al distanziamento sanitario in atto in Italia. La manifestazione, che raccoglie le eccellenze della scena e dei cinema italiani, si terrà nella splendida cornice del giardino di Villa Piccolomini sulla via Aurelia Antica a Roma e sede di Rappresentanza della Regione Lazio.

Villa Piccolomini è situata davanti alla ben più famosa Villa Doria Pamphilj, quasi a voler rivaleggiare con l’incontrastata fama di quest’ultima. La storia della Villa inizia nel 1458, quando il Papa umanista Pio II, noto come Enea Silvio Piccolomini, promotore ed ideatore della “città ideale”, fece costruire il fastoso complesso nel quale la Villa era inserita. Il suo primo proprietario fu Orazio Manili agli inizi del ‘600, e la volle inserire in un’area di vari ettari destinata alla produzione del vino. Tra le altre cose, fu egli il fautore dell’opera di restauro del casino nobile risalente al secolo precedente, quello stesso edificio che è oggi il nucleo fondamentale della Villa. Successivamente, la proprietà passò alla famiglia Sforza Marescotti, che la mantenne dal 1634 alla fine dell’800. Durante il XVIII secolo, la Villa era presente sulla carta geografica del Nolli (datata 1748), con il nome di “Vigna Vecchiarelli”.

Dal 1906, entrò infine tra le proprietà della famiglia Piccolomini, che costruirono un secondo villino, restaurarono il casino secondario ed edificarono una costruzione di servizio. Posteriormente all’edificio principale è presente un portico, da dove si gode un meraviglioso affaccio sugli orti coltivati e sul cupolone della Basilica di San Pietro.

Infine, il Conte Piccolomini lasciò in eredità la Villa alla Fondazione Nicolò Piccolomini per l’Accademia d’Arte Drammatica”, che tutela la categoria degli attori drammatici, con il desiderio che diventasse “una casa di riposo per artisti drammatici indigenti”

(Nicolò Tedeschi/com.unica 23 luglio 2020)

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