Vaccino anti Covid-19, il virologo Guido Silvestri fa il punto sullo stato dell’arte
Lo scienziato italiano scioglie molti dubbi legati alla sperimentazione del vaccino Oxford/Astra-Zeneca. Nessun allarme per lo stop, ma anche se fosse bloccato del tutto (cosa molto improbabile), ce ne sono altri quattro nel mondo in fase III ed altri 16 in fase II (fonte Pillole di ottimismo)
1. Cosa è successo durante il trial clinico di fase III del vaccino Oxford/Astra-Zeneca?
Secondo quanto riportano i media, uno dei volontari arruolati nello studio di fase III, cioè di efficacia, avrebbe sviluppato una mielite acuta trasversa, una malattia piuttosto rara che consiste in un’infiammazione acuta del midollo spinale. Siccome le cause della mielite acuta trasversa sono varie, non è possible escludere che un nuovo vaccino in fase di sperimentazione clinica sia responsabile di questo problema. Per questo è stato importante prendersi una pausa per valutare con attenzione se si trattasse di una semplice coincidenza o se la causa più probabile sia stato invece il vaccino. Naturalmente la speranza di tutti è che questa sia una forma lieve di mielite trasversa (pare che il paziente stia già meglio) e che quindi si possa presto riprendere la sperimentazione, come infatti è stato annunciato oggi stesso.
2. Quanto ritardo ci sarà nel completare la sperimentazione del vaccino Oxford/Astra-Zeneca?
Questa interruzione causerà sicuramente un certo ritardo per completare questo particolare trial di fase III, e sulla sua durata non è possible pronunciarsi al momento – comunque visto che la sperimentazione riprende lunedì prossimo il ritardo temporale dovrebbe essere abbastanza modesto (qualche settimana?) a meno di ulteriori problemi. Invece è ovvio non ci sarà nessun impatto di questo “incidente” sulla tempistica degli altri quattro vaccini in fase III, che sono il Moderna (USA, a RNA messaggero), il Pfizer (anch’esso USA ed a RNA messaggero), Sinopharm (Cina, virus inattivato) e Sinovacc (anch’esso Cina, virus inattivato). Ricordo che al momento non è chiaro lo status del trial clinico di fase III del cosiddetto “vaccino di Putin” o Sputnik-V (Russia, Ad26/Ad5 prime-boost, vettore virale non-replicante) che ha recentemente completato la fase I/II (Logunov DY et al., Lancet Resp Dis, Sep 4th 2020 DOI:https://doi.org/10.1016/S0140-6736(20)31866-3).
3. C’è qualcosa nel vaccino di Oxford/Astra-Zeneca (AZ) che potrebbe aver causato specificamente questa complicazione?
Al momento non lo sappiamo. Il vaccino Oxford/AZ è basato su un vettore virale inattivato, in pratica un adenovirus dello scimpanzé (ChAd) che normalmente causa un raffreddore in questi animali e non è quasi mai presente nell’uomo. I vettori adenovirali basati su vari sierotipi di adenovirus dello scimpanzé sono molto studiati in vaccinologia perché hanno il vantaggio di non avere anticorpi nella popolazione umana (ricordiamo che se un soggetto avesse anticorpi contro il vettore virale questi anticorpi potrebbero eliminare rapidamente il vaccino prima che faccia effetto). Il mio laboratorio ho studiato questi ChAd vettori per molti anni come candidate vaccini per l’AIDS (vedi Tatsis N et al., J Immunol 2009; Lasaro MO et al., Mol Ther 2011; Cervasi B et al., J Virol 2013; Carnathan DG et al., PNAS 2015; Tuyishime S et al., eBioMedicine 2018), e posso assicurare che il loro profilo di sicurezza nell’animale da esperimento è ottimo, anche se la loro efficacia clinica non è mai stata dimostrata nell’uomo.
[come sempre, aggiungo, non sarebbe male se chi pontifica su questi temi distribuendo opinioni tanto generose quanto risicate avesse almeno un briciolo di esperienza diretta su quello che scrive — ma purtroppo nell’Italia dei tuttologi social questa non è una speranza realistica, e bisogna rassegnarsi di leggere scemenze a gogò da gente che capisce di virologia come io capisco di porcellane cinesi]
4. Perché la sperimentazione del vaccino di Oxford/Astra-Zeneca è ripresa così rapidamente?
I due motivi più semplici e logici per questa rapida ripresa del trail clinico sono (1) che si sia concluso che l’effetto avverso osservato, la mielite trasversa, non sia attribuibile al vaccino o ad un suo componente, e (2) l’effetto avverso osservato non sia stato di severità così importante da imporre una vera e propria interruzione del trial (anziché una semplice sospensione, come invece è avvenuto in questo caso).
5. Perché l’Italia ha scelto di investire in modo preferenziale in questo candidato vaccino?
La “corsa” al vaccino per COVID-19 si sta svolgendo in modo diverso in paesi diversi, con molte nazioni che stanno sviluppando candidati vaccini per uso almeno inizialmente e/o prevalentemente locale (tra questi paesi, in ordine alfabetico, ci sono Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Canada, Cile, Cina, Cuba, Danimarca, Egitto, Francia, Germania, Giappone, Hong-Kong, India, Israele, Italia, Kazakhstan, Korea, Messico, Nigeria, Olanda, Perù, Spagna, Svezia, Thailandia, Turchia, UK, USA ed altre di cui potrei non essere a conoscenza).
