Con un crollo del 32,9% nel secondo trimestre l’economia americana ha registrato il peggior risultato dal 1947. Si tratta di una contrazione record, anche se migliore delle attese degli analisti che scommettevano su -34,5%. Le richieste di sussidi di disoccupazione sono arrivate a 1,43 milioni, mentre il Senato è ancora diviso sulla proroga degli aiuti  in scadenza. Mercoledì 29 luglio, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, aveva avvertito che non possiamo prevedere quanto durerà la depressione: «Finché il Covid-19 non sarà messo sotto controllo, le persone non si sentiranno sicure di spendere, cercare un lavoro, far ripartire il sistema».

Secondo molti analisti questi dati negativi sono il risultato dell’incapacità dell’America di contenere il virus, e indicano che è probabile che l’economia degli Stati Uniti si riprenda più lentamente rispetto a paesi che hanno svolto un lavoro migliore, come quelli dell’area dell’euro. E più a lungo la pandemia dura senza un vaccino, sempre più la produzione economica ristagnerà al di sotto dei livelli pre-crisi, lasciando cicatrici permanenti su molte aziende e lavoratori.

Nonostante le previsioni ottimistiche di alcuni esponenti del governo, un rapporto pubblicato pochi giorni fa aveva mostrato dati eloquenti: il numero di americani che hanno presentato domanda di sussidio di disoccupazione è aumentato per la seconda settimana consecutiva, in forte aumento rispetto alla settimana precedente, secondo i dati pubblicati dal Dipartimento del Lavoro. Nel periodo conclusosi il 18 luglio, 17 milioni di americani hanno presentato richieste di indennità in corso attraverso tali programmi, con un aumento di 867.000 rispetto alla settimana precedente. Il rapido deterioramento dell’economia e del mercato del lavoro spiega perché la Federal Reserve mantiene il suo tasso di riferimento vicino allo zero e perché ha lanciato diversi programmi di prestito di emergenza volti a favorire condizioni di liquidità nei mercati finanziari.

Subito dopo la diffusione di questi dati catastrofici il presidente Donald Trump in un tweet ha suggerito un rinvio delle elezioni: “Con un voto postale universale, quella 2020 sarà l’elezione più insesatta e fraudolenta della storia. Sarebbe un grave imbarazzo per gli Usa. Rinviare le elezioni finché le persone non potranno votare per bene, in sicurezza?” ha scritto il presidente Usa su Twitter.  Al presidente ha risposto ieri Barack Obama, il quale ha detto di temere che Trump “faccia di tutto per escludere dalle urne il maggior numero di elettori e che si prepari a contestare la legittimità delle elezioni”.

com.unica, 31 luglio 2020

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