Il governo prolunga lo stato d’emergenza, l’opposizione non ci sta
Il Senato ha approvato ieri con 157 voti a favore e 125 contrari, la risoluzione di maggioranza che proroga lo stato di emergenza fino al 15 di ottobre. Una proroga – ha commentato parlando in aula il presidente del consiglio Giuseppe Conte “inevitabile”. “Il virus continua a circolare” ha detto Conte. “La proroga è necessaria per assicurare “la continuità operativa di chi sta svolgendo attività di assistenza e di sostegno, per chi subisce gli effetti, diretti ed indiretti, di una pandemia che seppure fortemente ridimensionata non si è esaurita” ha detto il premier, la cui posizione è condivisa in pieno dal leader del Pd Nicola Zingaretti: “Il virus circola e va fermato”. “Se c’è bisogno” della proroga dello stato di emergenza “siamo convinti che sia utile e necessario” ha ribadito il senatore M5s, Andrea Cioffi, sottolineando che la maggioranza è compatta sulla strada da intraprendere.
Ma le opposizioni non ci stanno. In un colloquio telefonico con il Capo dello Stato Sergio Mattarella Matteo Salvini ha espresso “grande sconcerto e preoccupazione per la volontà del governo di prolungare lo stato di emergenza in assenza di giustificazioni sanitarie e giuridiche a supporto della scelta. Quindi, in Senato, il leader della Lega ha attaccato il premier. ”Si può prorogare lo stato di emergenza? La risposta è negativa. E lo è per un motivo chiaro. La situazione non esiste. Se non c’è un’emergenza, non si può dichiarare uno stato di emergenza. Semplice. Si tratta di una richiesta inopportuna e illegittima Bisogna tornare a una ordinata normalità, firmato Sabino Cassese. Che penso ne sappia più di lei di diritto, presidente Conte…”
Il Senato ha dato il via libera anche a un provvedimento fondamentale per l’esecutivo viste le molteplici questioni che il governo intende affrontare con i poteri speciali: dal reperimento delle navi per tenere in quarantena gli stranieri al prolungamento dello smart working per i dipendenti pubblici e privati; dall’acquisto dei dispositivi di protezione e dei materiali per garantire riapertura delle scuole all’organizzazione delle elezioni amministrative e del referendum; dalle nuove regole per il ritorno dei tifosi negli stadi e dei fan ai concerti al blocco dei voli dai Paesi ritenuti ad alto rischio di contagio, obbligo di quarantena – italiani compresi – per chi arriva dagli Stati ritenuti a rischio (Corriere della Sera).
Il governo deciderà nella riunione in programma oggi anche lo stanziamento di 1,3 miliardi per la scuola. A fine agosto il Comitato tecnico scientifico si riunirà e darà il proprio parere sulla riapertura degli istituto. Al riguardo la ministra Lucia Azzolina non ha dubbi: le lezioni in presenza ricominceranno il 14 settembre.
Ieri intanto si è svolta la prima riunione del Ciae, il comitato interministeriale incaricato di preparare il Recovery plan (che dovrebbe essere pronto per ottobre). Si è appreso che il comitato sarà affiancato da una task force tecnica composta dal comitato tecnico di valutazione e da una cabina di regia parallela, con membri scelti da tutti i ministeri e anche dagli enti locali.
com.unica, 29 luglio 2020