Sui motivi esatti per cui il governo italiano abbia deciso da subito di investire sul vaccino Oxford/AZ non posso commentare perché sinceramente non ne sono a conoscenza, ma in generale si tratta di una scelta sulla quale si può discutere ma che da un punto di vista scientifico non ha nulla di scandaloso. Tuttavia, visto questo incidente di percorso, credo che non sarebbe male avere un piano B nel caso il vaccino Oxford/AZ debba tornare nei box in future per ulteriori segnalazioni di possibili effetti avversi.
6. Qual è la tempistica prevista per i vaccini in fase III?
Al momento nessuno ha la risposta esatta a questa domanda. Per i due vaccini testati negli USA (Moderna e Pfizer, entrambi a mRNA) si prevede di avere un risultato entro fine anno, e secondo alcuni esperti anche prima, specialmente per il Moderna, che è partito in anticipo (ma pare che Pfizer abbia deciso di portare il target di arruolamento da 30.000 a 44.000, il che fa pensare che vogliano accelerare i tempi necessari ad ottenere un risultato significativo). Da notare che, paradossalmente, l’avere avuto molta circolazione del virus negli Stati Uniti durante gli ultimi mesi favorisce la possibilità che il risultato dei trials clinici di fase III arrivi prima del previsto. Questo perché il numero di infezioni da SARS-CoV-2 nei soggetti che appartengono al gruppo di controllo (cioè quelli che hanno ricevuto il placebo) – numero necessario per valutare in modo attendibile l’efficacia protettiva del vaccino – potrebbe essere raggiunto in tempi più rapidi. Ricordo che è questo il motivo per cui si parla di possibile “compressione della tempistica”, mentre nessuno – almeno tra gli scienziati e tra le persone che non hanno il cervello fatto di tessuto connettivo lasso – pensa di prendere scorciatoie che vogliano dire scendere a compromessi con la piena valutazione della sicurezza di questi vaccini.
7. È vera la storia che un vaccino a mRNA ci renderebbe tutti degli organismi geneticamente modificati?
No, è una scemenza di proporzioni galattiche, e sono francamente allibito che questa assurdità sia stata propagata da alcuni colleghi, perché farlo significa ignorare l’ABC della genetica e della biologia molecolare.
8. Ma allora i no-vaxx hanno ragione a dire che i vaccini sono pericolosi?
No, i no-vaxx hanno torto (sorpresona!), ed infatti questo episodio dimostra una volta di più, se mai ce ne fosse stato bisogno, che se un vaccino ha un rischio anche molto basso di causare effetti collaterali pericolosi, questi effetti vengono scoperti e valutati a fondo durante la fase di sperimentazione clinica, cioè prima che il vaccino venga consigliato e commercializzato per uso di massa.
9. Ma allora hanno ragione i pessimisti a dire che i tempi per un vaccino saranno lunghissimi, perché questi si riveleranno inefficaci e/o pericolosi?
No, i solerti prescrittori di “clisteri di pessimismo” e/o “suppostone di realismo” hanno torto, perché anche se il vaccino Oxford/AZ fosse bloccato del tutto (cosa molto improbabile, vista la ripresa del trial), ce ne sono altri quattro in fase III ed altri 16 in fase II, e finora nessuno di questi sta dando segnali di pericolosità o inefficacia, mentre si sono mostrati tutti promettenti sia in fase I che nell’animale da esperimento.
10. Ma insomma, quando torneremo ad una vera normalità?
Questo non sta a me dirlo, ed infatti non sta agli scienziati dirlo, neanche a quelli assurti al ruolo di “oracoli” – ma invece è una scelta di competenza dei decisori politici, che in un sistema democratico sono eletti dai cittadini, ed hanno il diritto/dovere di assumersi questa responsabilità senza delegarla ai tecnici. Il ruolo primario degli scienziati è quello di generare “conoscenza”, mentre dal punto di vista politico dovrebbero solo cercare di delineare degli scenari e fornire consigli, basandosi sui dati al momento disponibili, spiegando i limiti dei dati che presentano, e senza sposare alcuna tesi partitica (cioè con assoluta indipendenza). Ed è bene che nel dare i suddetti consigli gli scienziati discutano i rischi di ENTRAMBI GLI SCOGLI, quello del virus e quello dei danni socio-economici delle chiusure, perché occuparsi di salute pubblica a senso unico (cioè concentrandosi sul virus e nient’altro) magari aiuta a farsi una carriera politica, ma può spingere verso decisioni a rischio di causare danni enormi alla collettività.
Testo raccolto da Sebastiano Catte – com.unica 13 settembre 2020
*Nato a Perugia ma cresciuto a Senigallia, Guido Silvestri è medico e professore ordinario, capo dipartimento alla Emory University di Atlanta (USA). Dal 2001 dirige un laboratorio di ricerca specializzato nello studio dell’infezione da HIV, di cui è considerato uno dei massimi esperti al mondo. Svolge anche attività divulgativa ed è impegnato in battaglie contro le fake news a carattere pseduo-scientifico (contro il fenomeno dell’anti-vaccinismo in particolare). Lo scorso anno ha pubblicato per Rizzoli il volume Il virus buono. Perché il nemico della salute può diventare il nostro miglior alleato.