Israele “invasa” dagli Arabi
Nuove Ambasciate di Paesi mediorientali dopo l’Accordo di Abramo siglato a Washington
Venerdì sera sarà il capodanno ebraico Rosh Ha-Shanah e nei testi sacri vi è scritto che un ebreo deve prepararsi al cambiamento ed al rinnovo di se stesso, cercando di demolire il maggior numero possibile di barriere che la vita gli ha costruito, abbattere il più possibile di ostacoli e barriere; ma anche di comprendere, di perdonare, di entrare nella testa altrui, perché nel bene o nel male anche costui avrà una sua ragione, giusta o sbagliata che sia.
Cosa di meglio sarebbe potuto accadere se non la pace con nemici lontani, come gli Emirati Arabi Uniti ed il Bahrein. Tanto lontani che rammentano la pace che alcuni anni or sono la Repubblica di San Marino ha siglato nel 1996 con un paese con il quale era entrato in conflitto dalla notte dei tempi, chiamato Svezia. Furono riesumati allora i “dissapori” della Guerra dei Trent’Anni, che per un disguido non avevano aderito alla Pace di Westfalia, e che praticamente perdurava dal 1630.
Basterebbe anche ricordare che durante la Guerra dei 6 Giorni nel 1967, Israele venne attaccato non soltanto da Libano, Siria, Giordania ed Egitto, ma anche dall’Iraq.
Nelle guerre di oggi, i nemici lontani significano soprattutto l’invio di rifornimenti economici e di armi a sostegno di coloro che invece combattono nelle vicinanze. Esattamente come l’Iran che rifornisce il terrorismo di Hezbollah e di Hamas.
Ci chiediamo se il mondo arabo dovrà adesso dividersi in due distinte facce: quella sciita e quella sunnita. Quanto resta fredda questa guerra non sempre sotterranea? Sono ancora gli URSS (oggi la Russia) e gli USA a dividersi i continenti?
Mentre sorridiamo con certo innegabile stupore alle notizie provenienti dalla Casa Bianca, poco prima delle elezioni americane, Gaza “sbuffa” lanciando i soliti quotidiani missili. Purtroppo oggi sono due gli israeliani feriti. Il tempo della pace per alcuni dà adito alle rivendicazioni della gioiosa sete di guerra, come quando inneggiarono sui tetti delle loro case, per i missili lanciati da Saddam Hussein, ed uno di questi oltrepassò il bersaglio e colpì un gruppo di festaioli palestinesi della striscia.
I palestinesi, già: con un governo instabile e tante occasioni perdute, alla mercé di mercenari della morte nascosti dietro alle loro debolezze che ancor di più oggi, non incantano i loro fratelli arabi.
Alan Davìd Baumann, com.unica 16 settembre 2020
Nella foto le mura di Gerusalemme con le proiezioni delle bandiere dei paesi partecipanti all”Accordo di Abramo